INTRODUZIONE AL PRIMO LIBRO DI SAMUELE
Caratteristiche
principali
Il primo libro di Samuele parla di una
grande svolta nella storia del popolo d'Israele: il passaggio dall'epoca dei
Giudici alla monarchia. L'importanza avuta da Samuele agli inizi della monarchia
spiega perché questo libro e il seguente prendono il nome da
lui.
I Giudici erano i liberatori che Dio donava
al suo popolo in momenti di crisi e Samuele fu l'ultimo di loro. Gli Israeliti
erano minacciati dai Filistei, i quali riuscirono perfino ad impadronirsi
dell'arca dell'alleanza, e Samuele, chiamato da Dio fin dall'infanzia, fu la
guida politica e religiosa del popolo (capitoli 1 -
7).
Quando Samuele fu vecchio, gli Israeliti
chiesero un re. Il desiderio di un'autorità stabile, come avevano le
altre nazioni, comportava il rischio di sottovalutare la sovranità del
Signore sopra il suo popolo. Samuele mise in guardia il popolo e, alla fine, per
indicazione del Signore, consacrò re Saul (capitoli 8 -
10).
Saul combatté con coraggio contro i
nemici d'Israele, ma presto la sua fedeltà al Signore diminuì. Il
Signore scelse Davide come futuro re al posto di Saul, e ritirò da Saul
il suo appoggio (capitoli 11 - 15).
Davide si
affiancò al re come giovane attendente, si mise in luce per lealtà
e abilità, si guadagnò la simpatia di molti, soprattutto del
figlio di Saul, Gionata, ma suscitò la sospettosa gelosia del re, che
decise di farlo morire. Davide fuggì e le sue avvincenti avventure, in
contrasto con l'inarrestabile decadenza di Saul, occupano tutta l'ultima parte
del libro (capitoli 16 - 30) che si conclude con il racconto della morte di Saul
e dei suoi figli per mano dei Filistei (capitolo
31).
Autore e ambiente
storico
I due libri di Samuele, secondo alcuni
studiosi, sono una raccolta di diverse antiche narrazioni. Compilata, in gran
parte, probabilmente durante il regno di Salomone, fu ritoccata, secoli
più tardi, dopo la caduta di Gerusalemme, ispirandosi in alcuni punti
alle idee del Deuteronomio. Fra le parti più antiche vi è
certamente la storia dell'ascesa di Davide, che inizia al capitolo 16 del nostro
libro e termina al capitolo 5 del secondo libro di
Samuele.
Oltre all'interesse per gli
antichi ricordi sulla vita di Samuele, di Saul e di Davide, - che può
spiegare la presenza di doppioni nel resoconto di alcuni avvenimenti, - è
dominante in questo libro l'interesse per il problema della monarchia. Che
giudizio si deve dare sulla svolta che ha portato il popolo d'Israele a
diventare un regno? Perché Saul non poté dare inizio a una sua
dinastia? Perché, invece, Davide fu scelto e aiutato da Dio? Sono queste
le domande a cui la narrazione vuole
rispondere.
Sono domande e problemi ancora
attuali, perché fanno riflettere sui modi con cui Dio guida le vicende
del suo popolo nella storia, e sulla necessità che gli uomini rispettino
la sovranità di
Dio.
Schema
-
La storia di Samuele 1, 1 - 7, 17
- Saul, il
primo re 8, 1 - 15, 35
- Saul e Davide 16, 1 -
31, 13
STORIA DI SAMUELE
CAPITOLO
1
ANNA AL SANTUARIO DI SILO
1 A Rama, una città
della regione montuosa di Efraim, viveva un uomo che si chiamava Elkana.
Apparteneva alla tribù di Efraim e al gruppo di famiglie di Zuf; era
discendente di Ierocam, Eliu, Tocu e Zuf.
2
Aveva due mogli: Anna e Peninna. Peninna aveva figli, Anna invece non ne aveva.
3 Ogni anno Elkana partiva dalla sua
città e andava al santuario di Silo per adorare il Signore degli eserciti
d'Israele, e offrirgli sacrifici. In quel santuario erano sacerdoti i due figli
di Eli: Ofni e Finees.
4 Un giorno Elkana
andò a offrire il sacrificio. Egli aveva l'abitudine di dare a Peninna e
a ciascuno dei suoi figli un pezzo dell'animale sacrificato.
5 Ad Anna, però, dava un pezzo speciale,
perché l'amava molto, anche se il Signore non le aveva concesso di avere
figli.
6 Peninna, invece, sua rivale, tormentava
continuamente Anna e la umiliava proprio perché era sterile.
7 Così, ogni anno, quando Anna si recava
al santuario del Signore si ripeteva la stessa scena. Quel giorno Anna si mise a
piangere e non voleva mangiare.
