LA SACRA BIBBIA - ANTICO TESTAMENTO - 1° SAMUELE

INTRODUZIONE AL PRIMO LIBRO DI SAMUELE

Caratteristiche principali
Il primo libro di Samuele parla di una grande svolta nella storia del popolo d'Israele: il passaggio dall'epoca dei Giudici alla monarchia. L'importanza avuta da Samuele agli inizi della monarchia spiega perché questo libro e il seguente prendono il nome da lui.
I Giudici erano i liberatori che Dio donava al suo popolo in momenti di crisi e Samuele fu l'ultimo di loro. Gli Israeliti erano minacciati dai Filistei, i quali riuscirono perfino ad impadronirsi dell'arca dell'alleanza, e Samuele, chiamato da Dio fin dall'infanzia, fu la guida politica e religiosa del popolo (capitoli 1 - 7).
Quando Samuele fu vecchio, gli Israeliti chiesero un re. Il desiderio di un'autorità stabile, come avevano le altre nazioni, comportava il rischio di sottovalutare la sovranità del Signore sopra il suo popolo. Samuele mise in guardia il popolo e, alla fine, per indicazione del Signore, consacrò re Saul (capitoli 8 - 10).
Saul combatté con coraggio contro i nemici d'Israele, ma presto la sua fedeltà al Signore diminuì. Il Signore scelse Davide come futuro re al posto di Saul, e ritirò da Saul il suo appoggio (capitoli 11 - 15).
Davide si affiancò al re come giovane attendente, si mise in luce per lealtà e abilità, si guadagnò la simpatia di molti, soprattutto del figlio di Saul, Gionata, ma suscitò la sospettosa gelosia del re, che decise di farlo morire. Davide fuggì e le sue avvincenti avventure, in contrasto con l'inarrestabile decadenza di Saul, occupano tutta l'ultima parte del libro (capitoli 16 - 30) che si conclude con il racconto della morte di Saul e dei suoi figli per mano dei Filistei (capitolo 31).

Autore e ambiente storico
I due libri di Samuele, secondo alcuni studiosi, sono una raccolta di diverse antiche narrazioni. Compilata, in gran parte, probabilmente durante il regno di Salomone, fu ritoccata, secoli più tardi, dopo la caduta di Gerusalemme, ispirandosi in alcuni punti alle idee del Deuteronomio. Fra le parti più antiche vi è certamente la storia dell'ascesa di Davide, che inizia al capitolo 16 del nostro libro e termina al capitolo 5 del secondo libro di Samuele.

Oltre all'interesse per gli antichi ricordi sulla vita di Samuele, di Saul e di Davide, - che può spiegare la presenza di doppioni nel resoconto di alcuni avvenimenti, - è dominante in questo libro l'interesse per il problema della monarchia. Che giudizio si deve dare sulla svolta che ha portato il popolo d'Israele a diventare un regno? Perché Saul non poté dare inizio a una sua dinastia? Perché, invece, Davide fu scelto e aiutato da Dio? Sono queste le domande a cui la narrazione vuole rispondere.

Sono domande e problemi ancora attuali, perché fanno riflettere sui modi con cui Dio guida le vicende del suo popolo nella storia, e sulla necessità che gli uomini rispettino la sovranità di Dio.

Schema
- La storia di Samuele 1, 1 - 7, 17
- Saul, il primo re 8, 1 - 15, 35
- Saul e Davide 16, 1 - 31, 13

STORIA DI SAMUELE

CAPITOLO 1

ANNA AL SANTUARIO DI SILO

1 A Rama, una città della regione montuosa di Efraim, viveva un uomo che si chiamava Elkana. Apparteneva alla tribù di Efraim e al gruppo di famiglie di Zuf; era discendente di Ierocam, Eliu, Tocu e Zuf.
2 Aveva due mogli: Anna e Peninna. Peninna aveva figli, Anna invece non ne aveva.
3 Ogni anno Elkana partiva dalla sua città e andava al santuario di Silo per adorare il Signore degli eserciti d'Israele, e offrirgli sacrifici. In quel santuario erano sacerdoti i due figli di Eli: Ofni e Finees.
4 Un giorno Elkana andò a offrire il sacrificio. Egli aveva l'abitudine di dare a Peninna e a ciascuno dei suoi figli un pezzo dell'animale sacrificato.
5 Ad Anna, però, dava un pezzo speciale, perché l'amava molto, anche se il Signore non le aveva concesso di avere figli.
6 Peninna, invece, sua rivale, tormentava continuamente Anna e la umiliava proprio perché era sterile.
7 Così, ogni anno, quando Anna si recava al santuario del Signore si ripeteva la stessa scena. Quel giorno Anna si mise a piangere e non voleva mangiare.
8 Suo marito le disse: «Anna, perché piangi e non vuoi mangiare? Perché sei così triste? Io, per te, non conto più di dieci figli?».
9 Alla fine del banchetto sacro nel santuario del Signore a Silo, Anna si alzò. In quel momento il sacerdote Eli era seduto sulla sua seggiola all'ingresso del santuario.
10 Anna era molto triste: mentre pregava, piangeva amaramente.
11 Fece al Signore questa solenne promessa: «Signore degli eserciti d'Israele, guarda la mia miseria! Ricordati di me che sono la tua serva, non abbandonarmi! Se mi darai un figlio, ti prometto di consacrarlo per sempre al tuo servizio: i suoi capelli non verranno mai tagliati».
12 Anna continuò a pregare il Signore per molto tempo, mentre Eli la guardava.
13 Anna pregava in silenzio: muoveva le labbra ma la sua voce non si sentiva. Per questo Eli la prese per ubriaca
14 e le disse:
- Per quanto tempo ancora sarai ubriaca? Vai a smaltire il tuo vino!
15 - Non ho bevuto né vino né bevande forti, - rispose Anna; - sono soltanto una donna infelice che ha aperto il cuore al Signore.
16 Non considerarmi una donna da poco: ho pregato così a lungo per la tristezza e l'umiliazione.
17 Allora Eli le disse:
- Va' in pace! Che il Dio d'Israele ti conceda quel che gli hai domandato.
18 - E tu, - rispose Anna, - conserva un buon ricordo di me.
Poi se ne andò, e, finalmente, prese un po' di cibo: la tristezza era scomparsa dal suo volto.

NASCITA E INFANZIA DI SAMUELE

19 Il giorno dopo Elkana e la sua famiglia si alzarono di buon mattino, si inchinarono davanti al Signore e fecero ritorno alla loro casa, a Rama. Elkana si unì a sua moglie Anna, e il Signore esaudì la preghiera che la donna aveva fatto.
20 Anna restò incinta e, a suo tempo, diede alla luce un figlio. Lo chiamò Samuele, «perché, diceva, l'ho domandato al Signore».
21 In seguito Elkana si recò di nuovo con tutta la famiglia a Silo, per offrire al Signore il sacrificio annuale e il sacrificio di ringraziamento che gli aveva promesso.
22 Questa volta Anna non lo accompagnò, ma gli disse:
- Quando il bambino sarà svezzato, allora lo porterò io al santuario, e sarà presentato davanti al Signore; poi rimarrà là per sempre.
23 - Fa' come ti sembra giusto, - rispose Elkana; - resta pure a casa fino a quando avrai svezzato il bambino. E speriamo che il Signore continui a proteggerlo. Così Anna rimase a casa e allattò suo figlio fino al tempo dello svezzamento.
24 Subito dopo portò il bambino, ancora piccolo, al santuario del Signore a Silo. Prese con sé un vitello di tre anni, un sacco di farina e un otre di vino.
25 Anna e suo marito offrirono il vitello in sacrificio, poi condussero il bambino da Eli.
26 Anna salutò Eli e gli disse: «Ti ricordi di me? Sono proprio quella donna che stava qui presso di te a pregare il Signore.
27 Ho pregato per avere questo figlio e il Signore mi ha ascoltato.
28 Ora io voglio offrirlo al Signore: per tutta la vita apparterrà a lui». Poi s'inchinò davanti al Signore.

CAPITOLO 2

LA PREGHIERA DI ANNA

1 Anna pregò così:
«Il Signore ha riempito il mio cuore
di gioia,
il Signore ha risollevato il mio spirito
abbattuto.
Ora posso ridere dei miei nemici;
Dio mi ha aiutata: sono piena di gioia.

2 Solo il Signore è santo,
lui solo è Dio.
Solo il Signore è roccia sicura.

3 Smettete di dire parole superbe,
basta con le frasi arroganti,
perché il Signore è un Dio che sa tutto,
egli giudica le azioni di ognuno.

4 Egli spezza l'arco dei forti,
riveste i deboli di forza.

5 Chi aveva cibo a sazietà
ora deve lavorare per un pezzo di pane.
Chi invece soffriva la fame
ora non deve più faticare.
La donna sterile genera molti figli,
quella che era feconda appassisce.

6 Il Signore fa morire e fa vivere,
fa scendere e risalire dal regno dei morti.

7 Il Signore rende poveri e ricchi,
umilia e innalza.

8 Rialza il povero dalla polvere,
solleva l'infelice dalla miseria:
lo fa sedere in mezzo ai prìncipi,
gli riserva un posto d'onore,
perché il Signore è il fondatore del mondo
e lo sostiene.

9 Egli protegge il cammino
di chi gli è fedele;
mentre il malvagio svanisce nelle tenebre,
nessuno avrà successo con le sue forze.

10 I nemici del Signore saranno distrutti,
quando lui, l'Altissimo, tuonerà dal cielo.
Il Signore è giudice di tutta la terra,
darà potenza al re del suo popolo,
renderà forte il re che si è scelto».

11 Dopo questi fatti, Elkana tornò a casa sua, a Rama. Il piccolo Samuele, invece, rimase a Silo per servire il Signore sotto la guida di Eli.

I FIGLI DI ELI SI COMPORTANO MALE

12 I figli di Eli erano disonesti e non si curavano del Signore.
13 Nei rapporti con la gente non rispettavano le norme stabilite per i sacerdoti. Ogni volta che qualcuno offriva un sacrificio, mentre la carne cuoceva, veniva il servo del sacerdote con in mano un forchettone
14 e lo affondava nel recipiente o nel calderone o nella pentola o nella marmitta: tutto quel che il forchettone riusciva a infilare andava al sacerdote. I figli di Eli facevano così con tutti gli Israeliti che andavano a Silo.
15 Altre volte il servo del sacerdote arrivava prima che il grasso della vittima fosse bruciato e diceva a chi offriva il sacrificio:
- Dammi la carne da arrostire per il sacerdote: egli non vuole da te carne già cotta, ma solo carne cruda.
16 Se quello rispondeva:
- Prima lascia bruciare il grasso, poi prendi quello che vuoi, - il servo replicava:
- No, devi darmela subito, altrimenti la prenderò con la forza.
17 In questo modo i figli di Eli offendevano gravemente il Signore, perché disprezzavano i sacrifici che gli venivano offerti.

SAMUELE A SILO

18 Il piccolo Samuele, invece, vestito di una tunica di lino, continuava a servire il Signore.
19 Ogni anno sua madre faceva per lui un piccolo mantello e glielo portava, quando andava a Silo con suo marito per offrire il sacrificio annuale.
20 Allora Eli benediceva Elkana e sua moglie, e a lui diceva: «Il Signore ti conceda di avere altri figli da questa donna in cambio del bambino che gli avete consacrato». Poi essi tornavano al loro paese.
21 Il Signore intervenne in favore di Anna, ed essa ebbe ancora tre figli e due figlie. Intanto il piccolo Samuele cresceva davanti al Signore.

ELI RIMPROVERA I SUOI FIGLI

22 Eli era molto anziano. Egli venne a sapere che i suoi figli si comportavano male con tutti gli Israeliti e, inoltre, si univano alle donne che prestavano servizio all'ingresso della tenda dell'incontro.
23 Eli li rimproverò: «Perché fate queste cose? Tutti parlano delle vostre cattive azioni.
24 No, figli miei! Quel che sento dire di voi in mezzo al popolo del Signore non è bello.
25 Se un uomo pecca contro un altro uomo, potrà trovare misericordia presso Dio; ma, se un uomo pecca contro il Signore, chi potrà difenderlo?». Essi però non vollero dare ascolto alle parole del padre: il Signore aveva già deciso di farli morire.
26 Il piccolo Samuele, al contrario, cresceva e godeva il favore del Signore e degli uomini.

IL SIGNORE ANNUNZIA A ELI IL CASTIGO

27 Un giorno un profeta venne da Eli e gli disse: «Così dice il Signore: Tu sai che quando i tuoi padri erano in Egitto, schiavi del faraone, mi sono manifestato ad Aronne.
28 Tra tutte le tribù d'Israele ho scelto lui come mio sacerdote. Gli ho affidato il compito di prestare servizio all'altare, di offrire l'incenso e di portare l'efod per interrogarmi. Inoltre ho dato a lui e alla sua famiglia il diritto di prendere una parte di tutte le offerte degli Israeliti.
29 Perché, dunque, trattate senza rispetto i sacrifici e le offerte che ho ordinato di fare nel santuario? E tu, perché hai più riguardo dei tuoi figli che di me, e permetti loro di ingrassarsi con la parte migliore delle offerte del mio popolo, Israele?
30 «Questa è la mia decisione, - dice il Signore, Dio d'Israele. - Avevo promesso a te e alla tua famiglia di tenervi per sempre come sacerdoti, ma ora basta! Io onoro chi mi onora, ma chi mi disprezza troverà solo disprezzo.
31 Ecco, si avvicina il giorno in cui farò morire nel fiore degli anni tutti i giovani della tua famiglia: tra i tuoi parenti non ci saranno più vecchi.
32 Vedrai un tuo rivale nel santuario, e tutto il bene che farà a Israele, ma nessuno della tua famiglia arriverà alla vecchiaia.
33 Lascerò che uno dei tuoi discendenti continui a servire presso il mio altare, ma questo farà consumare i tuoi occhi nel pianto e la tua anima nella disperazione. Gli altri tuoi discendenti moriranno nel fiore degli anni
34 Quando vedrai i tuoi figli, Ofni e Finees, morire nello stesso giorno, ne avrai la prova.
35 «Io poi sceglierò un sacerdote che mi sarà fedele e agirà secondo la mia volontà. A lui darò discendenti che rimarranno per sempre al mio servizio, davanti al re che avrò scelto.
36 I superstiti della tua famiglia dovranno buttarsi ai suoi piedi per avere una moneta d'argento e un pezzo di pane; per avere qualcosa da mangiare saranno costretti a mendicare un posto al servizio dei sacerdoti».

CAPITOLO 3

IL SIGNORE APPARE A SAMUELE

1 Il giovane Samuele continuava a servire il Signore sotto la guida di Eli. In quel tempo il Signore parlava raramente, e le visioni non erano frequenti.
2 Una notte Eli stava dormendo nella sua camera. Ormai la sua vista si era così indebolita che non ci vedeva quasi più.
3 La lampada del santuario di Dio non era ancora spenta, e Samuele dormiva nel santuario dove c'era l'arca di Dio.
4 Allora il Signore chiamò Samuele. Egli rispose:
- Eccomi!
5 Poi corse da Eli e gli disse: Mi hai chiamato, eccomi!
- Non ti ho chiamato, - rispose Eli; - torna a dormire.
Samuele tornò a coricarsi.
6 Il Signore chiamò per la seconda volta: - Samuele!
Egli si alzò, corse da Eli e gli disse: - Mi hai chiamato, eccomi!
No, figlio mio, non ti ho chiamato, - rispose Eli; - torna a dormire.
7 Samuele non era in grado di capire che era il Signore, perché il Signore non gli aveva mai parlato prima.
8 Per la terza volta il Signore chiamò:
- Samuele!
Egli si alzò, tornò da Eli e gli disse:
- Mi hai chiamato, eccomi!
Allora Eli capì che era il Signore a chiamare il ragazzo.
9 Perciò disse a Samuele:
- Vai a dormire e, se ti sentirai chiamare di nuovo, rispondi così: «Parla, Signore, il tuo servo ti ascolta».
Samuele tornò dunque a dormire.
10 Allora il Signore venne, si fermò vicino al ragazzo e, come le altre volte, chiamò:
- Samuele, Samuele!
Samuele rispose:
- Parla, Signore, il tuo servo ti ascolta.
11 Il Signore gli disse:
- Ecco, sto per compiere in Israele qualcosa che lascerà sbalordito chiunque ne sentirà parlare.
12 In quel giorno realizzerò tutte le mie minacce contro Eli e la sua famiglia, senza tralasciare nulla.
13 Lo avevo avvertito! Ora punirò la sua famiglia per sempre a causa della sua colpa: lui infatti sapeva che i suoi figli mi disprezzavano, ma non li ha mai puniti.
14 Per questo dichiaro solennemente alla famiglia di Eli che né sacrifici né offerte potranno mai cancellare il suo peccato.
15 Samuele restò a letto fino al mattino, poi si alzò e aprì le porte del santuario. Ma non aveva il coraggio di raccontare a Eli la visione.
16 Eli lo chiamò:
- Samuele, figlio mio!
- Eccomi, rispose Samuele.
17 - Che cosa ti ha detto il Signore? - domandò Eli. - Non nascondermi nulla. Dio ti punisca severamente se mi nasconderai una sola parola di quel che ti ha detto.
18 Allora Samuele gli raccontò tutto, senza nascondere nulla. Eli gli disse:
- E' il Signore! Faccia quel che ritiene giusto.
19 Samuele divenne grande; il Signore era con lui e fece in modo che nessuna delle sue parole andasse a vuoto.
20 Così tutto il popolo d'Israele, da Dan a nord fino a Bersabea a sud, seppe che Samuele era un vero profeta del Signore.
21 Il Signore continuò a manifestarsi a Samuele: nel santuario di Silo gli rivelava la sua parola.

CAPITOLO 4
1 E Samuele la comunicava a tutto il popolo d'Israele.