8 Suo marito le
disse: «Anna, perché piangi e non vuoi mangiare? Perché sei
così triste? Io, per te, non conto più di dieci figli?».
9 Alla fine del banchetto sacro nel santuario
del Signore a Silo, Anna si alzò. In quel momento il sacerdote Eli era
seduto sulla sua seggiola all'ingresso del santuario.
10 Anna era molto triste: mentre pregava,
piangeva amaramente.
11 Fece al Signore questa
solenne promessa: «Signore degli eserciti d'Israele, guarda la mia miseria!
Ricordati di me che sono la tua serva, non abbandonarmi! Se mi darai un figlio,
ti prometto di consacrarlo per sempre al tuo servizio: i suoi capelli non
verranno mai tagliati».
12 Anna
continuò a pregare il Signore per molto tempo, mentre Eli la guardava.
13 Anna pregava in silenzio: muoveva le labbra
ma la sua voce non si sentiva. Per questo Eli la prese per
ubriaca
14 e le
disse:
- Per quanto tempo ancora sarai ubriaca?
Vai a smaltire il tuo vino!
15 - Non ho bevuto
né vino né bevande forti, - rispose Anna; - sono soltanto una
donna infelice che ha aperto il cuore al Signore.
16 Non considerarmi una donna da poco: ho
pregato così a lungo per la tristezza e
l'umiliazione.
17 Allora Eli le
disse:
- Va' in pace! Che il Dio d'Israele ti
conceda quel che gli hai domandato.
18 - E tu, -
rispose Anna, - conserva un buon ricordo di
me.
Poi se ne andò, e, finalmente, prese
un po' di cibo: la tristezza era scomparsa dal suo
volto.
NASCITA E INFANZIA DI SAMUELE
19 Il giorno dopo Elkana e la
sua famiglia si alzarono di buon mattino, si inchinarono davanti al Signore e
fecero ritorno alla loro casa, a Rama. Elkana si unì a sua moglie Anna, e
il Signore esaudì la preghiera che la donna aveva fatto.
20 Anna restò incinta e, a suo tempo,
diede alla luce un figlio. Lo chiamò Samuele, «perché,
diceva, l'ho domandato al Signore».
21 In
seguito Elkana si recò di nuovo con tutta la famiglia a Silo, per offrire
al Signore il sacrificio annuale e il sacrificio di ringraziamento che gli aveva
promesso.
22 Questa volta Anna non lo
accompagnò, ma gli disse:
- Quando il
bambino sarà svezzato, allora lo porterò io al santuario, e
sarà presentato davanti al Signore; poi rimarrà là per
sempre.
23 - Fa' come ti sembra giusto, -
rispose Elkana; - resta pure a casa fino a quando avrai svezzato il bambino. E
speriamo che il Signore continui a proteggerlo. Così Anna rimase a casa e
allattò suo figlio fino al tempo dello svezzamento.
24 Subito dopo portò il bambino, ancora
piccolo, al santuario del Signore a Silo. Prese con sé un vitello di tre
anni, un sacco di farina e un otre di vino.
25
Anna e suo marito offrirono il vitello in sacrificio, poi condussero il bambino
da Eli.
26 Anna salutò Eli e gli disse:
«Ti ricordi di me? Sono proprio quella donna che stava qui presso di te a
pregare il Signore.
27 Ho pregato per avere
questo figlio e il Signore mi ha ascoltato.
28
Ora io voglio offrirlo al Signore: per tutta la vita apparterrà a
lui». Poi s'inchinò davanti al
Signore.
CAPITOLO
2
LA PREGHIERA DI ANNA
1 Anna pregò
così:
«Il Signore ha riempito il mio
cuore
di gioia,
il Signore ha risollevato il mio
spirito
abbattuto.
Ora
posso ridere dei miei nemici;
Dio mi ha aiutata:
sono piena di gioia.
2 Solo il Signore
è santo,
lui solo è
Dio.
Solo il Signore è roccia
sicura.
3 Smettete di dire parole superbe,
basta con le frasi arroganti,
perché il Signore è un Dio che sa
tutto,
egli giudica le azioni di
ognuno.
4 Egli spezza l'arco dei forti,
riveste i deboli di
forza.
5 Chi aveva cibo a
sazietà
ora deve lavorare per un pezzo di
pane.
Chi invece soffriva la fame
ora non deve più
faticare.
La donna sterile genera molti figli,
quella che era feconda
appassisce.
6 Il Signore fa morire e fa
vivere,
fa scendere e risalire dal regno dei
morti.
7 Il Signore rende poveri e ricchi,
umilia e
innalza.