L'ARCA DELL'ALLEANZA IN MANO AI FILISTEI

Qualche tempo dopo gli Israeliti dovettero combattere contro i Filistei. Si accamparono presso Eben - Ezer (La Pietra dell'Aiuto) mentre i Filistei si erano accampati ad Afek.
2 I Filistei si schierarono contro gli Israeliti e divampò la battaglia. Gli Israeliti furono sconfitti e lasciarono sul campo quattromila uomini.
3 Quando l'esercito tornò all'accampamento, i capi d'Israele dissero: «Perché mai il Signore oggi ci ha fatto perdere contro i Filistei? Andiamo a Silo a prendere l'arca dell'alleanza del Signore: quando sarà in mezzo a noi ci salverà dai nemici».
4 Mandarono a Silo alcuni uomini con l'incarico di prendere l'arca del Signore degli eserciti d'Israele, che siede in trono tra i cherubini. Accanto all'arca c'erano Ofni e Finees, i due figli di Eli.
5 Quando l'arca dell'alleanza del Signore giunse all'accampamento, tutto Israele esplose in un'acclamazione così forte da far tremare la terra.
6 I Filistei udirono quel frastuono e si chiesero: «Che cosa succede? Che cosa significa quest'urlo nell'accampamento degli Ebrei?». Vennero a sapere che era giunta l'arca del Signore
7 e si spaventarono. Dicevano: «Un dio è giunto nel loro accampamento. Siamo perduti: fino a ieri non era così.
8 Chi potrà salvarci dalla mano di un dio così potente? E' lui il dio che nel deserto ha dato duri colpi agli Egiziani.
9 Coraggio, Filistei! Comportiamoci da uomini, altrimenti finiremo per diventare schiavi degli Ebrei, come essi lo sono stati di noi. Comportiamoci da uomini e combattiamo con coraggio».
10 Quindi i Filistei attaccarono battaglia: gli Israeliti furono sconfitti e fuggirono ognuno a casa sua. Fu una vera disfatta: caddero tremila soldati d'Israele.
11 L'arca di Dio fu catturata, e anche i due figli di Eli, Ofni e Finees, morirono.

MORTE DI ELI

12 Un uomo della tribù di Beniamino fuggì di corsa dal campo di battaglia e giunse in quello stesso giorno a Silo. Aveva le vesti strappate e la testa coperta di polvere
13 Eli stava seduto sulla sua seggiola ai bordi della strada, scrutando l'orizzonte, in ansia per la sorte dell'arca di Dio. Quando quell'uomo entrò in città e diede la notizia, tutti gridarono di dolore.
14 Egli udì le grida e domandò:
- Perché la gente fa tanto rumore?
L'uomo si affrettò a portare la notizia a Eli.
15 Egli aveva ormai novantotto anni ed era diventato completamente cieco.
16 L'uomo gli disse:
- Sono riuscito a fuggire dal campo di battaglia e sono corso qui oggi stesso.
- Come sono andate le cose, figlio mio? - domandò Eli.
17 Il messaggero rispose:
- Gli Israeliti sono stati messi in fuga dai Filistei; è stato un vero massacro per noi: i tuoi due figli, Ofni e Finees, sono morti e l'arca di Dio è stata catturata.
18 Quando udì nominare l'arca di Dio, Eli cadde all'indietro dalla seggiola a lato della porta del santuario, batté la testa e morì, perché era vecchio e pesante. Aveva guidato il popolo d'Israele per quarant'anni.

MORTE DELLA MOGLIE DI FINEES

19 La moglie di Finees, nuora di Eli, era incinta e ormai vicina al parto. Quando udì che i Filistei avevano catturato l'arca di Dio e che il suocero e il marito le erano morti, fu presa dalle doglie e partorì.
20 Siccome stava per morire, le donne che l'assistevano le dissero: «Non aver paura: hai dato alla luce un figlio maschio». Essa non diede retta alle donne e non parlò con loro, ma volle
21 dare il nome al bambino; lo chiamò Icabod (Senza Gloria), per dire: «La Gloria di Dio ha abbandonato Israele». Si riferiva alla cattura dell'arca di Dio e alla morte del suocero e del marito.
22 Aveva detto: «La Gloria di Dio ha abbandonato Israele» perché era stata catturata l'arca di Dio.

CAPITOLO 5

L'ARCA TRA I FILISTEI

1 I Filistei, catturata l'arca di Dio, da Eben - Ezer la portarono nella città di Asdod,
2 la introdussero nel santuario di Dagon e la deposero presso la sua statua.
3 Il giorno dopo, quando si alzarono, gli abitanti di Asdod trovarono la statua di Dagon con la faccia a terra davanti all'arca del Signore. Rimisero subito in piedi la statua al suo posto.
4 Il mattino dopo, però, la statua era di nuovo caduta con la faccia a terra davanti all'arca del Signore; per di più, la testa e le mani della statua si erano staccate ed erano in terra presso la soglia, solo il tronco era rimasto intatto.
5 E' per questo che ancor oggi i sacerdoti di Dagon e tutti quelli che entrano nel suo santuario ad Asdod evitano di mettere i piedi sulla soglia.
6 In seguito il Signore intervenne ancor più duramente nei confronti degli abitanti di Asdod e dintorni: li colpì con un'epidemia che provocava bubboni.
7 Visto come andavano le cose, gli abitanti di Asdod dissero: «Non vogliamo che l'arca del Dio d'Israele rimanga presso di noi, perché egli ha colpito troppo duramente noi e il nostro dio Dagon».
8 Convocarono dunque tutti i capi dei Filistei e chiesero loro:
- Che cosa dobbiamo fare dell'arca del Dio d'Israele?
- Bisogna trasportarla a Gat, - essi risposero.
Così l'arca fu trasportata nella città di Gat.
9 Ma anche qui, dopo l'arrivo dell'arca, il Signore provocò un enorme panico: tutti gli abitanti, dal più piccolo al più grande, furono colpiti dai bubboni.
10 Allora mandarono l'arca di Dio ad Accaron, ma al suo arrivo i cittadini di Accaron gridarono: «Hanno portato qui l'arca del Dio d'Israele per farci morire tutti!».
11 Convocarono a loro volta i capi dei Filistei e dissero loro: «Rimandate l'arca del dio d'Israele al suo popolo, altrimenti moriremo tutti». Infatti un'atmosfera di panico gravava sulla città, perché il Signore l'aveva così duramente colpita.
12 Quelli che non morivano venivano colpiti dai bubboni. Dalla città un grido di dolore saliva fino al cielo.

CAPITOLO 6

I FILISTEI RESTITUISCONO L'ARCA

1 L'arca del Signore rimase per sette mesi nel territorio dei Filistei.
2 Alla fine essi chiesero ai loro sacerdoti e indovini: - Che cosa dobbiamo fare dell'arca del Signore? Diteci in che modo dobbiamo comportarci per rimandarla nel suo paese.
3 Essi risposero:
- Se volete restituire l'arca del dio d'Israele, dovete senz'altro accompagnarla con un dono in riparazione del vostro peccato. Allora guarirete e saprete per quale motivo Dio ha voluto colpirvi così duramente.
4 - Che genere di dono dobbiamo offrirgli? - essi chiesero.
I sacerdoti e gli indovini risposero: - Cinque bubboni d'oro e cinque topi d'oro. Cinque, infatti, sono i vostri re che sono stati colpiti, come voi tutti, da una medesima epidemia.
5 Fate dunque queste riproduzioni d'oro sia dei vostri bubboni sia dei topi che devastano il vostro territorio. In questo modo riconoscerete la potenza del Dio d'Israele. Forse egli cesserà di colpire voi, le vostre divinità e la vostra terra.
6 Perché volete ostinarvi come hanno fatto gli Egiziani e il faraone? Ricordate come il Signore li ha messi in ridicolo e hanno dovuto lasciar partire il popolo d'Israele?
7 Fate dunque così: costruite un carro nuovo, poi prendete due vacche che allattano e non hanno mai portato il giogo. Attaccate le vacche al carro e chiudete i loro vitelli nella stalla.
8 Prendete l'arca del Signore, deponetela sul carro e, di fianco ad essa, collocate in una cassetta gli oggetti d'oro che offrite a Dio come dono di riparazione. Quindi, lasciate partire il carro con l'arca
9 e state a vedere: se andrà verso la città di Bet - Semes, nella direzione del territorio d'Israele, sapremo chi è causa dei nostri mali; se invece prenderà un'altra strada, sapremo che non è stata la sua mano a colpirci, ma tutto è capitato per caso.
10 I Filistei seguirono questo consiglio. Presero due vacche che allattavano, le attaccarono al carro e chiusero i loro vitelli nella stalla.
11 Misero l'arca del Signore sul carro e, a fianco, la cassetta con i topi d'oro e le riproduzioni dei bubboni.
12 Le vacche imboccarono decise la strada di Bet - Semes: andarono avanti, diritte, muggendo continuamente, ma senza piegare né a destra né a sinistra. I capi dei Filistei le seguirono fino al confine con Bet - Semes.

L'ARCA A BET - SEMES

13 Gli abitanti di Bet - Semes si trovavano nella pianura a mietere il grano. Alzando gli occhi videro l'arca e furono molto contenti.
14 Il carro arrivò al campo di Giosuè di Bet - Semes e li si fermò presso una grossa pietra. Allora gli abitanti di Bet - Semes fecero a pezzi il legno del carro e bruciarono le vacche in sacrificio al Signore.
15 I leviti avevano tolto dal carro l'arca del Signore e la cassetta che conteneva gli oggetti d'oro e li avevano posti sulla grande pietra. In quello stesso giorno gli abitanti di Bet - Semes offrirono al Signore vari sacrifici.
16 Visto ciò, i cinque capi dei Filistei ritornarono quel giorno stesso ad Accaron.
17 I bubboni d'oro che i Filistei avevano offerto al Signore come dono di riparazione erano cinque: corrispondevano alle città di Asdod, Gaza, Ascalon, Gat e Accaron.
18 Il numero dei topi d'oro, invece, era uguale a quello di tutte le località sottoposte ai cinque capi filistei, dalle città fortificate fino ai villaggi di campagna. A ricordo di tutto questo rimane ancor oggi, nel campo di Giosuè a Bet - Semes, la grossa pietra sulla quale avevano deposto l'arca del Signore.
19 Ma il Signore punì anche gli abitanti di Bet - Semes, perché avevano guardato dentro l'arca: morirono settanta uomini. Allora gli abitanti di Bet - Semes fecero lutto perché il Signore li aveva colpiti così duramente.

L'ARCA A KIRIAT - IEARIM

20 Poi gli abitanti di Bet - Semes dissero: «Chi potrà resistere alla presenza del Signore, questo Dio così inavvicinabile? Una volta via di qui, chi lo riceverà?».
21 Allora mandarono alla città di Kiriat - Iearim alcuni uomini con questo messaggio: «I Filistei hanno riportato l'arca del Signore: venite a prenderla e portatela presso di voi».

CAPITOLO 7
1 Gli abitanti di Kiriat - Iearim vennero a prendere l'arca e la trasportarono nella casa di Abinadab, sulla collina. Poi consacrarono suo figlio Eleazaro custode dell'arca del Signore.

SAMUELE A CAPO D'ISRAELE

2 Molto tempo era passato dal trasporto dell'arca a Kiriat - Iearim, una ventina d'anni. Gli Israeliti si rivolsero di nuovo al Signore.
3 Allora Samuele parlò così a tutto il popolo d'Israele: «Se davvero volete tornare al Signore con tutto il cuore, togliete di mezzo gli idoli della dea Astarte e tutte le altre divinità straniere. Dedicatevi completamente al Signore e servite lui solo: allora egli vi libererà dalle mani dei Filistei».
4 Gli Israeliti tolsero di mezzo gli idoli di Baal e di Astarte e tornarono a servire il Signore.
5 Samuele disse ancora: «Radunate tutto il popolo a Mizpa e io pregherò il Signore per voi».
6 Gli Israeliti si radunarono a Mizpa. Attinsero acqua e l'offrirono al Signore, quel giorno fecero digiuno e riconobbero di aver peccato contro il Signore. Là, a Mizpa, Samuele fu giudice del popolo d'Israele
7 Quando i capi dei Filistei vennero a sapere che gli Israeliti si erano radunati a Mizpa decisero di attaccarli. A questa notizia gli Israeliti ebbero paura
8 e dissero a Samuele: «Continua senza sosta a supplicare il Signore, nostro Dio, perché ci liberi dalle mani dei Filistei».
9 Samuele prese un vitello da latte e lo bruciò intero come sacrificio in onore del Signore. Poi supplicò il Signore a favore d'Israele, e il Signore l'ascoltò
10 Mentre Samuele offriva il sacrificio, i Filistei si erano disposti in ordine di battaglia per attaccare gli Israeliti. Ma, in quel giorno, il Signore fece udire un grande fragore di tuono e così gettò il panico tra i Filistei. Essi si diedero alla fuga davanti a Israele.
11 Allora gli Israeliti uscirono da Mizpa, colpirono i Filistei e li inseguirono fino alle vicinanze di Bet - Car.
12 Per questo Samuele prese una pietra e la rizzò fra Mizpa e Iesana (il Dente), la chiamò Eben - Ezer (La Pietra dell'Aiuto) «perché, - diceva, - è il Signore che ci ha aiutati fin qui».
13 Così i Filistei furono umiliati e non tentarono più di invadere il territorio d'Israele. Per tutto il tempo della vita di Samuele, il Signore fece sentire loro il peso della sua mano.
14 Le città che i Filistei avevano occupato tra Accaron e Gat erano tornate in possesso d'Israele: tutta quella regione era stata strappata ai Filistei. Anche tra Israeliti e Amorrei quello fu un periodo di pace.
15 Samuele fu giudice del popolo d'Israele per tutto il tempo della sua vita.
16 Ogni anno faceva il giro del paese, passando nelle città di Betel, Galgala e Mizpa e qui amministrava la giustizia per gli Israeliti.
17 Poi tornava a Rama, dov'era la sua casa e dove egli guidava il popolo d'Israele. Qui, inoltre, costruì un altare al Signore.

SAUL IL PRIMO RE

CAPITOLO 8

IL POPOLO DOMANDA UN RE

1 Quando fu vecchio, Samuele diede ai suoi figli il compito di amministrare la giustizia nel popolo d'Israele.
2 Il maggiore si chiamava Gioele e il secondo Abia; stabilirono la loro sede nella città di Bersabea.
3 Ma non si comportavano come il padre: erano avidi di denaro, accettavano regali e pronunziavano sentenze ingiuste.
4 Per questo i capi degli Israeliti si radunarono a Rama, presso Samuele,
5 e gli dissero: «Tu ormai sei vecchio e i tuoi figli non seguono il tuo esempio. Scegli dunque un re che ci governi, come avviene presso gli altri popoli».
6 La richiesta di essere governati da un re rattristò Samuele, che si rivolse al Signore.
7 Il Signore gli rispose: «Ascolta pure la proposta che ti hanno fatto a nome di tutto il popolo. Non rifiutano te, rifiutano me: non vogliono più che sia io il loro re.
8 Si comportano ora nei tuoi confronti come hanno sempre agito verso di me, da quando li ho fatti uscire dall'Egitto fino a oggi: mi hanno continuamente abbandonato per servire altri dèi.
9 Tu, quindi, accetta la loro proposta, però avvisali molto chiaramente: devono sapere quali saranno, di fatto, i diritti del re che regnerà su di loro».
10 Samuele riferì tutte le parole del Signore al popolo che gli aveva chiesto un re:
11 Questi, - disse, - saranno i diritti del re che regnerà su di voi: prenderà i vostri figli e li metterà alla guida dei suoi carri e dei suoi cavalli o ne farà guardie che precedono il suo carro a passo di corsa.
12 Altri saranno messi a capo di unità militari di mille e di cinquanta soldati. Altri dovranno arare i suoi campi e mietere le sue messi oppure fabbricare armi e attrezzature per i suoi carri da guerra.
13 Prenderà anche le vostre figlie come sue profumiere, cuoche e fornaie.
14 Vi porterà via i campi, le vigne e gli uliveti migliori e li darà ai suoi uomini.
15 Pretenderà la decima parte sui prodotti dei vostri campi e delle vostre vigne e li darà ai suoi funzionari e ministri.
16 Sequestrerà i vostri schiavi e le vostre schiave, i vostri giovani più forti e anche i vostri asini e li farà lavorare per sé.
17 Prenderà la decima parte delle vostre greggi e voi stessi diventerete suoi schiavi.
18 Un giorno, a causa del re che voi stessi avete domandato, invocherete aiuto, ma il Signore non vi ascolterà».
19 Così parlò Samuele, ma il popolo non volle dargli retta: «No! - esclamarono; - noi vogliamo un re.
20 Così saremo anche noi come tutti gli altri popoli: avremo un re che ci governerà, che uscirà alla testa dei nostri soldati e combatterà le nostre battaglie».
21 Samuele ascoltò tutto quel che il popolo diceva e lo confidò al Signore.
22 Il Signore gli rispose: «Ascolta pure le loro richieste: da' loro un re!». Quindi Samuele invitò tutti gli uomini d'Israele a ritornare ciascuno nella sua città.

CAPITOLO 9

SAUL E LE ASINE SMARRITE

1 In quel tempo, nella tribù di Beniamino, viveva un uomo importante: si chiamava Kis, era figlio di Abiel e discendeva da Zeror, Becorat e Afiach.
2 Kis aveva un figlio di nome Saul, un bel giovane alto e forte, come nessun altro in Israele, superava tutti dalla spalla in su.
3 Un giorno le asine di Kis si smarrirono. Allora egli disse al figlio Saul: «Prendi un servo con te e vai a cercare le asine».
4 Saul e il servo partirono. Attraversarono la regione montuosa di Efraim e il territorio di Salisa, ma non le trovarono. Si inoltrarono allora nella regione di Saalim ma inutilmente. Non riuscirono a trovarle neppure nel territorio di Beniamino.
5 Quando giunsero nella regione di Zuf, Saul disse al servo che lo accompagnava:
- Torniamo indietro: temo che mio padre non pensi più alle asine, ma cominci a preoccuparsi per noi.
6 Aspetta, - rispose il servo; - in questa città c'è un uomo di Dio molto stimato: tutto quel che egli dice si avvera sempre. Andiamo da lui: forse saprà indicarci la via che dobbiamo seguire.
7 Sono d'accordo, - rispose Saul al servo; - ma come presentarci a mani vuote? Non abbiamo più pane nelle nostre borse, non abbiamo nessun dono da offrirgli.
8 Guarda, - riprese il servo; - mi trovo in mano un piccolo pezzo d'argento: lo darò all'uomo di Dio perché ci indichi quale strada prendere.
9-11 Bene, - disse Saul; - andiamo. E s'incamminarono verso la città dove viveva l'uomo di Dio. Mentre salivano il pendio della città, incontrarono alcune ragazze che erano uscite ad attingere acqua. Domandarono loro:
- E' in città il veggente? (Così a quel tempo venivano chiamati i profeti, e quando si voleva consultare il Signore si diceva: «Andiamo dal veggente».)
12 Sì, c'è, - risposero le ragazze; - è arrivato poco prima di voi. E' venuto oggi nella nostra città, perché la popolazione offre un sacrificio nel santuario sulla collina. Se vi sbrigherete
13 a entrare in città, lo troverete prima che salga lassù per il banchetto sacrificale. Nessuno comincerà a mangiare prima del suo arrivo, perché deve benedire lui il sacrificio, e solo dopo gli invitati cominciano a mangiare. Andate subito e lo troverete.

SAMUELE INCONTRA SAUL

14 Saul e il servo si diressero verso la città. Stavano per entrarvi, quando incontrarono Samuele che usciva per salire al santuario.
15 Il giorno prima il Signore aveva detto a Samuele:
16 «Domani a quest'ora ti manderò un uomo della tribù di Beniamino. Lo consacrerai come capo del mio popolo, Israele. Egli libererà il mio popolo dal dominio dei Filistei: ho visto infatti la condizione del mio popolo e ho udito le sue invocazioni d'aiuto».
17 Appena Samuele vide Saul, il Signore gli rivelò: «Ecco l'uomo di cui ti ho parlato: lui terrà unito il mio popolo».
18 Saul si avvicinò a Samuele sulla porta della città e gli chiese:
- Per favore, indicami dove abita il veggente.
19 Sono io il veggente, - rispose Samuele; - precedimi al santuario. Oggi mangerete con me, e domattina ti lascerò andare dopo aver risposto a tutte le tue domande.
20 Quanto alle asine scomparse tre giorni fa, non devi più preoccuparti: sono state ritrovate. Del resto, tutto quel che c'è di prezioso in Israele appartiene a te e alla famiglia di tuo padre.
21 Saul rispose:
- Che cosa intendi dire? Io appartengo alla più piccola famiglia della tribù di Beniamino, la più piccola tribù d'Israele.
22 Ma Samuele prese con sé Saul e il servo, li introdusse nella sala del banchetto e diede loro il posto d'onore tra gli invitati, che erano una trentina.
23 Poi ordinò al cuoco:
- Servi la porzione di carne che ti ho comandato di tenere da parte.
24 Il cuoco portò la coscia e la parte vicina e le pose davanti a Saul. Allora Samuele disse a Saul:
- Ecco la porzione che era stata messa da parte per te per questa circostanza. Così potrai dire: «Sono io che ho invitato il popolo». Quel giorno, dunque, Saul mangiò con Samuele.
25 Poi, dal santuario, scesero in città. Samuele s'intrattenne con Saul sul terrazzo della casa.

SAUL E' CONSACRATO RE DA SAMUELE

26 Il giorno dopo, al sorgere del sole, Samuele chiamò Saul sulla terrazza:
- Presto, alzati che voglio salutarti.
Saul si alzò e uscì con Samuele.
27 Quando arrivarono al limite della città, Samuele disse a Saul:
- Ordina al tuo servo di andare avanti.
Il servo ubbidì e Samuele aggiunse: - Tu fermati un momento, e ti farò conoscere la volontà di Dio.

CAPITOLO 10
1 Allora Samuele prese l'ampolla dell'olio e lo versò sul capo di Saul, lo abbracciò e gli disse: «Vedi, il Signore ti ha consacrato come capo del suo popolo.
2 Oggi, partito di qui, arriverai a Zelzach al confine del territorio di Beniamino. Lì incontrerai due uomini presso la tomba di Rachele. Essi ti diranno:
"Le asine che cerchi sono state ritrovate; tuo padre quindi non è più preoccupato per esse, ma è in pena per voi e si domanda che cosa fare per ritrovare suo figlio"».
3 Samuele continuò: «Tu prosegui il cammino fino alla quercia di Tabor. Là incontrerai tre uomini che salgono al santuario di Betel, uno con tre capretti, l'altro con tre pani rotondi e il terzo con un otre di vino.
4 Ti saluteranno e ti offriranno due pani: accettali.
5 Poi arriverai a Gabaa di Dio, dove c'è una guarnigione dei Filistei. Appena entrato in città, troverai un gruppo di profeti che scendono dal santuario preceduti da suonatori di arpa e tamburello, flauto e cetra. Saranno in piena esaltazione profetica.
6 Allora lo spirito del Signore scenderà su di te: sarai preso dallo stesso entusiasmo profetico e sarai trasformato in un altro uomo.
7 Quando si saranno avverati questi segni, agirai senza timore in ogni circostanza, perché il Signore è con te.
8 Dovrai però precedermi a Galgala, dove io ti raggiungerò più tardi per offrire vari sacrifici. Mi aspetterai sette giorni: quando sarò arrivato ti farò sapere quel che devi fare».
9 Appena Saul si voltò per lasciare Samuele, Dio lo trasformò nell'animo, e si avverarono tutti i segni che Samuele aveva predetto.
10 Infatti, quando Saul e il suo servo arrivarono a Gabaa, incontrarono un gruppo di profeti che veniva verso di loro. Lo spirito di Dio si impadronì di Saul, ed egli si mise a danzare e a gridare insieme ai profeti.
11 Tutti quelli che lo conoscevano da tempo e lo videro fare il profeta in quel modo, si domandavano l'un l'altro:
- Che cosa è successo al figlio di Kis?
Perfino Saul si è messo a fare il profeta?
12 Un abitante del luogo disse:
- Ma chi è il capo di questi profeti?
Da allora è diventato proverbiale questo modo di dire: «Perfino Saul si è messo a fare il profeta?».
13 Quando ebbe finito di danzare e di gridare, Saul tornò al santuario sulla collina.
14 Quando suo zio lo incontrò, chiese: - Dove siete stati?
- A cercare le asine, - rispose Saul, - ma, visto che non riuscivamo a trovarle, siamo andati a consultare Samuele.
15 - E Samuele che cosa vi ha detto? - riprese lo zio, - raccontami.
16 - Ci ha assicurato che le asine erano state ritrovate, - gli rispose Saul. Ma delle parole di Samuele a proposito del regno non disse nulla.

SAUL È PROCLAMATO RE DAVANTI AL POPOLO

17 Samuele convocò il popolo davanti al Signore, al santuario di Mizpa,
18 se fece questo discorso: «Così dice il Signore Dio d'Israele: Io vi ho fatti uscire dall'Egitto, vi ho liberati dal dominio degli Egiziani e da tutti i regni che vi opprimevano».
19 Samuele continuò: «Il vostro Dio è l'unico che vi salva da tutti i vostri mali e dalle vostre angosce. Voi oggi, invece, lo rifiutate e gli chiedete di darvi un re. Se è così, presentatevi dunque davanti al Signore, distinti per tribù e per gruppi di famiglie».
20 Allora Samuele fece avvicinare per il sorteggio le tribù d'Israele, una per una, e la sorte cadde su quella di Beniamino.
21 Poi fece avvicinare la tribù di Beniamino, famiglia per famiglia, e la sorte cadde sulla famiglia di Matri. Infine fece avvicinare gli uomini della famiglia di Matri e la sorte cadde su Saul figlio di Kis. Lo cercarono, ma non riuscivano a trovano.
22 Allora interrogarono di nuovo il Signore e gli chiesero:
- Dove si trova Saul?
- E' là, - rispose il Signore, - nascosto fra i bagagli.
23 Corsero a prenderlo di là e lo presentarono al popolo: superava tutti dalla spalla in su.
24 Allora Samuele disse:
- Avete visto chi ha scelto il Signore? Non c'è nessuno come lui in tutto il popolo.
Tutti acclamarono a gran voce:
- Viva il re!
25 Samuele spiegò quindi al popolo i diritti e le prerogative del re, poi li scrisse in un libro e lo depose in un luogo sacro, davanti al Signore. Quindi rimandò tutti alle loro case.
26 Anche Saul se ne tornò a casa, a Gabaa. Lo accompagnavano alcuni soldati a cui Dio aveva toccato il cuore.
27 Ma altri, che erano dei poco di buono, dissero: «Sarebbe questo l'uomo che deve salvarci?». Lo disprezzarono e non gli portarono doni.

CAPITOLO 11

SAUL COMBATTE GLI AMMONITI

1 Circa un mese dopo, Nacas, re degli Ammoniti, assediò una città degli Israeliti, Iabes, nella regione di Galaad. Allora gli abitanti di Iabes gli proposero:
- Fa' un trattato di pace con noi, e ti saremo sottomessi.
2 Nacas rispose:
- D'accordo, farò un trattato, ma soltanto a questa condizione: di cavare a ciascuno di voi l'occhio destro, così tutto il popolo d'Israele sarà umiliato.
3 I capi di Iabes replicarono:
- Concedici sette giorni di tempo. Manderemo messaggeri in tutto il territorio d'Israele e, se nessuno verrà in nostro aiuto, ci arrenderemo.
4 I messaggeri arrivarono a Gabaa, la città di Saul, e riferirono al popolo quel che stava accadendo. Allora tutti levarono grida e lamenti.
5 Saul tornava in quel momento dai campi con i buoi, domandò perché tutti piangessero, e gli riferirono le parole dei messaggeri di Iabes.
6 Mentre egli ascoltava, lo spirito del Signore si impossessò di lui. Saul, in preda a un grande furore,
7 prese un paio di buoi e li fece a pezzi, poi li mandò, per mezzo dei messaggeri, in tutto il territorio d'Israele con questa minaccia: «Così finirà il bestiame di quanti non seguiranno Saul e Samuele in battaglia». A questo avvertimento del Signore, il popolo si spaventò e tutti si presentarono compatti come un sol uomo.
8 Saul li passò in rivista a Bezek: c'erano trecentomila uomini delle tribù d'Israele e tremila della tribù di Giuda.
9 Poi mandò a dire agli abitanti di Iabes: «Domani, prima di mezzogiorno, sarete salvi». I messaggeri portarono la notizia a quelli di Iabes. Essi, pieni di gioia,
10 dissero a Nacas, re degli Ammoniti: «Domani ci presenteremo davanti a voi, e farete di noi quel che vorrete».
11 Ma, il mattino dopo, gli uomini di Saul, divisi in tre squadre, penetrarono nell'accampamento degli Ammoniti e fecero strage fino a mezzogiorno. I superstiti fuggirono sbandati: non ne rimasero due insieme.
12 Allora il popolo disse a Samuele:
- Dove sono adesso quelli che non volevano Saul come re? Consegnateli a noi e li metteremo a morte.
13 Ma Saul rispose:
- Nessuno dev'essere messo a morte in un giorno come questo: oggi il Signore ha salvato Israele.
14 Intervenne quindi Samuele e disse al popolo:
- Venite, andiamo a Galgala per confermare il nostro re.
15 Tutto il popolo andò a Galgala e là, nel santuario, proclamò re Saul. Poi fecero un banchetto sacro davanti al Signore. Fu un momento di grande gioia per Saul e per tutti gli uomini d'Israele.

CAPITOLO 12

ULTIMO DISCORSO DI SAMUELE

1 Samuele disse a tutti gli Israeliti: - Ho accolto tutte le vostre richieste e vi ho dato un re.
2 Ora avrete lui come guida. Io sono ormai vecchio, ho i capelli bianchi e i miei figli sono adulti. Sono stato vostro capo dagli anni della mia giovinezza fino a oggi.
3 Ora, se dovete accusarmi di qualcosa, fatelo davanti al Signore e al re che egli si è scelto. Ho forse preso il bue o l'asino di qualcuno? Chi ha subito torti o prepotenze da parte mia? Ho forse accettato regali da qualcuno, per chiudere gli occhi di fronte alla giustizia? Se ho fatto questo, sono pronto a riparare.
4 - No, - rispose il popolo, - tu non ci hai fatto alcun torto, non sei stato prepotente e non hai mai accettato regali da nessuno.
5 Samuele riprese:
- Oggi il Signore e il re sono testimoni che non avete trovato niente contro di me.
- Sì, siamo testimoni, - risposero.
6 Samuele continuò:
- E' testimone il Signore, lui che ha scelto Mosè e Aronne e ha fatto uscire i vostri padri dalla terra d'Egitto.
7 Ora tocca a voi sottoporvi alle mie accuse davanti al Signore. Voglio ricordarvi i grandi benefici che egli ha compiuto per voi e per i vostri padri.
8 Dopo che Giacobbe era sceso in Egitto, i vostri padri, oppressi, si rivolsero con implorazioni al Signore, ed egli mandò Mosè e Aronne per liberarli dall'Egitto e condurli in questa regione.
9 Ma essi dimenticarono il Signore loro Dio; per questo egli li abbandonò nelle mani dei loro nemici, di Sisara, capo dell'esercito di Azor, dei Filistei e del re di Moab.
10 Gli Israeliti si rivolsero di nuovo al Signore: «Abbiamo peccato, abbiamo abbandonato te, Signore, per servire gli idoli di Baal e di Astarte. Ma ora liberaci dai nostri nemici e ti serviremo».
11 Allora il Signore mandò Ierub - Baal, Bedan, Iefte e, da ultimo, me. Così il Signore vi ha liberati dai vostri nemici e avete potuto vivere sicuri.
12 Ma, quando avete visto Nacas, re di Ammon, venire contro di voi, mi avete detto: «Noi vogliamo un re», mentre è il Signore il vostro re.
13 Avete voluto e chiesto un re: ebbene, il Signore ve l'ha dato.
14 Se sarete fedeli al Signore e lo servirete, se ascolterete la sua voce e non vi opporrete alla sua volontà, allora il Signore, vostro Dio, continuerà a guidare voi e il vostro re.
15 Ma, se non darete ascolto alla sua voce e vi opporrete alla sua volontà, il Signore leverà la sua mano contro di voi, come ha fatto con i vostri padri.
16 Ora fate attenzione: il Signore sta per compiere un'azione grandiosa, la vedrete con i vostri occhi.
17 Siamo nei giorni della mietitura, quando non piove mai, ma io invocherò il Signore ed egli manderà tuoni e pioggia. Questo vi farà comprendere che avete commesso una grande colpa agli occhi del Signore quando avete chiesto per voi un re.
18 Samuele invocò il Signore ed egli, il giorno stesso, mandò tuoni e pioggia. Così tutto il popolo ebbe grande timore del Signore e di Samuele.
19 Dissero dunque a Samuele:
- Prega il Signore tuo Dio per noi, perché non moriamo: infatti abbiamo aggiunto un'altra colpa a tutti i nostri peccati quando abbiamo chiesto per noi un re.
20 - Non abbiate paura, - rispose Samuele. - Certo, il male che avete fatto è grande. Però non allontanatevi dal Signore, ma servitelo con tutto il cuore.
21 Non allontanatevi da lui per andar dietro agli idoli vani: essi non possono aiutarvi o salvarvi, sono cose vuote.
22 Il Signore non abbandonerà certamente il suo popolo per fedeltà a se stesso, perché è lui che ha voluto fare di voi il suo popolo.
23 Quanto a me, non smetterò di pregare per voi e di istruirvi nella via del bene: non voglio peccare contro il Signore.
24 Riconoscete l'autorità del Signore, servitelo fedelmente con tutto il cuore: avete visto quanti prodigi ha compiuto per voi.
25 Ma, se vi ostinate a fare il male, perirete, voi e il vostro re.