8 Rialza il povero dalla polvere,
solleva l'infelice dalla miseria:
lo fa sedere in mezzo ai prìncipi,
gli riserva un posto d'onore,
perché il Signore è il fondatore
del mondo
e lo
sostiene.
9 Egli protegge il cammino
di chi gli è
fedele;
mentre il malvagio svanisce nelle
tenebre,
nessuno avrà successo con le sue
forze.
10 I nemici del Signore saranno
distrutti,
quando lui, l'Altissimo,
tuonerà dal cielo.
Il Signore è
giudice di tutta la terra,
darà potenza
al re del suo popolo,
renderà forte il re
che si è scelto».
11 Dopo
questi fatti, Elkana tornò a casa sua, a Rama. Il piccolo Samuele,
invece, rimase a Silo per servire il Signore sotto la guida di
Eli.
I FIGLI DI ELI SI COMPORTANO MALE
12 I figli di Eli erano
disonesti e non si curavano del Signore.
13 Nei
rapporti con la gente non rispettavano le norme stabilite per i sacerdoti. Ogni
volta che qualcuno offriva un sacrificio, mentre la carne cuoceva, veniva il
servo del sacerdote con in mano un forchettone
14
e lo affondava nel recipiente o nel calderone o nella pentola o nella marmitta:
tutto quel che il forchettone riusciva a infilare andava al sacerdote. I figli
di Eli facevano così con tutti gli Israeliti che andavano a Silo.
15 Altre volte il servo del sacerdote arrivava
prima che il grasso della vittima fosse bruciato e diceva a chi offriva il
sacrificio:
- Dammi la carne da arrostire per il
sacerdote: egli non vuole da te carne già cotta, ma solo carne
cruda.
16 Se quello
rispondeva:
- Prima lascia bruciare il grasso,
poi prendi quello che vuoi, - il servo
replicava:
- No, devi darmela subito, altrimenti
la prenderò con la forza.
17 In questo
modo i figli di Eli offendevano gravemente il Signore, perché
disprezzavano i sacrifici che gli venivano offerti.
SAMUELE A SILO
18 Il piccolo Samuele, invece,
vestito di una tunica di lino, continuava a servire il Signore.
19 Ogni anno sua madre faceva per lui un piccolo
mantello e glielo portava, quando andava a Silo con suo marito per offrire il
sacrificio annuale.
20 Allora Eli benediceva
Elkana e sua moglie, e a lui diceva: «Il Signore ti conceda di avere altri
figli da questa donna in cambio del bambino che gli avete consacrato». Poi
essi tornavano al loro paese.
21 Il Signore
intervenne in favore di Anna, ed essa ebbe ancora tre figli e due figlie.
Intanto il piccolo Samuele cresceva davanti al Signore.
ELI RIMPROVERA I SUOI FIGLI
22 Eli era molto anziano. Egli
venne a sapere che i suoi figli si comportavano male con tutti gli Israeliti e,
inoltre, si univano alle donne che prestavano servizio all'ingresso della tenda
dell'incontro.
23 Eli li rimproverò:
«Perché fate queste cose? Tutti parlano delle vostre cattive azioni.
24 No, figli miei! Quel che sento dire di voi in
mezzo al popolo del Signore non è bello.
25 Se un uomo pecca contro un altro uomo,
potrà trovare misericordia presso Dio; ma, se un uomo pecca contro il
Signore, chi potrà difenderlo?». Essi però non vollero dare
ascolto alle parole del padre: il Signore aveva già deciso di farli
morire.
26 Il piccolo Samuele, al contrario,
cresceva e godeva il favore del Signore e degli uomini.
IL SIGNORE ANNUNZIA A ELI IL CASTIGO
27 Un giorno un profeta venne
da Eli e gli disse: «Così dice il Signore: Tu sai che quando i tuoi
padri erano in Egitto, schiavi del faraone, mi sono manifestato ad Aronne.
28 Tra tutte le tribù d'Israele ho scelto
lui come mio sacerdote. Gli ho affidato il compito di prestare servizio
all'altare, di offrire l'incenso e di portare l'efod per interrogarmi. Inoltre
ho dato a lui e alla sua famiglia il diritto di prendere una parte di tutte le
offerte degli Israeliti.
29 Perché,
dunque, trattate senza rispetto i sacrifici e le offerte che ho ordinato di fare
nel santuario? E tu, perché hai più riguardo dei tuoi figli che di
me, e permetti loro di ingrassarsi con la parte migliore delle offerte del mio
popolo, Israele?
30 «Questa è la mia
decisione, - dice il Signore, Dio d'Israele. - Avevo promesso a te e alla tua
famiglia di tenervi per sempre come sacerdoti, ma ora basta! Io onoro chi mi
onora, ma chi mi disprezza troverà solo disprezzo.