CAPITOLO 13

GUERRA CONTRO I FILISTEI. COLPA DI SAUL

2 Saul scelse tra gli Israeliti tremila uomini: duemila andarono con lui a Micmas e sulle montagne di Betel, mille stavano con suo figlio Gionata a Gabaa di Beniamino. Rimandò gli altri a casa.
3 Gionata conquistò il posto di guardia filisteo di Gabaa. I Filistei vennero a saperlo. Allora Saul fece suonare la tromba per dare la notizia agli Ebrei in tutto il territorio.
4 Così in tutto Israele corse la voce: «Saul ha conquistato il posto di guardia, e adesso tutti i Filistei sono contro di noi». Il popolo fu convocato a Galgala per unirsi a Saul.
5 I Filistei, intanto, si erano radunati per far guerra a Israele. Disponevano di tremila carri, seimila cavalieri e di truppe numerose come i granelli di sabbia sulla riva del mare. Si accamparono a Micmas, a oriente di Bet-Aven.
6 Quando gli Israeliti si videro in pericolo, minacciati così da vicino, si nascosero nelle grotte, nelle boscaglie, tra le rocce, nelle fosse e nelle cisterne.
7 Alcuni Ebrei attraversarono il Giordano e si rifugiarono nei territori di Gad e di Galaad. Saul era rimasto a Galgala, tutto il popolo che era con lui tremava dalla paura.
8 Attese sette giorni, il tempo stabilito da Samuele. Ma Samuele non arrivava e il popolo cominciava ad abbandonare Saul.
9 Allora egli ordinò di preparare gli animali per il sacrificio completo e il banchetto sacro. E Saul stesso offrì il sacrificio.
10 Aveva appena finito di offrirlo, ed ecco arrivare Samuele. Saul gli andò incontro per salutarlo,
11 ma Samuele gli disse:
- Che cos'hai fatto?
- Il popolo mi stava abbandonando, - rispose Saul, - e tu non sei venuto nel giorno stabilito. Per di più i Filistei si erano accampati a Micmas.
12 Allora mi son detto: Adesso i Filistei scenderanno a Galgala per attaccarmi e io non mi sono ancora assicurato il favore del Signore. Così mi sono fatto forza e ho offerto il sacrificio.
13 Samuele rispose:
- Hai fatto una pazzia: non hai osservato la legge che il Signore, tuo Dio, ti aveva dato. Se tu avessi ubbidito, il Signore avrebbe reso stabile per sempre il tuo regno su Israele.
14 Invece, il tuo regno non durerà, perché non hai osservato quel che il Signore ti aveva comandato. Il Signore si è già scelto un uomo come vuole lui e lo costituirà a capo del suo popolo.
15 Samuele lasciò Galgala e se ne andò per la sua strada. Il resto del popolo seguì Saul per congiungersi con i soldati accampati a Gabaa nel territorio di Beniamino. Saul passò in rivista le truppe che gli erano rimaste: erano circa seicento uomini.
16 Saul, suo figlio Gionata e i loro soldati erano accampati a Gabaa di Beniamino, i Filistei, invece, a Micmas.
17 Un giorno i Filistei fecero uscire dal campo una squadra d'assalto divisa in tre pattuglie: la prima prese la via di Ofra verso la terra di Sual,
18 la seconda la via di Bet - Oron, la terza prese la direzione del confine sulla via che sovrasta la valle di Zeboim (la valle delle Iene) verso il deserto.
19 In quel tempo non si trovava un fabbro in tutto il territorio di Israele, perché i Filistei volevano impedire agli Ebrei di costruire spade e lance.
20 Così per poter affilare lame d'aratro, zappe, scuri e falci, gli Ebrei erano costretti a rivolgersi ai Filistei,
21 che si facevano pagare profumatamente: due terzi di un pezzo d'argento per affilare una lama d'aratro o una zappa o un tridente o un pungolo.
22 Per questo, il giorno della battaglia, nessuno dei soldati che stavano con Saul e Gionata era armato di lancia o spada; se ne trovarono soltanto per il re e suo figlio.
23 Intanto un contingente di Filistei si appostò al passo di Micmas.

CAPITOLO 14

GIONATA ATTACCA UN GRUPPO DI SOLDATI FILISTEI

1 Un giorno Gionata, figlio di Saul, disse al suo scudiero: «vieni, andiamo dall'altra parte, verso la postazione dei Filistei». E partì senza avvertire suo padre.
2 Saul si trovava presso il melograno di Migron, poco fuori Gabaa, e con lui c'erano circa seicento uomini.
3 Il sacerdote che portava l'efod per interrogare il Signore era Achia figlio di Achitub, nipote di Finees e pronipote di Eli, che era stato sacerdote del Signore a Silo; suo zio era Icabod. Neppure i soldati sapevano della partenza di Gionata.
4 Per raggiungere la posizione dei Filistei, Gionata si cercò un passaggio tra due spuntoni di roccia chiamati Bozez e Sene.
5 Il primo è volto a nord di fronte a Micmas, il secondo a sud di fronte a Gabaa.
6 Gionata disse al suo scudiero:
- Su, andiamo verso quel gruppo di miscredenti filistei: forse il Signore ci aiuterà; per lui non c'è alcuna differenza a dare la vittoria indipendentemente dal numero.
7 Fa' quel che hai in mente, - rispose lo scudiero, - e andiamo! Io sono d'accordo con te.
8 Gionata proseguì:
- Andiamo verso quegli uomini e facciamoci vedere.
9 Se ci diranno: «Fermatevi, aspettate che vi raggiungiamo», non andremo da loro ma resteremo dove siamo.
10 Se invece ci diranno: «Venite su», saliremo, perché è segno che il Signore li ha messi in nostro potere.
11 Quindi, tutti e due fecero in modo di essere visti dalla postazione nemica. i Filistei dissero tra di loro: «Guardate! Gli Ebrei sbucano dalle caverne dove si erano rintanati».
12 Poi, rivolti a Gionata e al suo scudiero, gridarono: «Venite su: abbiamo una cosa da dirvi». Gionata allora ordinò allo scudiero: «Tu vieni dietro a me, perché il Signore li ha messi nelle mani d'Israele».
13 Gionata si arrampicò con mani e piedi, seguito dallo scudiero. I Filistei cominciarono a cadere sotto i colpi, e lo scudiero, dietro di lui, li finiva.
14 In questa prima strage compiuta da Gionata e dal suo scudiero persero la vita circa venti uomini, nello spazio ristretto di pochi metri.
15 Il terrore si diffuse nell'accampamento, nelle campagne e fra tutta la gente. Anche la guarnigione e i corpi d'assalto erano terrorizzati. Tutto il paese tremò e fu preso da una paura terribile.

I FILISTEI IN FUGA

16 A Gabaa di Beniamino, le sentinelle di Saul erano in osservazione e videro una moltitudine che si disperdeva in ogni direzione.
17 Allora Saul ordinò agli uomini che erano con lui: «Controllate chi di noi si è allontanato». Fecero l'appello: mancavano Gionata e il suo scudiero.
18 Saul disse al sacerdote Achia: «Porta qui l'arca di Dio». in quel tempo, infatti, gli Israeliti avevano con sé l'arca di Dio.
19 Mentre Saul parlava al sacerdote, il tumulto nell'accampamento filisteo aumentava sempre di più. Allora Saul ordinò al sacerdote: «Lascia perdere!».
20 Saul e i suoi uomini si lanciarono, gridando, all'attacco. Ma si accorsero che i nemici si uccidevano l'un l'altro in una confusione indescrivibile.
21 Tra i Filistei vi erano alcuni Ebrei che da tempo erano loro sottomessi e li avevano seguiti in battaglia. Essi passarono dalla parte degli Israeliti sotto il comando di Saul e Gionata.
22 Anche quegli Israeliti che si erano rifugiati sulle montagne di Efraim, quando seppero che i Filistei erano in fuga, si unirono nella lotta ai loro compagni,
23 e la battaglia si estese fino a Bet - Aven. In quel giorno il Signore diede la vittoria agli Israeliti.

IL POPOLO SALVA GIONATA

24 Gli Israeliti, in quel giorno, erano sfiniti, perché Saul li aveva minacciati con queste parole: «Sia maledetto chi mangerà qualcosa prima di sera, prima che io abbia terminata la vendetta sui miei nemici». Per questo nessuno prese cibo.
25 Tutti attraversarono un bosco nel quale c'era del miele sul terreno.
26 Mentre passavano, vedevano il miele colare, ma nessuno stese la mano per mangiarne: tutti avevano timore della maledizione.
27 Gionata, però, non aveva udito quel che Saul aveva minacciato alla gente; tese la lancia che aveva in mano, la intinse nel miele e se lo portò alla bocca con la mano. Subito riprese le forze.
28 Ma uno dei soldati gli disse:
- Non sai che tuo padre ci ha imposto, sotto pena di maledizione, di non mangiare niente per tutto il giorno? E adesso tutti siamo sfiniti.
29 Gionata rispose:
- Mio padre vuoi rovinare tutti. Non vedete come mi sono ripreso con un po' di questo miele?
30 Se i nostri avessero mangiato qualcosa del bottino preso ai nemici, la sconfitta dei Filistei sarebbe stata ancora maggiore.
31 In quel giorno i Filistei furono sconfitti da Micmas fino ad Aialon. I soldati erano sfiniti;
32 Si gettarono sul bottino, presero agnelli, buoi e vitelli, li uccisero sul posto e li mangiarono senza dissanguarli.
33 Qualcuno lo disse a Saul: - La gente sta peccando contro il Signore: mangia anche il sangue!
Saul esclamò:
Traditori! Preparatemi subito una grossa pietra.
34 Poi ordinò:
- Passate tra la gente e ordinate che ciascuno mi porti qui il suo montone o il suo bue. Li macellerete su questa pietra e poi li mangerete. Così non offenderete il Signore nutrendovi anche di sangue.
Quella notte tutti portarono i loro animali e li macellarono sulla pietra.
35 Fu quella la prima volta che Saul innalzò un altare al Signore.
36 Poi Saul propose:
- Inseguiamo i Filistei questa notte, non lasciamocene scappare nessuno e facciamo bottino fino all'alba.
Tutti risposero:
- Va bene, fa' come credi giusto. Ma il sacerdote disse:
- Prima interroghiamo il Signore.
37 Saul interrogò il Signore:
- Devo inseguire i Filistei? Li metterai in potere di noi Israeliti?
Quella volta Dio non gli rispose.
38 Allora ordinò ai comandanti del popolo:
- Venite qui tutti. Cercate di scoprire quale peccato è stato commesso oggi.
39 Come è vero che il Signore vive e dà la vittoria agli Israeliti, vi giuro che il colpevole sarà condannato a morte, fosse pure mio figlio Gionata.
Tutti tacevano,
40 e Saul continuò:
- Voi mettetevi da una parte, io e mio figlio Gionata ci metteremo dall'altra.
il popolo approvò.
41 Saul interrogò il Signore con questa richiesta:
- Dio d'Israele, mostra chi è innocente. Fu tirata la sorte e il popolo risultò innocente a differenza di Saul e Gionata.
42 Saul disse:
- Ora sorteggiate tra me e mio figlio Gionata. Gionata risultò colpevole.
43 Saul gli chiese
che cosa aveva fatto, e Gionata raccontò:
- Ho preso un po' di miele con la punta della lancia. Sono pronto a morire.
44 Saul giurò:
- Il Signore mi punisca severamente se non ti metterò a morte.
45 Ma il popolo disse a Saul:
- Perché deve morire Gionata che ha dato agli Israeliti questa grande vittoria? Come è vero che il Signore vive, non gli si deve torcere neppure un capello. Egli ha agito con l'aiuto di Dio. Così il popolo salvò Gionata, ed egli non fu messo a morte.
46 Saul smise di inseguire i Filistei, ed essi tornarono nei loro territori.

UN BILANCIO DEL REGNO DI SAUL

47 Saul si assicurò la sovranità sugli Israeliti e combatté contro tutti i nemici che li circondavano: i Moabiti, gli Ammoniti e gli Edomiti, contro il regno di Zoba e contro i Filistei. Ebbe successo in ogni sua impresa.
48 Compì azioni coraggiose, sconfisse gli Amaleciti e così liberò gli Israeliti dai loro oppressori.
49 I figli di Saul furono: Gionata, Isbaal e Malkisua; ebbe anche due figlie: Merab, la maggiore, e Mikal.
50 La moglie di Saul si chiamava Achinoam ed era figlia di un certo Achimaaz. Il capo delle truppe si chiamava Abner ed era figlio di Ner, zio di Saul.
51 Infatti, Ner padre di Abner e Kis padre di Saul erano figli di Abiel.
52 Durante tutto il regno di Saul si combatterono battaglie contro i Filistei. Saul prendeva al suo seguito ogni uomo valoroso e in grado di combattere che incontrava.

CAPITOLO 15

NUOVA INFEDELTÀ DI SAUL

1 Un giorno Samuele disse a Saul: «il Signore ha mandato me per consacrarti re del suo popolo, Israele. Ora, dunque, ascolta le parole del Signore.
2 Così dice il Signore degli eserciti d'Israele: Non ho dimenticato quel che il popolo degli Amaleciti ha fatto a Israele, quando gli sbarrò la strada mentre usciva dall'Egitto.
3 Ora va' e colpisci gli Amaleciti: sterminerai tutto quel che appartiene loro. Non avere pietà: uccidi uomini e donne, bambini e lattanti, buoi e pecore, cammelli e asini».
4 Saul radunò l'esercito e lo passò in rassegna a Telaim: erano duecentomila fanti più diecimila della tribù di Giuda.
5 Saul avanzò fino alla città di Amalek e preparò un'imboscata nel letto di un torrente.
6 Inoltre disse ai Keniti: «Non restate insieme con gli Amaleciti, separatevi da loro. Non voglio farvi subire la stessa sorte, perché voi avete agito bene nei confronti degli Israeliti quando uscirono dall'Egitto». I Keniti si separarono così dagli Amaleciti.
7 Allora Saul colpì il territorio degli Amaleciti da Avila fino a Sur, presso il confine egiziano
8 Fece prigioniero Agag, re di Amalek, mentre sterminò tutto il popolo uccidendolo con la spada.
9 Saul e i soldati risparmiarono non solo Agag, ma anche le pecore e i buoi migliori, gli animali da ingrasso e gli agnelli: si rifiutarono insomma di sterminare tutto il bestiame di valore, sterminarono invece tutta la roba inutile e scadente.

DIO RESPINGE SAUL

10 Allora il Signore si rivolse a Samuele:
11 «Mi pento; - disse, - di aver scelto Saul come re, perché si è allontanato da me e non ha seguito i miei ordini». Samuele restò turbato e per tutta la notte continuò a implorare il Signore.
12 Il giorno dopo, la mattina presto, partì per andare a trovare Saul. Gli dissero: «Saul è andato ai villaggio di Carmel, si è fatto costruire un monumento ed è ripartito per Galgala».
13 Samuele io raggiunse e Saul gli disse:
- il Signore ti benedica. Ho fatto tutto quel che aveva ordinato il Signore.
14 - Ma, - domandò Samuele, - come mai allora sento pecore belare e buoi muggire?
15 Saul rispose:
Sono stati i soldati a risparmiare le pecore e i buoi migliori degli Amaleciti. Li hanno condotti qui per offrirli in sacrificio al Signore tuo Dio; il resto però l'abbiamo sterminato.
16 - Ora basta! - disse Samuele, - adesso ti annunzio io quel che il Signore mi ha fatto sapere questa notte.
- Parla, - disse Saul.
17 Samuele riprese:
- Tu ora sei il capo delle tribù d'Israele, anche se tu stesso ti consideri una persona senza importanza. Il Signore ti ha consacrato re d'Israel
18 e ti ha mandato con l'incarico di distruggere questi Amaleciti peccatori con una guerra totale di sterminio.
19 Perché, dunque, non hai ascoltato la voce dei Signore e ti sei gettato a fare bottino? In questo modo sei andato contro la sua volontà.
20 - Ma io ho ubbidito alla parola dei Signore, - replicò Saul; - ho eseguito l'incarico con cui mi aveva mandato: ho sterminato gli Amaleciti e ho fatto prigioniero il loro re Agag.
21 I soldati hanno trattenuto dal bottino pecore e buoi, la parte migliore di quel che si doveva sterminare, ma soltanto per offrirli in sacrificio al Signore tuo Dio a Galgala.
22 Samuele esclamò:
- Gradisce forse il Signore le offerte e i sacrifici più dell'ubbidienza alla sua parola? Meglio dei sacrificio è ubbidire: essere docili a lui vale più che offrire animali di pregio.
23 La disubbidienza è grave come ricorrere a indovini, come ribellarsi, come la peggiore idolatria. Tu hai respinto la parola del Signore, il Signore ti respinge come re.
24 - Ho peccato, - disse Saul a Samuele; - ho disubbidito all'ordine dei Signore e alle tue parole, ho avuto paura dei soldati e ho ascoltato le loro richieste.
25 Ma ora ti prego, perdona il mio peccato e torna a me e io potrò di nuovo adorare il Signore.
26 Ma Samuele gli rispose:
- No, non tornerò a te, poiché tu hai respinto la parola dei Signore, e il Signore ti ha respinto come re d'Israele.
27 Samuele si voltò per andarsene, ma Saul gli afferrò il mantello e un pezzo si strappò.
28 Allora Samuele gli disse:
- Così oggi il Signore ha strappato via da te il regno d'Israele per darIo a un altro migliore di te.
29 Egli, "La Gloria d'Israele", non è come gli uomini: non mente e non ritorna sulle sue decisioni.
30 Saul riprese:
- Ho peccato, è vero, ma ora ti supplico: trattami con onore di fronte al popolo d'Israele e ai suoi capi, torna a me perché possa adorare il Signore tuo Dio.
31 Samuele andò con lui, e Saul adorò il Signore.
32 Poi Samuele ordinò di condurgli Agag, il re degli Amaleciti. Egli venne avanti tranquillamente perché pensava: «Certamente il pericolo di morte è passato».
33 Ma Samuele gli disse: «La tua spada ha tolto i figli a molte donne, ora anche tua madre sarà una donna privata dei figlio». E lo uccise davanti ai santuario di Galgala.
34 Samuele tornò quindi a Rama, mentre Saul risalì a Gabaa a casa sua.
35 Samuele non vide più Saul fino ai giorno della sua morte ed era molto addolorato per lui: il Signore si era pentito di aver fatto regnare Saul su Israele.

SAUL E DAVIDE

CAPITOLO 16

DIO SCEGLIE DAVIDE COME NUOVO RE

1 Il Signore disse a Samuele: - Fino a quando continuerai a piangere per Saul? Io l'ho respinto e non potrà più essere re d'Israele. Ora riempi d'olio il tuo recipiente di corno, e mettiti in cammino. Ti mando a Betlemme, alla casa di lesse, perché mi sono scelto un re tra i suoi figli.
2 Samuele domandò:
- Come posso partire? Saul lo verrà a sapere e mi ucciderà.
Rispose il Signore:
- Prendi con te un vitello: dirai che sei andato per offrire un sacrificio ai Signore
3 e inviterai lesse al sacrificio. Ti indicherò io quei che dovrai fare: consacrerai re l'uomo che ti indicherò.
4 Samuele fece quel che il Signore gli aveva ordinato. Quando arrivò a Betlemme, i capi della città gli andarono incontro e, ansiosi, gli chiesero:
- E' di buon augurio la tua venuta?
5 - Sì, è di buon augurio, - rispose: - sono venuto per offrire un sacrificio al Signore. Purificatevi per il sacrificio e poi venite con me.
Fece lui stesso il rito di purificazione per lesse e i suoi figli e li invitò al sacrificio.
6 Quando essi arrivarono, Samuele vide Eliab e disse tra sé: «Ecco davanti al Signore il re da lui scelto».
7 Ma il Signore gli disse: «Non lasciarti influenzare dal suo aspetto o dalla sua altezza, non è lui che ho in mente. Quel che vede l'uomo non conta: l'uomo guarda l'apparenza, ma il Signore guarda il cuore».
8 Iesse chiamò quindi suo figlio Abinadab e lo presentò a Samuele, ma questi disse:
- No, non è lui che il Signore ha scelto.
9 Iesse presentò Samma, e Samuele disse:
- No, non è lui che il Signore ha scelto.
10 Così lesse presentò a Samuele i suoi sette figli, ma Samuele gli disse:
- Il Signore non ha scelto nessuno di loro.
11 Poi aggiunse:
- Sono tutti qui i tuoi figli?
- No, - rispose lesse, - rimane ancora il più piccolo: è andato al pascolo.
- Mandalo a cercare, - ordinò Samuele. - Non ci metteremo a tavola prima del suo arrivo.
12 Iesse mandò a prenderlo: era giovane e con un bel colorito, due begli occhi e di piacevole aspetto. Il Signore disse a Samuele: «E' lui: consacralo re».
13 E Samuele prese il recipiente di corno pieno d'olio e lo versò sulla testa di Davide per consacrarlo, di fronte ai suoi fratelli. Lo spirito del Signore scese su Davide e, da quel giorno, fu sempre con lui. Samuele infine tornò a Rama.

DAVIDE AL SERVIZIO DI SAUL

14 Lo spirito del Signore aveva abbandonato Saul. Ora egli era tormentato da uno spirito maligno mandato dal Signore.
15 Allora i suoi servi gli dissero:
- Vedi, Dio ha inviato uno spirito maligno a tormentarti.
16 Noi siamo a tua disposizione: basta che tu ci dia un ordine, e noi cercheremo un uomo che sappia suonare la cetra. Così, quando lo spirito cattivo ti investirà, egli suonerà la cetra e tu ne avrai sollievo.
17 - D'accordo, - rispose Saul; - cercatemi un buon suonatore e portatemelo qui.
18 Uno dei servi disse:
- Ne conosco uno: è figlio di lesse, di Betlemme, sa suonare ed è anche un bravo soldato, è saggio nel parlare e di bell'aspetto. E il Signore è con lui.
19 Allora Saul mandò a lesse questo messaggio: «Fa' venire da me tuo figlio Davide, quello che pascola il gregge».
20 Iesse prese un asino, lo caricò di pane, di un otre di vino e di un capretto e disse a suo figlio Davide di portare tutto a Saul.
21 Così Davide arrivò da Saul ed entrò al suo servizio. Saul lo apprezzò sempre più e Davide diventò il suo scudiero.
22 Infine Saul mandò a dire a lesse: «Desidero che Davide rimanga al mio servizio perché ne sono completamente soddisfatto».
23 Quando lo spirito maligno inviato da Dio investiva Saul, Davide prendeva la cetra e suonava. Saul ne aveva sollievo, si calmava e lo spirito cattivo si allontanava da lui.

CAPITOLO 17

GOLIA SFIDA GLI ISRAELITI

1 I Filistei raccolsero di nuovo le loro truppe per un'azione di guerra. Si radunarono a Soco di Giuda e si accamparono tra Soco e Azeka a Efes - Dammim.
2 Anche Saul e gli Israeliti radunarono l'esercito, si accamparono nella valle dei Terebinto e si schierarono di fronte ai Filistei per la battaglia.
3 Israeliti e Filistei si trovavano sulle opposte alture della vallata.
4 Un giorno, dal campo dei Filistei si fece avanti un guerriero per sfida. Si chiamava Golia, veniva dalla città di Gat ed era alto quasi tre metri.
5 Portava un elmo di bronzo ed era rivestito di una corazza a scaglie, anch'essa di bronzo, pesante più di cinquanta chili.
6 Si proteggeva con gambali di bronzo e portava sulle spalle un giavellotto pure di bronzo.
7 Inoltre era armato di un'enorme lancia: l'asta di legno era grossa come la sbarra di un telaio, e la punta di ferro pesava più di sei chili. Lo precedeva il suo scudiero.
8 Si fermò davanti allo schieramento israelita e gridò: «Perché vi siete preparati a combattere? io sono un Filisteo e voi schiavi di Saul: scegliete uno tra di voi e accetti la mia sfida.
9 Se sarà capace di battersi con me e vincermi noi diventeremo vostri schiavi, se invece sarò io il più forte e lo vincerò diventerete nostri schiavi e ci servirete.
10 Israeliti, - concluse, - questa è la mia sfida: mandate avanti un uomo e ci batteremo».
11 Saul e tutti i soldati, all'udire le parole del Filisteo, rimasero atterriti.

DAVIDE ALL'ACCAMPAMENTO DI SAUL

12 Davide era figlio di lesse, il quale apparteneva ai gruppo di famiglie di Efrata e abitava a Betlemme di Giuda. lesse aveva otto figli e, al tempo di Saul, era tra le persone più rispettate.
13 I suoi tre figli maggiori, Eliab, Abinadab e Samma, erano andati in guerra con Saul.
14 Davide allora era ancora giovane; mentre i tre fratelli maggiori erano sempre con Saul,
15 lui andava e veniva per poter curare anche il gregge di suo padre a Betlemme.
16 Intanto il guerriero filisteo si faceva avanti ogni mattina e ogni sera, per quaranta giorni di seguito.
17 Uno di quei giorni lesse disse a Davide: «Prendi questo sacco di grano tostato e questi dieci pani e portali in fretta all'accampamento per i tuoi fratelli.
18 Prendi anche questi dieci formaggi che offrirai al comandante. Informati se i tuoi fratelli stanno bene e portami un segno di conferma da parte loro.
19 Li troverai con Saul e con tutto l'esercito d'Israele nella valle del Terebinto dove sono in guerra con i Filistei».
20 Il giorno dopo, di buon mattino, Davide affidò il gregge al guardiano e partì con il suo carico come lesse gli aveva ordinato. Arrivò al campo proprio quando le truppe uscivano per prendere posizione e lanciavano il grido di guerra.
21 Israeliti e Filistei erano schierati di fronte in ordine di battaglia.
22 Davide consegnò il suo carico al custode dei bagagli e corse allo schieramento; raggiunse i suoi fratelli e s'informò della loro salute.
23 Stava parlando con loro quando Golia, il Filisteo di Gat, si fece avanti dalle schiere dei Filistei per ripetere la solita sfida e Davide lo udì.
24 Quando videro Golia, tutti gli Israeliti indietreggiarono perché ne erano terrorizzati
25 e dicevano: - Vedete quell'uomo? Si fa avanti così per sfidare Israele. Ma, se qualcuno riuscirà a ucciderlo, il re lo colmerà di ricchezze, gli darà in sposa sua figlia e concederà privilegi alla sua famiglia.
26 Davide domandò ai soldati che erano vicino a lui: - Quale sarà la ricompensa per l'uomo che vincerà questo Filisteo e riscatterà l'onore d'Israele? E chi è poi questo Filisteo miscredente che osa sfidare gli eserciti del Dio vivente?
27 Gli risposero ripetendo le promesse del re.
28 Ma suo fratello maggiore, Eliab, lo sentì parlare con i soldati, si adirò e gli disse:
- Perché sei venuto qui? A chi hai lasciato il nostro piccolo gregge nel deserto? Conosco bene il tuo orgoglio e le tue ambizioni: certamente sei venuto per vedere la battaglia.
29 - Che ho fatto di male? - replicò Davide; - ho detto soltanto due parole.
30 Si allontanò dal fratello e si rivolse a un altro soldato, pose la stessa domanda e ottenne la stessa risposta.
31 I discorsi di Davide, intanto, si erano diffusi nell'accampamento e giunsero alle orecchie di Saul. Subito egli fece chiamare
32 Davide, il quale disse al re:
- Non perdiamoci d'animo per quell'uomo. Andrò io a combattere contro quel Filisteo.
33 Ma Saul gli rispose:
- Tu non sei in grado di combattere contro quel Filisteo: sei ancora un ragazzo, mentre lui è un guerriero di lunga esperienza.
34 Ma Davide replicò:
- Quando ero a guardia del gregge di mio padre, veniva a volte un leone o un orso a portar via una pecora.
35 Allora io lo inseguivo, lo colpivo e gli strappavo la preda di bocca. Se poi cercava di attaccarmi lo afferravo per i peli della gola e l'uccidevo.
36 Sì, ho abbattuto leoni e orsi e adesso farò fare la stessa fine a questo Filisteo miscredente, perché ha insultato gli eserciti del Dio vivente.
37 E aggiunse:
- Il Signore mi ha salvato dagli artigli del leone e dell'orso, lui mi libererà anche dalla mano di questo Filisteo.
Allora Saul disse a Davide:
- Va' e il Signore sia con te!
38 Saul fece indossare a Davide il suo abito da guerra, gli mise in testa l'elmo di bronzo e addosso la corazza.
39 Davide si legò ai fianchi la spada e provò a camminare, ma non ci riusciva perché non era abituato. Allora disse a Saul:
- Così non riesco a camminare: non sono abituato. E si tolse tutto.
40 Prese il suo bastone e si scelse dal torrente cinque pietre ben levigate, le mise dentro la tasca della sua sacca da pastore, poi, con la fionda in mano, si diresse verso il Filisteo.

DAVIDE UCCIDE GOLIA

41 Anche il Filisteo si avvicinava sempre più a Davide, preceduto dallo scudiero.
42 Squadrò Davide e ne provò disprezzo, perché era molto giovane, di bel colorito e di bell'aspetto.
43 Gli gridò:
- Mi hai preso per un cane per venirmi incontro con un bastone?
Poi lo maledisse in nome di tutti i suoi dèi.
44 - Avvicinati, - proseguì; - darò la tua carne in pasto agli uccelli del cielo e alle bestie selvatiche.
45 - Tu, - gli rispose Davide, - vieni contro di me con spada, lancia e giavellotto, ma io vengo contro di te nel nome del Signore degli eserciti, il Dio delle schiere d'Israele che tu hai insultato.
46 Oggi stesso il Signore ti darà in mio potere, io ti ucciderò e ti taglierò la testa. Oggi stesso getterò i cadaveri dei soldati filistei in pasto agli uccelli del cielo e alle bestie selvatiche. Così tutti sapranno che Israele ha un Dio,
47 tutta questa gente saprà che il Signore non ha bisogno di spada e di lancia per vincere. Il Signore decide le sorti della guerra e vi consegnerà certamente in nostro potere.
48 Il Filisteo riprese ad avanzare. Davide corse a mettersi in posizione contro di lui,
49 infilò la mano nella sacca, ne tirò fuori una pietra e lo colpì in fronte. La pietra si conficcò nella fronte del Filisteo ed egli cadde con la faccia a terra.
50 Così Davide trionfò su quel guerriero con una fionda e una pietra, lo colpì e l'uccise senza avere una spada.
51 Con un balzo fu sopra al Filisteo, estrasse la spada dal fodero e gli tagliò la testa. Quando i Filistei videro che il loro campione era morto, fuggirono.
52 Allora gli uomini d'Israele e di Giuda lanciarono il grido di guerra e inseguirono i Filistei fino all'imboccatura della valle e fino alle porte di Accaron. Molti di loro caddero sulla via fino a Saaraim, fino a Gat e ad Accaron.
53 Dopo un furioso inseguimento dei Filistei, gli Israeliti tornarono indietro a saccheggiare il loro accampamento.
54 Davide prese la testa del Filisteo e la portò a Gerusalemme, mentre tenne per sé le armi e le depose nella sua tenda.
Davide affronta e uccide Golia


DAVIDE VIENE PRESENTATO A SAUL

55 Saul aveva osservato Davide mentre avanzava contro il Filisteo e aveva chiesto ad Abner, il capo dell'esercito:
- Abner, di chi è figlio quel giovane? - Non lo so, - aveva risposto Abner.
56 - Informati, - ordinò allora il re.
57 Quando Davide tornò al campo dopo l'uccisione del Filisteo, Abner lo condusse da Saul. Davide aveva ancora in mano la testa del Filisteo.
58 - Di chi sei figlio? - gli chiese Saul.
- Del tuo servo lesse di Betlemme, - rispose Davide.

CAPITOLO 18

GIONATA DIVENTA AMICO DI DAVIDE

1 Davide terminò di parlare con Saul. Da quel momento Gionata, figlio di Saul, si sentì legato a Davide da una grande amicizia, lo amò più di un fratello.
2 Da quel giorno Saul tenne Davide presso di sé e non lo lasciò tornare dai suoi.
3 Gionata strinse un patto di amicizia con Davide, perché lo amava più di un fratello.
4 Gli regalò il mantello che indossava e anche il vestito, la spada, l'arco e la cintura.
5 Davide aveva sempre successo nelle spedizioni che Saul gli affidava. Allora Saul lo mise a capo dei suoi guerrieri, e questo fece piacere sia ai soldati sia agli ufficiali di Saul.

SAUL TENTA DI UCCIDERE DAVIDE

6 Quando le truppe tornarono dalla battaglia contro i Filistei nella quale Davide aveva ucciso Golia, da tutti i villaggi degli Israeliti le donne uscirono incontro ai soldati dei re Saul. Cantavano e danzavano, suonavano timpani e tamburelli e acclamavano con gioia.
7 Danzando, si alternavano nel coro e cantavano:
«Saul ha ucciso mille nemici e Davide dieci volte mille!».
8 Questa canzone non piacque a Saul, anzi ne fu molto irritato: «Esaltano Davide dieci volte più di me! - si lamentava; - ora manca solo che gli diano il regno».
9 Da allora Saul cominciò a essere geloso di Davide.
10 Il mattino dopo, uno spirito maligno mandato da Dio s'impadronì di Saul ed egli cominciò ad agitarsi in casa sua. Come ogni giorno, Davide suonava la cetra e Saul teneva in mano la lancia.
11 Improvvisamente Saul scagliò la lancia pensando: «Voglio inchiodarlo al muro». Per due volte Davide schivò il colpo.
12 Saul ebbe paura di Davide, perché il Signore io proteggeva mentre stava abbandonando lui.
13 Allora allontanò Davide da sé; gli diede il comando di un'unità militare di mille nomini, e Davide guidò le loro azioni di guerra.
14 Riuscì bene in ogni situazione, perché il Signore era con lui.
15 Vedendo i grandi successi di Davide, Saul ebbe ancora più paura di lui.
16 Ma tutta la gente d'Israele e di Giuda amava Davide perché li guidava in guerra.
Saul vuol trafiggere Davide


DAVIDE SPOSA MIKAL, FIGLIA DI SAUL

17 Saul pensò: «Farò in modo che siano i Filistei a uccidere Davide invece di farlo io stesso». Allora disse a Davide:
- Ti darò in sposa Merab, la mia figlia maggiore, tu però dimostrami di essere un guerriero al mio servizio, pronto a combattere le battaglie del Signore.
18 Davide rispose:
- Io non sono degno di diventare il genero dei re, anche perché la mia famiglia non è importante in Israele.
19 Di fatto, quando fu il momento di dare in sposa a Davide Merab figlia di Saul, essa fu data invece a un altro, un certo Adriel del villaggio di Mecola.
20 Intanto un'altra figlia di Saul, Mikal, s'innamorò di Davide e lo disse a suo padre. Saul fu contento di questo
21 e pensò tra sé: «Offrirò Mikal come sposa a Davide: me ne servirò come di una trappola per farlo cadere in mano ai Filistei». Poi disse a Davide: - Hai una seconda occasione per diventare mio genero.
22 Intanto ordinò ai suoi ministri di dire in confidenza a Davide: «Il re ti vuol bene e anche noi ti siamo affezionati: accetta di diventare suo genero».
23 I ministri di Saul parlarono con Davide, ma egli rispose:
- Vi sembra una cosa da poco diventare genero del re? Io sono povero, un uomo da niente.
24 I ministri di Saul riferirono al re la risposta di Davide.
25 Egli disse loro:
- Andate a dire a Davide che io non pretendo il tradizionale pagamento in uso per le nozze, voglio solo la prova dell'uccisione di cento Filistei, voglio una vendetta contro i miei nemici. In realtà Saul progettava di far uccidere Davide dai Filistei.
26 I ministri riferirono a Davide la proposta, ed egli fu d'accordo di diventare genero del re a quella condizione. Prima ancora della data fissata
27 Davide con i suoi uomini fece una spedizione contro i Filistei e ne uccise duecento. Davide diede a Saul la prova della loro morte per diventare suo genero, e Saul gli dovette dare in moglie sua figlia Mikal.
28 Saul si rese conto chiaramente che il Signore era con Davide e che Mikal l'amava.
29 Così ebbe ancora più paura di Davide e divenne definitivamente suo nemico.
30 I capi dei Filistei organizzarono attacchi contro gli Israeliti, e ogni volta Davide aveva più successo di tutti gli ufficiali di Saul; così la sua fama cresceva sempre più.

CAPITOLO 19

GIONATA PRENDE LE DIFESE DI DAVIDE

1 Saul manifestò il suo progetto di far morire Davide a suo figlio Gionata e a tutti i suoi ministri. Ma Gionata era molto affezionato a Davide
2 e lo avvisò: «Mio padre Saul cerca di farti morire. Domattina sta' in guardia, trovati un nascondiglio e non farti vedere.
3 Io accompagnerò mio padre nel campo dove tu sei nascosto e starò al suo fianco. Gli parlerò di te e poi ti farò sapere come vanno le cose».
4 Gionata parlò bene di Davide a suo padre e concluse: «Tu che sei il re non devi agire male con il tuo servitore Davide, perché egli non ti ha fatto del male, anzi ti ha sempre fatto del bene.
5 Egli ha rischiato la vita quando ha affrontato quel Filisteo, così il Signore ha dato una grande vittoria agli Israeliti. Tu stesso allora l'hai visto e te ne sei rallegrato. Perché vuoi far morire Davide senza un motivo? Perché macchiarti di sangue innocente?».
6 Saul ascoltò il consiglio di Gionata e giurò: «Com'è vero che il Signore vive, Davide non morirà!».
7 Gionata andò allora a cercare Davide e gli riferì quel colloquio. Poi condusse di nuovo Davide presso Saul, ed egli tornò al suo servizio come prima.