31 Ecco, si avvicina il giorno in cui
farò morire nel fiore degli anni tutti i giovani della tua famiglia: tra
i tuoi parenti non ci saranno più vecchi.
32 Vedrai un tuo rivale nel santuario, e tutto
il bene che farà a Israele, ma nessuno della tua famiglia arriverà
alla vecchiaia.
33 Lascerò che uno dei
tuoi discendenti continui a servire presso il mio altare, ma questo farà
consumare i tuoi occhi nel pianto e la tua anima nella disperazione. Gli altri
tuoi discendenti moriranno nel fiore degli
anni
34 Quando vedrai i tuoi figli, Ofni e
Finees, morire nello stesso giorno, ne avrai la prova.
35 «Io poi sceglierò un sacerdote
che mi sarà fedele e agirà secondo la mia volontà. A lui
darò discendenti che rimarranno per sempre al mio servizio, davanti al re
che avrò scelto.
36 I superstiti della
tua famiglia dovranno buttarsi ai suoi piedi per avere una moneta d'argento e un
pezzo di pane; per avere qualcosa da mangiare saranno costretti a mendicare un
posto al servizio dei
sacerdoti».
CAPITOLO
3
IL SIGNORE APPARE A SAMUELE
1 Il giovane Samuele
continuava a servire il Signore sotto la guida di Eli. In quel tempo il Signore
parlava raramente, e le visioni non erano frequenti.
2 Una notte Eli stava dormendo nella sua camera.
Ormai la sua vista si era così indebolita che non ci vedeva quasi
più.
3 La lampada del santuario di Dio
non era ancora spenta, e Samuele dormiva nel santuario dove c'era l'arca di Dio.
4 Allora il Signore chiamò Samuele. Egli
rispose:
-
Eccomi!
5 Poi corse da Eli e gli disse: Mi hai
chiamato, eccomi!
- Non ti ho chiamato, - rispose
Eli; - torna a dormire.
Samuele tornò a
coricarsi.
6 Il Signore chiamò per la
seconda volta: - Samuele!
Egli si alzò,
corse da Eli e gli disse: - Mi hai chiamato,
eccomi!
No, figlio mio, non ti ho chiamato, -
rispose Eli; - torna a dormire.
7 Samuele non era
in grado di capire che era il Signore, perché il Signore non gli aveva
mai parlato prima.
8 Per la terza volta il
Signore chiamò:
-
Samuele!
Egli si alzò, tornò da Eli
e gli disse:
- Mi hai chiamato,
eccomi!
Allora Eli capì che era il Signore
a chiamare il ragazzo.
9 Perciò disse a
Samuele:
- Vai a dormire e, se ti sentirai
chiamare di nuovo, rispondi così: «Parla, Signore, il tuo servo ti
ascolta».
Samuele tornò dunque a
dormire.
10 Allora il Signore venne, si
fermò vicino al ragazzo e, come le altre volte,
chiamò:
- Samuele,
Samuele!
Samuele
rispose:
- Parla, Signore, il tuo servo ti
ascolta.
11 Il Signore gli
disse:
- Ecco, sto per compiere in Israele
qualcosa che lascerà sbalordito chiunque ne sentirà parlare.
12 In quel giorno realizzerò tutte le mie
minacce contro Eli e la sua famiglia, senza tralasciare nulla.
13 Lo avevo avvertito! Ora punirò la sua
famiglia per sempre a causa della sua colpa: lui infatti sapeva che i suoi figli
mi disprezzavano, ma non li ha mai puniti.
14
Per questo dichiaro solennemente alla famiglia di Eli che né sacrifici
né offerte potranno mai cancellare il suo peccato.
15 Samuele restò a letto fino al mattino,
poi si alzò e aprì le porte del santuario. Ma non aveva il
coraggio di raccontare a Eli la visione.
16 Eli
lo chiamò:
- Samuele, figlio
mio!
- Eccomi, rispose
Samuele.
17 - Che cosa ti ha detto il Signore? -
domandò Eli. - Non nascondermi nulla. Dio ti punisca severamente se mi
nasconderai una sola parola di quel che ti ha
detto.
18 Allora Samuele gli raccontò
tutto, senza nascondere nulla. Eli gli disse:
-
E' il Signore! Faccia quel che ritiene giusto.
19
Samuele divenne grande; il Signore era con lui e fece in modo che nessuna delle
sue parole andasse a vuoto.
20 Così tutto
il popolo d'Israele, da Dan a nord fino a Bersabea a sud, seppe che Samuele era
un vero profeta del Signore.
21 Il Signore
continuò a manifestarsi a Samuele: nel santuario di Silo gli rivelava la
sua parola.