MIKAL SALVA LA VITA DI DAVIDE

8 Ricominciò la guerra, e Davide uscì all'attacco contro i Filistei. Li sconfisse duramente, e i Filistei si diedero alla fuga.
9 Ma uno spirito maligno, mandato dal Signore, s'impadronì di Saul. Egli era in casa con in mano la lancia, mentre Davide suonava la cetra.
10 Con un colpo di lancia Saul cercò di inchiodare Davide contro il muro. La lancia colpì il muro, perché Davide riuscì a scansarsi e a fuggire sano e salvo quella notte stessa.
11 Saul mandò alcuni uomini a far la guardia alla casa di Davide con l'intenzione di farlo morire la mattina dopo. Mikal, sua moglie, avvisò Davide: «Se non riesci a metterti in salvo stanotte, domattina ti uccideranno».
12 Mikal fece scendere Davide giù dalla finestra, così egli fuggì e si salvò.
13 Poi essa prese la statua di un idolo che aveva in casa e la mise nel letto, pose una zanzariera di pelo di capra sul guanciale e coprì tutto con una coperta.
14 Quando gli uomini di Saul vennero a prendere Davide, Mikal disse che era malato.
15 Saul allora li rimandò a controllare di persona e ordinò: «Portatemi qui Davide in ogni modo, anche sul suo letto, e io lo ucciderò».
16 Gli uomini di Saul trovarono nel letto la statua e sul guanciale la zanzariera.
17 Allora Saul interrogò Mikal:
- Perché mi hai ingannato in questo modo? Perché hai fatto scappare il mio nemico? Ora si è messo in salvo!
- Se non lo lasciavo andare, - rispose Mikal, - mi avrebbe ucciso.

DAVIDE, SAUL E SAMUELE A RAMA

18 Dopo essersi messo in salvo con la fuga, Davide andò a Rama e raccontò a Samuele tutto quel che Saul gli aveva fatto. Poi Samuele e Davide andarono a stabilirsi a Naiot.
19 Saul fu informato che Davide si trovava a Naiot presso Rama
20 e mandò alcuni uomini a catturarlo. Essi incontrarono i profeti, tutti in gruppo, guidati da Samuele che stava in piedi davanti a loro. Essi erano in stato di eccitazione profetica. Lo spirito di Dio invase gli uomini di Saul, e anch'essi si misero a fare come quei profeti.
21 Quando Saul venne a saperlo mandò altri nomini, ma anche a quelli capitò la stessa cosa. Mandò un terzo gruppo, ma anche questi si misero a fare come i profeti.
22 Allora partì lui stesso per Rama, si fermò alla cisterna grande di Secu e chiese alla gente:
- Dove si trovano Samuele e Davide?
- A Naiot presso Rama, - gli risposero.
23 Saul si avviò verso Naiot di Rama, ma lo spirito di Dio invase anche lui e continuò il cammino in preda all'eccitazione profetica fin quando giunse a Naiot di Rama.
24 Lì si tolse i vestiti e si comportò anche lui come gli altri profeti davanti a Samuele. Alla fine si buttò a terra e rimase là, nudo, tutto il giorno e tutta la notte. Allora nacque il detto: «Perfino Saul si è messo a fare il profeta?».

CAPITOLO 20

GIONATA AIUTA DAVIDE A FUGGIRE

1 Dopo questo fatto Davide fuggì da Naiot di Rama e andò a parlare a Gionata:
- Che cosa ho fatto? - gli chiese, - che offesa, che colpa ho verso tuo padre? Perché vuole la mia morte?
2 Gionata gli rispose:
- Tu non morirai, te l'assicuro. Mio padre non fa nulla senza dirmelo, né tanto né poco. Perché avrebbe dovuto tenermi nascosto proprio questo? Non è possibile.
3 Davide replicò con forza:
- Tuo padre sa molto bene che tu vuoi aiutarmi: per questo ha deciso che non devi saper nulla perché ne soffriresti. Ma ti assicuro: com'è vero che il Signore vive e tu sei vivo, tra me e la morte c'è solo un passo.
4 - Che cosa mi suggerisci di fare? - gli chiese Gionata.
5 - Domani, - continuò Davide, - è la festa della luna nuova e io dovrei sedere a pranzo con il re. Invece, d'accordo con te, starò lontano, nascosto in campagna fino a dopodomani sera.
6 Probabilmente tuo padre mi cercherà e tu gli dirai: «Davide mi ha pregato di poter andare a Betlemme, la sua città, perché tutta la sua famiglia celebra il sacrificio annuale».
7 Se dirà che va bene, allora potrò stare tranquillo; se invece s'infurierà contro di me, allora sappi che ha deciso la mia fine.
8 In questo caso ti prego di trattarmi con lealtà, perché mi hai legato a te con un patto davanti al Signore. Se sono colpevole, uccidimi tu stesso; perché consegnarmi a tuo padre?
9 - Non pensare neppure una cosa simile, - rispose Gionata; - se saprò con certezza che mio padre ha deciso di farti morire, certamente t'informerò.
10 - Se tuo padre ti darà una cattiva risposta, chi mi avvertirà? - chiese Davide.
11 Allora Gionata propose a Davide di uscire nei campi, e tutt'e due andarono in campagna.
12 Qui Gionata disse a Davide: «Ti assicuro per il Signore, Dio d'Israele: dopodomani a quest'ora avrò indagato le intenzioni di mio padre. Se sono favorevoli a te, ti manderò qualcuno e te lo farò sapere.
13 Invece, nel caso che mio padre decida di farti del male, il Signore mi punisca severamente se non te lo farò sapere e se poi non ti lascerò partire: tu potrai andartene sano e salvo. E il Signore sia con te come è stato con mio padre.
14 E tu, fin che sarò in vita, usa con me la bontà che il Signore esige. Dopo che sarò morto,
15 usa ancora la stessa bontà verso la mia famiglia per sempre, anche quando il Signore eliminerà dalla faccia della terra, l'uno dopo l'altro, tutti i tuoi nemici».
16 Questo è l'impegno che Gionata impose a Davide e ai suoi discendenti dicendo: «Il Signore ne chieda conto ai discendenti di Davide se non l'osserveranno».
17 Gionata fece giurare nuovamente Davide in nome della sua amicizia; egli l'amava più che un fratello.
18 Poi disse a Davide: «Domani, alla festa della luna nuova, tu non sarai presente e il tuo posto vuoto sarà certamente notato.
19 Ma tu aspetta dopodomani, poi incamminati verso sud e va' a nasconderti nello stesso posto dell'altra volta, fermati dietro al mucchio di pietre.
20 Io verrò e tirerò tre frecce in quella direzione come se tirassi al bersaglio.
21 Poi manderò il mio servo a cercare le frecce. Se gli dirò: "Le frecce sono più indietro: vieni qui a raccoglierle", vuol dire che tu sei salvo e puoi venir fuori, ti giuro che non correrai rischi.
22 Se invece griderò al servo: "Le frecce sono più avanti", allora tu preparati a scappare, perché il Signore ti manda lontano.
23 Quanto alla promessa che ci siamo fatti l'un l'altro, il Signore sarà testimone tra noi per sempre».
24 Davide andò nei suo nascondiglio in campagna. Il re Saul andò al pranzo per la festa della luna nuova.
25 Prese posto vicino alla parete come al solito, al suo fianco sedeva Abner e Gionata era di fronte; il posto di Davide era vuoto.
26 Quel giorno Saul non disse nulla perché pensava: sarà successo a Davide qualche inconveniente e non sarà in stato di purità come è prescritto, certamente è assente per questo.
27 Il giorno dopo, il secondo dopo la luna nuova, il posto di Davide era ancora vuoto. Saul chiese a suo figlio Gionata:
- Perché il figlio di lesse non è venuto a pranzo né ieri né oggi?
28 Gionata rispose:
- Davide mi ha pregato di lasciarlo andare a Betlemme.
29 Mi ha detto che la sua famiglia celebrava il sacrificio annuale, e suo fratello gli aveva ordinato di essere presente. Mi ha pregato di fargli questo favore, di lasciarlo andare dai suoi parenti. Per questo non è venuto al banchetto del re.
30 Saul s'infuriò contro Gionata:
- Bastardo! Lo sapevo che tu sei d'accordo con quel figlio di lesse; maledetto te e la donna che t'ha fatto!
31 Finché il figlio di lesse è al mondo, ogni giorno che egli vive, tu e il tuo regno siete in pericolo. Manda subito a prenderlo e portalo qui perché deve morire.
32 Gionata rispose a suo padre Saul:
- Perché dovrebbe morire? Che cosa ha fatto?
33 Saul afferrò la lancia per colpire suo figlio. A questo punto Gionata fu sicuro che suo padre aveva deciso la morte di Davide.
34 Gionata si alzò da tavola indignato e non mangiò nulla per tutto il giorno, il secondo delle feste per la luna nuova. Era addolorato per Davide perché suo padre l'offendeva.
35 Il mattino dopo Gionata uscì verso la campagna per informare Davide. Aveva preso con sé un servo giovanissimo.
36 Gli ordinò:
- Corri a cercare le frecce che tirerò. Il ragazzo si mise a correre e Gionata tirò una freccia più lontano.
37 Quando il ragazzo giunse vicino al punto dov'era caduta la freccia, Gionata gridò:
38 - La freccia è più lontana di dove sei! Corri più in là, - continuò Gionata, - svelto, non fermarti!
Il ragazzo raccolse la freccia e tornò presso Gionata.
39 Egli era all'oscuro di tutto; solo Gionata e Davide sapevano il significato di quelle parole.
40 Gionata affidò le sue armi al ragazzo e gli ordinò di riportarle in città.
41 Il ragazzo partì. Allora Davide uscì fuori di dietro il mucchio di pietre e si inchinò con la faccia a terra per tre volte. Poi i due amici si abbracciarono e piansero.
42 Gionata salutò Davide: «Ora va' in pace. Noi rimaniamo legati dal giuramento che abbiamo fatto nel nome del Signore: il Signore sia per sempre tra me e te, tra i tuoi e i miei figli».

CAPITOLO 21

DAVIDE E IL SACERDOTE ACHIMELECH

1 Dopo che Gionata fu tornato in città,
2 Davide andò a Nob dal sacerdote Achimelech. Quest'ultimo fu molto sorpreso di vederlo e gli chiese:
- Come mai sei qui da solo, senza un compagno?
3 - Devo eseguire un ordine del re, - rispose Davide; - nessuno deve sapere che incarico mi ha dato, così egli ha stabilito. Ai miei uomini ho detto di aspettarmi in un certo posto.
4 Piuttosto, tu hai qualcosa da mangiare? Dammi cinque pani o quel che hai.
5 - Non ho pane ordinario, - rispose il sacerdote Achimelech; - ma solo pani sacri. Posso darteli per i tuoi uomini, se essi non hanno avuto di recente rapporti con donne.
6 Davide gli rispose:
- Con donne non ci fu permesso andare dall'altro ieri, quando sono partito. I miei uomini sono in armi e seguono le regole di purità. Anche se il mio incarico è di altro genere, rispettiamo la purità dei soldati in armi.
7 Allora il sacerdote diede a Davide i pani sacri perché non ne aveva altri. Erano i pani offerti al Signore che erano stati ritirati dalla tavola per essere sostituiti con altri freschi.
8 Nel santuario c'era quel giorno un uomo al servizio di Saul, che compiva un suo dovere religioso. Si chiamava Doeg e veniva da Edom, era il più bravo dei pastori di Saul.
9 Davide disse ancora ad Achimelech:
- Per caso, non hai sottomano una lancia o una spada? Non ho fatto in tempo ad andare a prendere la mia spada o un'arma, perché l'ordine del re era urgentissimo.
10 Il sacerdote rispose:
- C'è solo la spada di Golia, il Filisteo che tu hai ucciso nella valle del Terebinto. E' dietro l'efod sacerdotale, avvolta in un mantello. Se ti va bene, prendila: è l'unica arma che abbiamo qui.
- Dammela, - disse Davide, - non c'è spada migliore di quella.

DAVIDE E I FILISTEI DI GAT

11 Quello stesso giorno Davide proseguì la sua fuga lontano da Saul e andò da Achis, re della città filistea di Gat.
12 Un giorno i ministri dissero al re: «Quest'uomo non è forse Davide? Egli è come un re nella sua terra: è per lui che le donne cantavano:
"Saul ha ucciso mille nemici e Davide dieci volte mille!"».
13 Quei discorsi preoccuparono Davide, ed egli cominciò ad aver molta paura di Achis re di Gat.
14 Allora adottò in pubblico un comportamento strano e cominciò ad agire davanti a loro come un pazzo: si mise a fare strani segni sulle porte della città e si lasciava colare la saliva sulla barba.
15 Il re Achis disse ai suoi ministri: «Vedete anche voi che quest'uomo è pazzo: perché l'avete lasciato venir qui?
16 Pazzi ce ne sono già abbastanza senza far venire costui a fare stravaganze davanti a me. Non dovrò tenermelo in casa, spero!».

CAPITOLO 22

DAVIDE SI METTE A CAPO DI UNA BANDA ARMATA

1 Davide se ne andò e si rifugiò nella caverna di Adullam. Quando i suoi fratelli e parenti seppero che era là andarono a raggiungerlo.
2 Circa altre quattrocento persone oppresse, indebitate o scontente si rifugiarono presso di lui, e Davide si mise a capo di loro.
3 Da Adullam Davide andò a Mizpa nel paese di Moab, e chiese al re di Moab: «Permetti a mio padre e a mia madre di stabilirsi qui fino a quando saprò che cosa Dio farà di me».
4 Così Davide affidò i suoi genitori al re di Moab, ed essi abitarono con lui finché Davide rimase nel suo nascondiglio.
5 Un giorno, il profeta Gad disse a Davide: «Non restare in questo nascondiglio, va' nel territorio di Giuda». Davide partì e si recò nella foresta di Cheret.

SAUL FA UCCIDERE I SACERDOTI A NOB

6 Saul fu informato che Davide e i suoi uomini erano stati visti. Un giorno Saul si trovava a Gabaa sulla collina, sotto un grande albero con tutti i suoi ufficiali. Egli teneva in mano la lancia
7 e disse: «Voi che state attorno a me, uomini della tribù di Beniamino, ascoltatemi! Pensate che quel figlio di lesse vi darà campi e vigne? Pensate che quel Davide vi metterà a capo di unità militari di mille e di cento soldati?
8 E allora, perché complottate contro di me? Nessuno di voi mi ha avvertito che mio figlio ha fatto un patto con quel figlio di lesse, nessuno di voi si è preoccupato di me e nessuno mi ha fatto sapere che in questo momento mio figlio ha spinto Davide, un mio servitore, a complottare contro di me».
9 Tra gli ufficiali di Saul si trovava Doeg l'Edomita, che intervenne: «Un giorno, - disse, - ho visto il figlio di lesse a Nob, presso il sacerdote Achimelech figlio di Achitub.
10 Achimelech ha interrogato il Signore per conoscere la volontà su Davide, poi gli ha dato da mangiare e gli ha consegnato la spada di Golia il Filisteo».
11 Il re Saul mandò a prendere il sacerdote Achimelech figlio di Achitub e tutti i suoi parenti sacerdoti a Nob. Essi vennero a presentarsi al re,
12 e Saul disse:
Figlio di Achitub, ascoltami bene! - Sì, mio re, rispose.
13 - Perché tu e il figlio di lesse avete complottato contro di me? riprese Saul. - Tu gli hai dato del pane e una spada; hai anche interrogato Dio per spingere quell'uomo a sollevarsi contro di me e ora ad attentare alla mia vita.
14 Achimelech rispose al re:
- Ma Davide non è l'ufficiale più fedele al re? E' tuo genero, è il capo della tua guardia del corpo, è la persona più importante al tuo seguito.
15 Non è la prima volta che interrogo il Signore per lui. Per quanto riguarda me, tuo servitore, e la mia famiglia, non pensare a nessun complotto. Di questa faccenda io non so niente.
16 Gli rispose il re:
- Sei condannato a morte, Achimelech, tu e la tua famiglia.
17 Saul ordinò alle guardie che stavano al suo fianco:
- Circondateli e uccideteli! Questi sacerdoti del Signore sono d'accordo con Davide: sapevano che Davide fuggiva e non mi hanno avvisato.
Ma gli ufficiali di Saul si rifiutarono di colpire con le loro mani i sacerdoti del Signore.
18 Allora Saul si rivolse a Doeg, l'Edomita:
- Va' tu, e colpisci quei sacerdoti!
Doeg si fece avanti e colpì a morte i sacerdoti. Uccise in quel giorno ottantacinque uomini rivestiti dell'efod sacerdotale.
19 A Nob, la città di quei sacerdoti, Saul fece uccidere uomini e donne, bambini e lattanti, e anche buoi, asini e pecore.
20 Si salvò soltanto Ebiatar, figlio del sacerdote Achimelech e nipote di Achitub. Egli fuggì e raggiunse Davide.
21 Gli raccontò che Saul aveva ucciso i sacerdoti del Signore.
22 Davide disse a Ebiatar: «Quel giorno Doeg, l'Edomita, era presente: dovevo saperlo che avrebbe riferito tutto a Saul. Così sono stato la causa della morte della tua famiglia.
23 Ora rimani con me e non aver paura: il tuo nemico è anche il mio e tu sei sotto la mia protezione».

CAPITOLO 23

DAVIDE LIBERA LA CITTÀ DI KEILA

1 Un giorno Davide fu informato che i Filistei avevano assalito la città di Keila e saccheggiavano il grano nelle fattorie.
2 Davide interrogò il Signore:
- Devo attaccare i Filistei? Li vincerò?
- Sì, - rispose il Signore; va' ad attaccarli. Tu libererai Keila.
3 Ma gli uomini di Davide gli dissero:
- Noi abbiamo già paura qui, nel paese di Giuda: a Keila, davanti alle schiere dei Filistei, sarà ancora peggio.
4 Allora Davide interrogò di nuovo il Signore ed ebbe questa risposta:
- Va' presto a Keila: io ti darò la vittoria sui Filistei.
5 Davide andò con i suoi uomini a Keila, combattè i Filistei, li sconfisse duramente, s'impadronì del loro bestiame e liberò gli abitanti della città.
6 Il sacerdote Ebiatar, figlio di Achimelech, quando si era rifugiato presso Davide a KeilIa, aveva portato con sé l'efod che serve per interrogare il Signore.
7 Quando Saul venne a sapere che Davide era andato a Keila, pensò: «Dio l'ha messo nelle mie mani: entrando in una città con porte sbarrate, si è messo in trappola da solo».
8 Saul chiamò alla guerra tutto il popolo, per andare ad assediare Davide e i suoi uomini a Keila.
9 Davide, quando venne a sapere che Saul aveva un piano contro di lui, disse al sacerdote Ebiatar:
- Porta qui l'efod sacerdotale.
10 Poi Davide pregò:
- Signore, Dio d'Israele, io sono il tuo servo. Ho saputo che Saul ha intenzione di marciare contro la città di Keila e di distruggerla per causa mia.
11 O Signore, Dio d'Israele, è vero che Saul marcerà contro Keila come ho sentito dire? I capi di Keila mi consegneranno nelle sue mani? Rispondi alle domande del tuo servo.
Il Signore gli rispose:
- Sì, Saul verrà.
12 Domandò Davide:
- E i capi di Keila consegneranno me e i miei uomini nelle mani di Saul?
- Sì, lo faranno, - rispose il Signore.
13 Allora Davide e i suoi uomini, circa seicento persone, uscirono da Keila e si misero in marcia senza una meta precisa. Saul venne a sapere che Davide era fuggito da Keila e rinunziò alla spedizione.

DAVIDE SI RIFUGIA SULLE MONTAGNE

14 Davide andò nel deserto di Zif, e rimase sulle montagne in zone inaccessibili. Saul continuava a cercarlo giorno dopo giorno, ma Dio non lo mise in suo potere.
15 Davide sapeva che Saul lo cercava per ucciderlo e rimase nel deserto di Zif nella località di Corsa.
16 Un giorno arrivò là Gionata, figlio di Saul, e incoraggiò Davide ad aver fiducia in Dio.
17 Gli disse: «Non temere: mio padre non riuscirà a prenderti. Tu diventerai re d'Israele e io sarò il tuo aiutante. Anche mio padre Saul sa che le cose andranno così».
18 Essi strinsero un patto davanti al Signore, poi Gionata tornò a casa sua e Davide rimase a Corsa.

SAUL INSEGUE DAVIDE

19 Alcuni abitanti di Zif andarono a Gabaa e dissero a Saul:
- Non sai che Davide è nascosto dalle nostre parti? E' tra le rocce di Corsa, sulla collina di Cachila a sud della steppa.
20 Se lo desideri, o re, vieni quando vuoi: penseremo noi a consegnartelo.
21 - Il Signore vi benedica, - rispose Saul, - perché avete avuto compassione di me.
22 Però andate a informarvi meglio, individuate bene i movimenti e controllate chi l'ha visto e dove, perché dicono che è molto furbo.
23 Cercate di scoprire tutti i nascondigli dove si rifugia, poi tornate da me con indicazioni precise. Allora verrò con voi: se è nella zona, frugherò in tutti i posti del territorio di Giuda per trovarlo.
24 Quegli uomini partirono e tornarono a Zif prima che vi andasse Saul. Intanto Davide e i suoi uomini erano andati nella pianura del deserto di Maon, a sud della steppa.
25 Saul cominciò le ricerche con i suoi uomini, ma Davide ne fu informato e andò a rifugiarsi a Sela (la Roccia) e rimase così nel deserto di Maon. Saul lo seppe e lo inseguì in quella zona.
26 Egli avanzava su un lato della montagna, mentre Davide e i suoi uomini, sull'altro versante, cercavano di sfuggirgli. A un certo punto, Saul e i suoi uomini stavano per accerchiare Davide e il suo gruppo e prenderli,
27 ma un messaggero raggiunse Saul e gli disse: «Vieni subito: i Filistei hanno invaso il nostro territorio».
28 Così Saul smise di inseguire Davide e andò ad affrontare i Filistei. Per questo quella località fu chiamata la Roccia della Separazione.

CAPITOLO 24

DAVIDE RISPARMIA LA VITA DI SAUL

1 Davide abbandonò quel luogo e andò nel deserto roccioso di Engaddi.
2 Di ritorno dall'inseguimento dei Filistei, Saul fu informato che Davide si trovava in quella zona.
3 Prese con sé tremila soldati scelti fra tutti gli Israeliti e andò alla ricerca di Davide e dei suoi uomini nella zona di fronte alla Roccia dei Caprioli.
4 Giunse ai recinti dei greggi che si trovavano lungo la strada. Là c'era una caverna, e Saul vi entrò per i suoi bisogni: proprio in fondo a quella caverna erano nascosti Davide e i suoi uomini.
5 Essi suggerirono a Davide:
- Come ti ha promesso, oggi il Signore mette il tuo nemico nelle tue mani perché tu ne faccia quel che vuoi.
Davide andò a tagliare, senza farsi scoprire, un lembo del mantello di Saul,
6 ma subito si sentì turbato per quel che aveva fatto
7 e disse ai suoi uomini:
- Il Signore mi impedisca di fare quel che voi dite contro il mio re. Mi aiuti a non alzare mai la mano contro l'uomo che egli ha consacrato re.
8 Con queste parole Davide frenò i suoi uomini e non permise che assalissero Saul. Poi Saul si alzò, uscì dalla caverna e andò sulla strada.
9 Anche Davide venne fuori dalla caverna e gridò dietro a Saul:
- O re, mio signore!
Saul si voltò. Davide si inchinò con la faccia fino a terra
10 e continuò:
- Perché ascolti chi dice che io voglio la tua rovina?
11 Oggi hai visto con i tuoi stessi occhi che il Signore ti aveva messo in mio potere, là nella caverna. I miei uomini dicevano di ucciderti, ma io ti ho risparmiato la vita, perché non voglio alzare la mano contro di te, mio re, consacrato dal Signore.
12 Guarda che cosa ho in mano: il lembo del tuo mantello, o mio re. Là nella caverna ho tagliato il tuo mantello, ma non ti ho ucciso. Riconosci che non ho intenzione di ribellarmi o di farti del male. Io non ho fatto nulla contro di te, tu invece cerchi di togliermi la vita.
13 Giudichi il Signore tra me e te, vendichi lui la mia innocenza, ma io non alzerò mai la mano contro di te.
14 Come dice un antico proverbio: «Il male viene dai malvagi»: non sarò io a far del male a te.
15 Contro chi stai combattendo, o re d'Israele? chi insegui? una pulce come me, un poveraccio!
16 Il Signore sia giudice tra noi due: decida lui, mi esamini, mi giudichi e mi faccia giustizia nei tuoi confronti.
17 Quando Davide ebbe finito di dire queste parole, Saul esclamò: «Sei proprio tu che hai parlato, Davide, figlio mio?» e scoppiò in pianto.
18 Poi continuò: «Tu, Davide, sei giusto perché mi hai trattato con benevolenza; io invece ho torto perché ti ho voluto male.
19 Oggi hai dimostrato la tua bontà verso di me, perché il Signore mi aveva messo in tuo potere e tu non mi hai ucciso.
20 Nessuno, se incontra un nemico, lo lascia andare tranquillo per la sua strada. Il Signore ti ricompensi per quel che oggi hai fatto a me.
21 Ora so che tu diventerai il re, e il regno d'Israele sarà stabile in mano tua.
22 Perciò giurami, nel nome del Signore, che non farai scomparire la mia famiglia uccidendo i miei discendenti».
23 Davide giurò e Saul tornò a casa sua, mentre Davide e i suoi uomini salirono nel loro nascondiglio.

CAPITOLO 25

LA MORTE DI SAMUELE

1 In quel tempo morì Samuele. Tutti gli Israeliti si radunarono per il lutto e seppellirono Samuele presso la sua casa a Rama.

NABAL SI RIFIUTA DI AIUTARE DAVIDE

Davide si recò nel deserto di Paran.
2-3 A Maon abitava un ricco, proprietario di tremila pecore e mille capre: si chiamava Nabal ed era discendente di Caleb. Sua moglie si chiamava Abigail ed era una donna bella d'aspetto e di buon senso, mentre Nabal era un uomo duro e cattivo. I suoi possedimenti erano a Carmel, ed egli si trovava là per la tosatura delle pecore.
4 Davide, che era nel deserto, seppe che Nabal faceva la tosatura delle pecore
5 e mandò là dieci dei suoi uomini con questi ordini: «Salite a Carmel. Andate da Nabal e domandategli a mio nome se tutto va bene.
6 Gli direte: Buon anno! Auguri a te, per la tua famiglia e per i tuoi beni.
7 Davide ha saputo che stai facendo la tosatura delle pecore. I tuoi pastori sono stati a Carmel dove eravamo anche noi: non abbiamo mai dato loro alcun fastidio, non hanno mai avuto alcun danno.
8 Domanda ai tuoi uomini e te lo confermeranno. Ora siamo qui in un giorno di festa: trattaci bene, regala a noi e al tuo amico Davide quel che puoi».
9 Gli uomini di Davide andarono, fecero a Nabal questo discorso e rimasero in attesa.
10 Ma Nabal rispose loro: «Chi è Davide? Il figlio di lesse? Non lo conosco! In questi tempi ci sono in giro troppi servi scappati ai loro padroni.
11 Dovrei dare il mio pane, l'acqua e la carne preparati per i miei tosatori a gente che non so di dove venga?».
12 Gli uomini di Davide presero la strada del ritorno e riferirono la risposta di Nabal.
13 Allora Davide ordinò ai suoi uomini: «Ognuno prenda la spada!». Tutti ubbidirono. Anche Davide prese la sua spada e quattrocento uomini partirono con lui, mentre gli altri duecento rimasero a guardia dei bagagli.

ABIGAIL AIUTA DAVIDE

14 Intanto un servo aveva raccontato tutto ad Abigail, la moglie di Nabal: «Davide ha mandato alcuni messaggeri dal deserto a fare gli auguri al nostro padrone, ma lui li ha trattati male.
15 Eppure gli uomini di Davide erano stati molto buoni con noi: nessun fastidio e nessun danno per tutto il tempo che siamo stati con loro quando eravamo al pascolo.
16 Anzi, sono stati per noi una difesa, giorno e notte, per tutto il tempo che siamo stati a pascolare il gregge vicino a loro.
17 Pensaci tu e vedi che cosa fare, altrimenti andrà a finir male per il padrone e per tutti noi. Ma a lui non si può parlare perché non capisce niente».
18 Abigail prese in fretta duecento pagnotte, due otri di vino, cinque pecore pronte da cucinare, un grosso sacco di grano tostato, cento grappoli di uva passa e duecento schiacciate di fichi secchi. Caricò tutto su alcuni asini
19 e ordinò ai servi: «Voi andate avanti e io vi seguirò». A suo marito non disse niente.
20 Lei, in groppa al suo asino, scendeva per il fianco della collina e, a un certo punto, si trovò di fronte Davide e i suoi uomini che venivano avanti.
21 Davide stava dicendo: «Nel deserto, ho custodito per niente la roba di quell'individuo: non ha avuto nessun danno alle sue proprietà e ora mi rende male per bene.
22 Che Dio mi punisca mille volte se lascerò in vita fino a domattina un solo maschio della sua famiglia».
23 Appena vide Davide, Abigail smontò in fretta dall'asino e si inchinò davanti a lui con la faccia a terra.
24 Si buttò ai suoi piedi e disse:
- La colpa è mia! Lascia che ti parli chiaramente, o mio signore, e abbi la bontà di ascoltarmi.
25 Non far caso, o mio signore, al comportamento di quel poco di buono. E' proprio come il suo nome: si chiama Nabal (Stupido) ed è davvero uno stupido. E' colpa mia se io, la tua serva, non ho visto gli uomini che avevi mandato.
26 Ma, com'è vero che il Signore vive e tu sei vivo, il Signore stesso ti ha impedito di compiere un omicidio e di farti giustizia da te. I tuoi nemici e quelli che ti vogliono male abbiano la stessa sorte di Nabal.
27 E ora da' agli uomini che ti accompagnano questi doni che io, tua serva, ti ho portato.
28 Perdona la mia colpa. Il Signore, - ne sono certa, - ti assicurerà sempre una discendenza, perché tu combatti le sue battaglie e in te non si troverà nulla di male per tutti i giorni della tua vita.
29 C'è chi si è messo a inseguirti e cerca la tua morte, ma la tua vita è custodita gelosamente in mano al Signore tuo Dio. Egli invece eliminerà la vita dei tuoi nemici, come si getta lontano un sasso con la fionda.
30 Quando il Signore compirà tutto il bene che ti ha promesso, ti metterà a capo d'Israele.
31 Allora tu non sarai turbato nel tuo cuore e non avrai il rimorso di aver versato sangue innocente o di esserti fatto giustizia da solo. Il Signore ti concederà ogni bene e tu ricordati di me, tua serva.
32 Davide rispose ad Abigail:
- Sia benedetto il Signore, Dio d'Israele, che oggi ti ha mandato a incontrarmi.
33 E benedetta anche tu, perché con il tuo buon senso mi hai impedito di uccidere e di farmi giustizia da solo.
34 Com'è vero che il Signore, Dio d'Israele, vive e mi ha impedito di farti del male, ti assicuro che, se tu non fossi giunta in tempo a incontrarmi, oggi non sarebbe rimasto in vita nessun maschio della famiglia di Nabal.
35 Poi Davide prese dalle mani di Abigail i doni che lei gli aveva portato e le disse:
- Torna in pace a casa tua: come vedi ho ascoltato le tue parole e ti ho trattata bene.

NABAL MUORE E DAVIDE SPOSA ABIGAIL

36 Abigail tornò a casa. Nabal stava banchettando come un re, era euforico e completamente ubriaco. Abigail non gli disse niente fino al giorno dopo.
37 Al mattino, finita la sbornia di Nabal, la moglie gli raccontò ogni cosa. Nabal ebbe un colpo al cuore e rimase immobile come un sasso.
38 Dieci giorni dopo il Signore colpì Nabal ed egli morì.
39 Davide seppe della morte di Nabal e disse: «Sia benedetto il Signore: egli ha fatto giustizia di Nabal che mi aveva maltrattato. Ha trattenuto me, suo servo, dal fare il male ed è intervenuto a ripagare Nabal della sua malvagità». Poi mandò a dire ad Abigail che era disposto a prenderla in moglie.
40 I messaggeri di Davide andarono a Carmel e dissero ad Abigail: - Davide ci manda a dirti che ti vuole sposare.
41 Abigail si inchinò con la faccia a terra e rispose:
- Io sono pronta a essere la serva di Davide e a lavare i piedi dei suoi servi.
42 Abigail si preparò subito, salì sul suo asino e, accompagnata dalle sue cinque giovani serve, seguì i messaggeri di Davide e divenne sua sposa.
43 Davide aveva già sposato Achinoam della città di Izreel e con Abigail le sue mogli furono due.
44 Infatti la moglie che Davide aveva avuto prima, Mikal figlia di Saul, era stata data dal padre a un certo Palti, figlio di Lais, che abitava a Gallim.

CAPITOLO 26

DAVIDE RISPARMIA LA VITA A SAUL NEL DESERTO DI ZIF

1 Gli abitanti di Zif andarono a Gabaa a dire a Saul: «Non sai che Davide è nascosto sulle colline di Cachila a sud della steppa?».
2 Saul partì con tremila soldati scelti dell'esercito d'Israele e andò verso il deserto di Zif per cercare Davide.
3 Si accampò sulle colline di Cachila, a sud della steppa, vicino alla strada. Davide si trovava nel deserto e seppe che Saul era venuto in quella zona sulle sue tracce,
4 mandò alcune spie e fu informato che Saul era arrivato.
5 Allora Davide si avvicinò al luogo dove c'era l'accampamento di Saul e si accertò del posto dove dormivano Saul e il capo del suo esercito, Abner figlio di Ner. Il posto di Saul era al centro dell'accampamento mentre i soldati dormivano tutt'attorno.
6 Davide domandò ad Achimelech, l'Ittita, e ad Abisai, figlio di Seruia e fratello di Ioab:
- Chi vuol venire con me da Saul, fino all'accampamento?
- Vengo io, - rispose Abisai.
7 I due raggiunsero le truppe di Saul di notte; Saul era coricato nella zona centrale e dormiva. Vicino al suo capo era piantata in terra la sua lancia, attorno a lui erano coricati Abner e la truppa.
8 Abisai disse a Davide:
- Oggi Dio mette nelle tue mani il tuo nemico. Lasciami andare: lo inchioderò al suolo con un sol colpo di lancia, non ci sarà bisogno di un secondo colpo.
9 - No, - gli rispose Davide, - non ucciderlo: nessuno ha il diritto di colpire il re consacrato dal Signore.
10 E aggiunse:
- Sarà il Signore a colpirlo, te l'assicuro, o nel suo letto, quando verrà la sua ora, o in battaglia.
11 Ma il Signore mi impedisca di alzare la mano contro il re che lui ha consacrato. Piuttosto, prendi la lancia vicino al suo capo e la sua brocca d'acqua e andiamo via.
12 Davide portò via la lancia e la brocca d'acqua vicino al capo di Saul e se ne andò con il suo compagno. Nessuno si svegliò, nessuno si accorse o sospettò di nulla: tutti dormivano perché il Signore aveva mandato su di loro un sonno profondo.
13 Davide passò sul lato opposto della valle e si fermò su un colle: c'era una grande distanza tra lui e l'accampamento.
14 Gridò ad Abner figlio di Ner e ai soldati di Saul:
- Ehi, Abner, non rispondi?
- Chi è che disturba il re? - rispose Abner.
15 - Abner, - continuò Davide, - che uomo sei? Saresti tu il miglior soldato tra gli Israeliti? Perché non hai fatto la guardia al tuo re? Qualcuno è venuto lì per ucciderlo.
16 Non ti sei comportato bene. Com'è vero che il Signore vive, voi meritate tutti la morte, perché non avete fatto la guardia al vostro padrone, al re consacrato dal Signore. Abner, guarda dov'è la lancia e la brocca d'acqua che erano presso il capo del tuo re.
17 Saul riconobbe la voce di Davide e disse:
- Sei tu, Davide, figlio mio?
- Sono io, mio re, - rispose Davide, e continuo: -
18 Perché, mio signore, continui a inseguirmi? Che cosa ho fatto? Che male ho commesso?
19 Ascolta la parola del tuo servo, o re! Se è il Signore a spingerti contro di me, speriamo che accetti l'offerta di un sacrifico. Se sono gli uomini, essi siano maledetti davanti al Signore, perché mi escludono dalla terra che il Signore ci ha dato, mi mandano via e mi costringono a servire altre divinità.
20 Non vorrei essere ucciso in una terra lontana dal Signore, o re d'Israele, per il fatto che tu sei venuto a inseguire questa piccola pulce, come si va a caccia di una pernice sui monti.
21 Saul rispose a Davide:
- Ho sbagliato! Torna con me, Davide, figlio mio. Non ti farò più alcun male, perché oggi tu hai avuto riguardo per la mia vita. Ho agito come un pazzo, ho sbagliato tutto.
22 Davide disse: - Qui, c'è la tua lancia, o re. Un soldato venga a prenderla.
23 Il Signore ripaghi ciascuno di noi secondo la nostra giustizia e lealtà. Oggi egli ti aveva messo nelle mie mani, ma io non ho voluto colpire il re da lui consacrato.
24 Oggi io ho considerato preziosa la tua vita, e il Signore consideri preziosa la mia; mi liberi da ogni disgrazia.
25 Saul rispose a Davide:
- Sii benedetto, Davide figlio mio, tu farai grandi cose e avrai successo. Davide andò per la sua strada e Saul tornò a casa sua.