CAPITOLO
4
1 E Samuele la comunicava a tutto il popolo
d'Israele.
L'ARCA DELL'ALLEANZA IN MANO AI FILISTEI
Qualche tempo dopo gli
Israeliti dovettero combattere contro i Filistei. Si accamparono presso Eben -
Ezer (La Pietra dell'Aiuto) mentre i Filistei si erano accampati ad Afek.
2 I Filistei si schierarono contro gli Israeliti
e divampò la battaglia. Gli Israeliti furono sconfitti e lasciarono sul
campo quattromila uomini.
3 Quando l'esercito
tornò all'accampamento, i capi d'Israele dissero: «Perché mai
il Signore oggi ci ha fatto perdere contro i Filistei? Andiamo a Silo a prendere
l'arca dell'alleanza del Signore: quando sarà in mezzo a noi ci
salverà dai nemici».
4 Mandarono a
Silo alcuni uomini con l'incarico di prendere l'arca del Signore degli eserciti
d'Israele, che siede in trono tra i cherubini. Accanto all'arca c'erano Ofni e
Finees, i due figli di Eli.
5 Quando l'arca
dell'alleanza del Signore giunse all'accampamento, tutto Israele esplose in
un'acclamazione così forte da far tremare la terra.
6 I Filistei udirono quel frastuono e si
chiesero: «Che cosa succede? Che cosa significa quest'urlo
nell'accampamento degli Ebrei?». Vennero a sapere che era giunta l'arca del
Signore
7 e si spaventarono. Dicevano: «Un
dio è giunto nel loro accampamento. Siamo perduti: fino a ieri non era
così.
8 Chi potrà salvarci dalla
mano di un dio così potente? E' lui il dio che nel deserto ha dato duri
colpi agli Egiziani.
9 Coraggio, Filistei!
Comportiamoci da uomini, altrimenti finiremo per diventare schiavi degli Ebrei,
come essi lo sono stati di noi. Comportiamoci da uomini e combattiamo con
coraggio».
10 Quindi i Filistei attaccarono
battaglia: gli Israeliti furono sconfitti e fuggirono ognuno a casa sua. Fu una
vera disfatta: caddero tremila soldati d'Israele.
11 L'arca di Dio fu catturata, e anche i due
figli di Eli, Ofni e Finees, morirono.
MORTE DI ELI
12 Un uomo della tribù
di Beniamino fuggì di corsa dal campo di battaglia e giunse in quello
stesso giorno a Silo. Aveva le vesti strappate e la testa coperta di
polvere
13 Eli stava seduto sulla sua seggiola ai
bordi della strada, scrutando l'orizzonte, in ansia per la sorte dell'arca di
Dio. Quando quell'uomo entrò in città e diede la notizia, tutti
gridarono di dolore.
14 Egli udì le grida
e domandò:
- Perché la gente fa
tanto rumore?
L'uomo si affrettò a portare
la notizia a Eli.
15 Egli aveva ormai novantotto
anni ed era diventato completamente cieco.
16
L'uomo gli disse:
- Sono riuscito a fuggire dal
campo di battaglia e sono corso qui oggi
stesso.
- Come sono andate le cose, figlio mio? -
domandò Eli.
17 Il messaggero
rispose:
- Gli Israeliti sono stati messi in fuga
dai Filistei; è stato un vero massacro per noi: i tuoi due figli, Ofni e
Finees, sono morti e l'arca di Dio è stata
catturata.
18 Quando udì nominare l'arca
di Dio, Eli cadde all'indietro dalla seggiola a lato della porta del santuario,
batté la testa e morì, perché era vecchio e pesante. Aveva
guidato il popolo d'Israele per quarant'anni.
MORTE DELLA MOGLIE DI FINEES
19 La moglie di Finees, nuora
di Eli, era incinta e ormai vicina al parto. Quando udì che i Filistei
avevano catturato l'arca di Dio e che il suocero e il marito le erano morti, fu
presa dalle doglie e partorì.
20 Siccome
stava per morire, le donne che l'assistevano le dissero: «Non aver paura:
hai dato alla luce un figlio maschio». Essa non diede retta alle donne e
non parlò con loro, ma volle
21 dare il
nome al bambino; lo chiamò Icabod (Senza Gloria), per dire: «La
Gloria di Dio ha abbandonato Israele». Si riferiva alla cattura dell'arca
di Dio e alla morte del suocero e del marito.
22
Aveva detto: «La Gloria di Dio ha abbandonato Israele» perché
era stata catturata l'arca di Dio.
CAPITOLO
5
L'ARCA TRA I FILISTEI
1 I Filistei, catturata l'arca
di Dio, da Eben - Ezer la portarono nella città di Asdod,
2 la introdussero nel santuario di Dagon e la
deposero presso la sua statua.