CAPITOLO 27

DAVIDE SI RIFUGIA PRESSO I FILISTEI

1 Davide pensò: «Un giorno o l'altro finirò ucciso da Saul. Non mi resta che rifugiarmi nella terra dei Filistei. Così Saul rinunzierà a cercarmi entro i confini d'Israele e io mi sarò liberato dal suo inseguimento».
2 Così Davide, con i seicento uomini che erano con lui, passò il confine e andò da Achis, figlio di Maoch, re di Gat.
3 Tutti si stabilirono presso Achis a Gat: i seicento uomini con le loro famiglie e Davide con le due mogli, Achinoam proveniente da Izreel e Abigail, che era stata la moglie di Nabal, proveniente da Carmel.
4 Saul ricevette la notizia che Davide era fuggito a Gat e smise di cercarlo.
5 Davide propose ad Achis: «Se hai fiducia in me, assegnami una residenza in una cittadina dei dintorni e andrò ad abitare là: non è il caso che io rimanga qui con te nella città reale».
6 Achis gli assegnò quel giorno stesso la località di Ziklag. Per questo Ziklag appartiene anche oggi ai re di Giuda.
7 Davide rimase nella terra dei Filistei un anno e quattro mesi.
8 Davide e i suoi uomini facevano razzie contro i Ghesuriti, i Ghirziti e gli Amaleciti, popolazioni che abitavano il territorio che va da Telam verso Sur e fino all'Egitto.
9 Davide devastava quei territori, non lasciava in vita né uomini, né donne, e s'impadroniva di pecore, buoi, asini, cammelli e vestiti. Poi tornava e si presentava al re Achis.
10 Il re domandava:
- Dove avete fatto razzia questa volta?
- Nel territorio meridionale - rispondeva Davide - o in quello di Giuda o in quello degli Ieracmeeliti o in quello dei Keniti.
11 Davide non portava vivi a Gat come prigionieri né uomini, né donne, per evitare che qualcuno dicesse quel che lui aveva veramente fatto. Egli si comportò in questo modo per tutto il tempo che rimase nella terra dei Filistei.
12 Achis aveva fiducia di Davide, perché pensava: «Ormai si è attirato l'odio dei suoi connazionali, gli Israeliti, e sarà sempre mio servo fedele».

CAPITOLO 28

I FILISTEI PREPARANO LA GUERRA CONTRO GLI ISRAELITI

1 In quel tempo i Filistei radunarono le loro truppe per andare a combattere gli Israeliti. Achis disse a Davide:
- E' chiaro che tu e i tuoi uomini dovete venire a combattere per me.
2 - E tu vedrai quel che io farò, - rispose Davide: - sono il tuo servo, o re.
- D'accordo, - concluse Achis, - ti nomino a vita mia guardia del corpo.

SAUL CONSULTA UN'INDOVINA

3 Quando era morto Samuele, gli Israeliti avevano celebrato il lutto e l'avevano sepolto a Rama, la sua città. Da allora Saul aveva proibito in tutto il territorio degli Israeliti le pratiche per consultare i morti.
4 I Filistei, intanto, si prepararono a combattere e posero il campo a Sunem. Allora Saul radunò tutto l'esercito d'Israele e si accampò sul monte Gelboe.
5 Quando vide l'accampamento filisteo, Saul si spaventò e tremò come una foglia.
6 Interrogò il Signore, ma non ebbe risposta: non un sogno, non un'indicazione dagli urim, nessuna parola dai profeti.
7 Allora Saul disse ai suoi servi:
- Cercate dove si trova una donna che interroga i morti e andrò a consultarla.
- Ce n'è una a Endor, - gli risposero.
8 Saul si cambiò i vestiti, per non farsi riconoscere, e con due dei suoi uomini andò dall'indovina di notte. Le disse:
- Fa' le tue pratiche e fa' venire il morto che ti dirò.
9 Gli disse la donna:
- Sai bene quel che ha disposto Saul: ha proibito in tutto il paese le pratiche per consultare i morti. E se il tuo fosse un tranello per farmi morire?
10 Ma Saul le giurò nel nome del Signore:
- Com'è vero che il Signore vive, ti assicuro che non correrai alcun rischio per questo.
11 Allora la donna gli chiese:
- Chi devo far venire?
- Samuele, - rispose Saul.
12 Appena Samuele apparve alla donna, essa diede un forte grido ed esclamò:
- Perché mi hai ingannata? Tu sei Saul!
13 - Non aver paura, - le disse il re; - dimmi piuttosto cosa vedi.
- Vedo uno spirito che viene fuori dalla terra, - rispose la donna.
14 E Saul:
- Che aspetto ha?
Rispose:
- E' vecchio, sta salendo... ha indosso un mantello...
Saul capì che era Samuele e si buttò con la faccia a terra.
15 E Samuele parlò a Saul:
- Perché mi hai disturbato per farmi salire da te?
- Sono disperato, - rispose Saul. - I Filistei mi attaccano, e Dio si è allontanato da me.
Non mi risponde più né per bocca dei profeti né in sogno. Per questo ho invocato te: che debbo fare? Dimmelo!
16 Samuele gli rispose:
- A che serve interrogare me, quando il Signore si è allontanato da te e ti è diventato nemico?
17 Egli ha compiuto quel che aveva annunziato per mezzo mio: ha strappato il regno dalle tue mani e lo dà a un altro, a Davide.
18 Tu hai disubbidito agli ordini del Signore, non hai eseguito la sua sentenza contro gli Amaleciti. Per questo egli oggi ti tratta così.
19 Il Signore metterà te e tutti gli Israeliti in potere dei Filistei. Domani, tu e i tuoi figli sarete con me, e tutto l'accampamento degli Israeliti sarà in mano dei Filistei.
20 Terrorizzato dalle parole di Samuele, Saul cadde a terra lungo disteso. Era privo di forze anche perché non aveva mangiato da un giorno e una notte.
21 L'indovina si avvicinò a Saul, lo vide tutto spaventato e gli disse:
- Io ti ho ubbidito e ho rischiato la mia vita. Per servirti ho fatto quel che mi avevi chiesto.
22 Ora, ubbidisci anche tu a me: ti porterò un po' di pane, mangia e avrai forza per continuare la tua strada.
23 Saul rifiutò:
- Non mangio niente, - disse. Ma i suoi uomini e la donna insistettero e Saul li ascoltò, si alzò da terra e si sedette sul letto.
24 La donna aveva in casa un vitello da ingrassare; subito lo uccise, prese un po' di farina, la impastò e fece cuocere pane non lievitato.
25 Portò questi cibi a Saul e ai suoi uomini, ed essi mangiarono. Quella notte stessa ripartirono.

CAPITOLO 29

I FILISTEI RIFIUTANO L'AIUTO DI DAVIDE

1 I Filistei, intanto, avevano radunato le loro truppe ad Afek, mentre gli Israeliti si erano accampati presso la città di Izreel vicino alla sorgente.
2 I capi dei Filistei marciarono alla testa delle unità militari di cento e mille uomini, Davide e i suoi passarono per ultimi insieme al re Achis.
3 I capi dei Filistei chiesero:
- Che cosa fanno quegli Ebrei? Rispose Achis:
- Non lo sapete? Questo è Davide, che era aiutante di Saul, re d'Israele. E' con me da un anno o due e, da quando ha abbandonato il suo paese fino ad oggi, non ho mai avuto motivo di lamentarmi di lui.
4 Ma tutti i capi dei Filistei si infuriarono contro Achis e gli ordinarono:
- Mandalo via. Torni alla città che gli hai assegnato. Non deve venire con noi in battaglia e poi diventare nostro avversario. Potrebbe riconquistarsi il favore del suo padrone di prima a spese della vita dei nostri uomini.
5 E' quel Davide al quale cantavano tra le danze: «Saul ha ucciso mille nemici e Davide dieci volte mille!».
6 Allora il re Achis chiamò Davide e gli disse:
- Com'è vero che il Signore vive, tu sei un uomo leale. Io ero contento che tu mi accompagnassi nella battaglia, perché non ho mai trovato nulla di male in te da quando sei venuto da me fino a oggi, ma gli altri capi filistei non ti vedono di buon occhio.
7 Quindi torna in pace per non creare fastidi agli altri capi.
8 Davide rispose ad Achis:
- Che cosa ho fatto? Che motivi hai trovato, dal giorno che sono venuto al tuo servizio fino a oggi, per impedirmi di venire a combattere contro i tuoi nemici, o re?
- 9 Lo so, - gli rispose Achis; - per me tu sei stimabile come un inviato di Dio, ma gli altri capi filistei mi hanno ordinato di non portarti in battaglia con noi.
10 Perciò domattina, al sorgere del sole, tu e gli uomini che sono con te dovete alzarvi e partire.
11 Il mattino dopo Davide e i suoi uomini partirono presto per la terra dei Filistei mentre le truppe filistee proseguirono verso Izreel.

CAPITOLO 30

ZIKLAG E' INCENDIATA DAGLI AMALECITI

1 Davide e i suoi uomini arrivarono a Ziklag due giorni dopo. Intanto gli Amaleciti avevano fatto razzie nelle regioni meridionali e anche a Ziklag. Avevano preso la città e l'avevano incendiata.
2 Non avevano ucciso nessuno, ma avevano fatto prigioniere le donne e quanti avevano trovato in città, senza distinzione. Li avevano presi e avevano continuato il loro cammino.
3 Quando Davide arrivò con i suoi uomini, trovò la città bruciata e seppe che le donne erano state prese prigioniere con figli e figlie.
4 Davide e il gruppo che era con lui gridarono e piansero finché ebbero fiato.
5 Erano state portate via anche le due mogli di Davide: Achinoam da Izreel e Abigail che era stata la moglie di Nabal da Carmel.
6 Davide venne a trovarsi in grave difficoltà. I suoi uomini, infatti, parlavano di ammazzarlo a colpi di pietra: erano tutti fuori di sé per il pensiero dei loro figli. Ma Davide ritrovò coraggio nel Signore suo Dio.
7 Chiamò il sacerdote Ebiatar, figlio di Achimelech, e gli disse:
- Per favore, porta qui l'efod.
Ebiatar ubbidì
8 e Davide interrogò il Signore:
- Se inseguo quella banda di razziatori, riuscirò a prenderli?
- Sì, - rispose il Signore, - riuscirai a raggiungerli e a liberare i prigionieri.
9 Davide partì con seicento uomini, mentre gli altri rimasero a Ziklag. Quando giunsero al torrente di Besor,
10 Davide continuò l'inseguimento con quattrocento uomini, gli altri duecento si fermarono perché erano troppo stanchi per attraversare il torrente.
11 Nella campagna trovarono un Egiziano e lo condussero a Davide. Gli diedero pane, acqua,
12 una schiacciata di fichi secchi e due grappoli d'uva passa. L'Egiziano mangiò e si riprese: era stato senza mangiare né bere per tre giorni e tre notti.
13 Davide gli domandò:
- Di dove sei? Chi è il tuo padrone?
L'uomo rispose:
- Sono un giovane egiziano, schiavo di un Amalecita. Il mio padrone mi ha abbandonato tre giorni fa perché mi sono ammalato.
14 Eravamo andati a far razzie nelle terre meridionali dei Cretei, di Giuda e di Caleb e avevamo incendiato la città di Ziklag.
15 Davide gli chiese:
- Puoi condurci da quella gente?
- Sì, - rispose, - se mi giuri in nome di Dio che non mi ucciderai e non mi riconsegnerai al mio padrone.

DAVIDE VINCE GLI AMALECITI

16 L'Egiziano condusse Davide dov'erano gli Amaleciti. Erano sparpagliati sul terreno, stavano mangiando e bevendo, facevano festa con l'enorme bottino che avevano fatto nella terra dei Filistei e di Giuda
17 Davide li attaccò dall'alba fino alla sera del giorno dopo. Tra tutti si salvarono solo quattrocento giovani che erano fuggiti in groppa ai cammelli.
18 Davide liberò tutte le persone che gli Amaleciti avevano catturato, comprese le sue due mogli.
19 Tutti i prigionieri furono salvi, piccoli e grandi, ragazzi e ragazze. Davide ricuperò anche tutto il bottino che gli Amaleciti avevano preso.
20 S'impadronì delle pecore e dei buoi. Quelli che li conducevano davanti a lui dicevano: «Questo è il bottino di Davide!».
21 Raggiunse i duecento uomini che aveva lasciato al torrente di Besor perché erano troppo stanchi per seguirlo. Essi vennero incontro a lui e ai suoi uomini e Davide, quando fu loro vicino, li salutò.
22 Tra quelli che erano andati con Davide c'erano alcuni uomini malvagi e meschini. Essi dissero:
- Questi non sono venuti con noi: non dobbiamo dar loro niente del bottino ricuperato. Si prendano le loro mogli e i figli e se ne vadano.
23 Ma Davide disse:
- Non fate così, amici, con quel che il Signore ci ha dato. Egli ci ha protetti e ha messo in nostro potere quella banda di nemici.
24 Il vostro parere non è da seguire. Tanto spetta a chi va all'assalto quanto a chi resta a custodire i bagagli: a ciascuno sarà data una parte.
25 Da quel giorno Davide fece diventare quest'uso una norma per gli Israeliti fino a oggi.
26 Quando fu tornato a Ziklag, Davide mandò una parte del bottino anche ai capi delle località di Giuda, suoi compatrioti, con questo messaggio: «Vi mando in dono una parte del bottino preso ai nemici del Signore».
27-31 Il dono fu mandato agli abitanti delle seguenti località:
Betuel,
Rama nel Negheb,
Iattir,
Arad,
Sifmot,
Estemoa,
Racal,
le città degli Ieracmeeliti,
le città dei Keniti,
Corma,
Bor - Asan,
Atach,
Ebron.
Inoltre Davide mandò qualcosa a tutte le località in cui era passato con i suoi uomini.

CAPITOLO 31

LA MORTE DI SAUL

1 Infine i Filistei attaccarono battaglia. Gli Israeliti furono messi in fuga e molti rimasero uccisi sul monte Gelbo e.
2 Filistei inseguirono Saul e i suoi figli e colpirono a morte Gionata, Abinadab e Malkisua, figli di Saul.
3 La lotta si accese attorno a Saul: egli fu scoperto dagli arcieri e, quando li vide, fu preso dal panico.
4 Disse al soldato che gli portava le armi: «Prendi la spada e colpiscimi tu, prima che vengano quei miscredenti Filistei a colpirmi e oltraggiarmi». Ma il soldato ebbe paura e non volle colpirlo. Allora Saul prese la spada e vi si buttò sopra.
5 Quando vide che Saul era morto, il soldato si buttò anche lui sulla sua spada e morì accanto a lui.
6 Così morirono Saul, i suoi tre figli e il soldato che gli portava le armi, tutti insieme in un sol giorno.
7 Gli Israeliti che erano sul fianco opposto della valle e quelli che erano al di là del Giordano seppero che Saul e i suoi figli erano morti e che l'esercito era in fuga. Abbandonarono le loro città e fuggirono anch'essi. Allora vennero i Filistei e si stabilirono al loro posto.
8 Il giorno dopo i Filistei andarono a saccheggiare i cadaveri. Trovarono Saul e i suoi tre figli a terra sul monte Gelboe.
9 Spogliarono Saul delle armi e gli tagliarono la testa. La mandarono in giro con le armi in tutto il loro territorio, per darne la bella notizia nei templi dei loro idoli e a tutta la gente.
10 Poi deposero le armi nel tempio di Astarte e appesero il cadavere di Saul alle mura della città di Betsean.
11 Gli abitanti di Iabes di Galaad vennero a sapere quel che i Filistei avevano fatto a Saul.
12 I più coraggiosi di loro marciarono per tutta una notte e andarono a ricuperare il cadavere di Saul e dei suoi figli dalle mura di Betsean. Li portarono a Iabes e li bruciarono.
13 Poi seppellirono le ossa sotto un grande albero, il tamarisco di Iabes, e fecero lutto con un digiuno di sette giorni.
Morte di Saul

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