3 Il giorno dopo,
quando si alzarono, gli abitanti di Asdod trovarono la statua di Dagon con la
faccia a terra davanti all'arca del Signore. Rimisero subito in piedi la statua
al suo posto.
4 Il mattino dopo, però, la
statua era di nuovo caduta con la faccia a terra davanti all'arca del Signore;
per di più, la testa e le mani della statua si erano staccate ed erano in
terra presso la soglia, solo il tronco era rimasto intatto.
5 E' per questo che ancor oggi i sacerdoti di
Dagon e tutti quelli che entrano nel suo santuario ad Asdod evitano di mettere i
piedi sulla soglia.
6 In seguito il Signore
intervenne ancor più duramente nei confronti degli abitanti di Asdod e
dintorni: li colpì con un'epidemia che provocava bubboni.
7 Visto come andavano le cose, gli abitanti di
Asdod dissero: «Non vogliamo che l'arca del Dio d'Israele rimanga presso di
noi, perché egli ha colpito troppo duramente noi e il nostro dio
Dagon».
8 Convocarono dunque tutti i capi
dei Filistei e chiesero loro:
- Che cosa dobbiamo
fare dell'arca del Dio d'Israele?
- Bisogna
trasportarla a Gat, - essi risposero.
Così
l'arca fu trasportata nella città di Gat.
9 Ma anche qui, dopo l'arrivo dell'arca, il
Signore provocò un enorme panico: tutti gli abitanti, dal più
piccolo al più grande, furono colpiti dai bubboni.
10 Allora mandarono l'arca di Dio ad Accaron, ma
al suo arrivo i cittadini di Accaron gridarono: «Hanno portato qui l'arca
del Dio d'Israele per farci morire tutti!».
11 Convocarono a loro volta i capi dei Filistei
e dissero loro: «Rimandate l'arca del dio d'Israele al suo popolo,
altrimenti moriremo tutti». Infatti un'atmosfera di panico gravava sulla
città, perché il Signore l'aveva così duramente colpita.
12 Quelli che non morivano venivano colpiti dai
bubboni. Dalla città un grido di dolore saliva fino al
cielo.
CAPITOLO 6
I FILISTEI RESTITUISCONO L'ARCA
1 L'arca del Signore rimase
per sette mesi nel territorio dei Filistei.
2
Alla fine essi chiesero ai loro sacerdoti e indovini: - Che cosa dobbiamo fare
dell'arca del Signore? Diteci in che modo dobbiamo comportarci per rimandarla
nel suo paese.
3 Essi
risposero:
- Se volete restituire l'arca del dio
d'Israele, dovete senz'altro accompagnarla con un dono in riparazione del vostro
peccato. Allora guarirete e saprete per quale motivo Dio ha voluto colpirvi
così duramente.
4 - Che genere di dono
dobbiamo offrirgli? - essi chiesero.
I sacerdoti
e gli indovini risposero: - Cinque bubboni d'oro e cinque topi d'oro. Cinque,
infatti, sono i vostri re che sono stati colpiti, come voi tutti, da una
medesima epidemia.
5 Fate dunque queste
riproduzioni d'oro sia dei vostri bubboni sia dei topi che devastano il vostro
territorio. In questo modo riconoscerete la potenza del Dio d'Israele. Forse
egli cesserà di colpire voi, le vostre divinità e la vostra terra.
6 Perché volete ostinarvi come hanno
fatto gli Egiziani e il faraone? Ricordate come il Signore li ha messi in
ridicolo e hanno dovuto lasciar partire il popolo d'Israele?
7 Fate dunque così: costruite un carro
nuovo, poi prendete due vacche che allattano e non hanno mai portato il giogo.
Attaccate le vacche al carro e chiudete i loro vitelli nella stalla.
8 Prendete l'arca del Signore, deponetela sul
carro e, di fianco ad essa, collocate in una cassetta gli oggetti d'oro che
offrite a Dio come dono di riparazione. Quindi, lasciate partire il carro con
l'arca
9 e state a vedere: se andrà verso
la città di Bet - Semes, nella direzione del territorio d'Israele,
sapremo chi è causa dei nostri mali; se invece prenderà un'altra
strada, sapremo che non è stata la sua mano a colpirci, ma tutto è
capitato per caso.
10 I Filistei seguirono
questo consiglio. Presero due vacche che allattavano, le attaccarono al carro e
chiusero i loro vitelli nella stalla.
11 Misero
l'arca del Signore sul carro e, a fianco, la cassetta con i topi d'oro e le
riproduzioni dei bubboni.
12 Le vacche
imboccarono decise la strada di Bet - Semes: andarono avanti, diritte, muggendo
continuamente, ma senza piegare né a destra né a sinistra. I capi
dei Filistei le seguirono fino al confine con Bet -
Semes.
L'ARCA A BET - SEMES
13 Gli abitanti di Bet - Semes
si trovavano nella pianura a mietere il grano. Alzando gli occhi videro l'arca e
furono molto contenti.
14 Il carro arrivò
al campo di Giosuè di Bet - Semes e li si fermò presso una grossa
pietra. Allora gli abitanti di Bet - Semes fecero a pezzi il legno del carro e
bruciarono le vacche in sacrificio al Signore.
15 I leviti avevano tolto dal carro l'arca del
Signore e la cassetta che conteneva gli oggetti d'oro e li avevano posti sulla
grande pietra. In quello stesso giorno gli abitanti di Bet - Semes offrirono al
Signore vari sacrifici.
16 Visto ciò, i
cinque capi dei Filistei ritornarono quel giorno stesso ad Accaron.
17 I bubboni d'oro che i Filistei avevano
offerto al Signore come dono di riparazione erano cinque: corrispondevano alle
città di Asdod, Gaza, Ascalon, Gat e Accaron.
18 Il numero dei topi d'oro, invece, era uguale
a quello di tutte le località sottoposte ai cinque capi filistei, dalle
città fortificate fino ai villaggi di campagna. A ricordo di tutto questo
rimane ancor oggi, nel campo di Giosuè a Bet - Semes, la grossa pietra
sulla quale avevano deposto l'arca del Signore.
19 Ma il Signore punì anche gli abitanti
di Bet - Semes, perché avevano guardato dentro l'arca: morirono settanta
uomini. Allora gli abitanti di Bet - Semes fecero lutto perché il Signore
li aveva colpiti così duramente.
L'ARCA A KIRIAT - IEARIM
20 Poi gli abitanti di Bet -
Semes dissero: «Chi potrà resistere alla presenza del Signore,
questo Dio così inavvicinabile? Una volta via di qui, chi lo
riceverà?».
21 Allora mandarono alla
città di Kiriat - Iearim alcuni uomini con questo messaggio: «I
Filistei hanno riportato l'arca del Signore: venite a prenderla e portatela
presso di voi».
CAPITOLO
7
1 Gli abitanti di Kiriat - Iearim vennero a
prendere l'arca e la trasportarono nella casa di Abinadab, sulla collina. Poi
consacrarono suo figlio Eleazaro custode dell'arca del
Signore.
SAMUELE A CAPO D'ISRAELE
2 Molto tempo era passato dal
trasporto dell'arca a Kiriat - Iearim, una ventina d'anni. Gli Israeliti si
rivolsero di nuovo al Signore.
3 Allora Samuele
parlò così a tutto il popolo d'Israele: «Se davvero volete
tornare al Signore con tutto il cuore, togliete di mezzo gli idoli della dea
Astarte e tutte le altre divinità straniere. Dedicatevi completamente al
Signore e servite lui solo: allora egli vi libererà dalle mani dei
Filistei».
4 Gli Israeliti tolsero di mezzo
gli idoli di Baal e di Astarte e tornarono a servire il Signore.
5 Samuele disse ancora: «Radunate tutto il
popolo a Mizpa e io pregherò il Signore per
voi».
6 Gli Israeliti si radunarono a Mizpa.
Attinsero acqua e l'offrirono al Signore, quel giorno fecero digiuno e
riconobbero di aver peccato contro il Signore. Là, a Mizpa, Samuele fu
giudice del popolo d'Israele
7 Quando i capi dei
Filistei vennero a sapere che gli Israeliti si erano radunati a Mizpa decisero
di attaccarli. A questa notizia gli Israeliti ebbero
paura
8 e dissero a Samuele: «Continua senza
sosta a supplicare il Signore, nostro Dio, perché ci liberi dalle mani
dei Filistei».
9 Samuele prese un vitello da
latte e lo bruciò intero come sacrificio in onore del Signore. Poi
supplicò il Signore a favore d'Israele, e il Signore
l'ascoltò
10 Mentre Samuele offriva il
sacrificio, i Filistei si erano disposti in ordine di battaglia per attaccare
gli Israeliti. Ma, in quel giorno, il Signore fece udire un grande fragore di
tuono e così gettò il panico tra i Filistei. Essi si diedero alla
fuga davanti a Israele.
11 Allora gli Israeliti
uscirono da Mizpa, colpirono i Filistei e li inseguirono fino alle vicinanze di
Bet - Car.
12 Per questo Samuele prese una
pietra e la rizzò fra Mizpa e Iesana (il Dente), la chiamò Eben -
Ezer (La Pietra dell'Aiuto) «perché, - diceva, - è il Signore
che ci ha aiutati fin qui».
13 Così i
Filistei furono umiliati e non tentarono più di invadere il territorio
d'Israele. Per tutto il tempo della vita di Samuele, il Signore fece sentire
loro il peso della sua mano.
14 Le città
che i Filistei avevano occupato tra Accaron e Gat erano tornate in possesso
d'Israele: tutta quella regione era stata strappata ai Filistei. Anche tra
Israeliti e Amorrei quello fu un periodo di pace.
15 Samuele fu giudice del popolo d'Israele per
tutto il tempo della sua vita.
16 Ogni anno
faceva il giro del paese, passando nelle città di Betel, Galgala e Mizpa
e qui amministrava la giustizia per gli Israeliti.
17 Poi tornava a Rama, dov'era la sua casa e
dove egli guidava il popolo d'Israele. Qui, inoltre, costruì un altare al
Signore.
SAUL IL PRIMO RE
CAPITOLO
8
IL POPOLO DOMANDA UN RE
1 Quando fu vecchio, Samuele
diede ai suoi figli il compito di amministrare la giustizia nel popolo
d'Israele.
2 Il maggiore si chiamava Gioele e il
secondo Abia; stabilirono la loro sede nella città di Bersabea.
3 Ma non si comportavano come il padre: erano
avidi di denaro, accettavano regali e pronunziavano sentenze ingiuste.
4 Per questo i capi degli Israeliti si
radunarono a Rama, presso Samuele,
5 e gli
dissero: «Tu ormai sei vecchio e i tuoi figli non seguono il tuo esempio.
Scegli dunque un re che ci governi, come avviene presso gli altri
popoli».
6 La richiesta di essere governati
da un re rattristò Samuele, che si rivolse al Signore.
7 Il Signore gli rispose: «Ascolta pure la
proposta che ti hanno fatto a nome di tutto il popolo. Non rifiutano te,
rifiutano me: non vogliono più che sia io il loro re.
8 Si comportano ora nei tuoi confronti come
hanno sempre agito verso di me, da quando li ho fatti uscire dall'Egitto fino a
oggi: mi hanno continuamente abbandonato per servire altri dèi.
9 Tu, quindi, accetta la loro proposta,
però avvisali molto chiaramente: devono sapere quali saranno, di fatto, i
diritti del re che regnerà su di
loro».
10 Samuele riferì tutte le
parole del Signore al popolo che gli aveva chiesto un re:
11 Questi, - disse, - saranno i diritti del re
che regnerà su di voi: prenderà i vostri figli e li metterà
alla guida dei suoi carri e dei suoi cavalli o ne farà guardie che
precedono il suo carro a passo di corsa.
12
Altri saranno messi a capo di unità militari di mille e di cinquanta
soldati. Altri dovranno arare i suoi campi e mietere le sue messi oppure
fabbricare armi e attrezzature per i suoi carri da guerra.
13 Prenderà anche le vostre figlie come
sue profumiere, cuoche e fornaie.
14 Vi
porterà via i campi, le vigne e gli uliveti migliori e li darà ai
suoi uomini.
15 Pretenderà la decima
parte sui prodotti dei vostri campi e delle vostre vigne e li darà ai
suoi funzionari e ministri.
16
Sequestrerà i vostri schiavi e le vostre schiave, i vostri giovani
più forti e anche i vostri asini e li farà lavorare per sé.
17 Prenderà la decima parte delle vostre
greggi e voi stessi diventerete suoi schiavi.
18
Un giorno, a causa del re che voi stessi avete domandato, invocherete aiuto, ma
il Signore non vi ascolterà».
19
Così parlò Samuele, ma il popolo non volle dargli retta: «No!
- esclamarono; - noi vogliamo un re.
20
Così saremo anche noi come tutti gli altri popoli: avremo un re che ci
governerà, che uscirà alla testa dei nostri soldati e
combatterà le nostre battaglie».
21
Samuele ascoltò tutto quel che il popolo diceva e lo confidò al
Signore.
22 Il Signore gli rispose:
«Ascolta pure le loro richieste: da' loro un re!». Quindi Samuele
invitò tutti gli uomini d'Israele a ritornare ciascuno nella sua
città.
CAPITOLO
9
SAUL E LE ASINE SMARRITE
1 In quel tempo, nella
tribù di Beniamino, viveva un uomo importante: si chiamava Kis, era
figlio di Abiel e discendeva da Zeror, Becorat e Afiach.
2 Kis aveva un figlio di nome Saul, un bel
giovane alto e forte, come nessun altro in Israele, superava tutti dalla spalla
in su.
3 Un giorno le asine di Kis si
smarrirono. Allora egli disse al figlio Saul: «Prendi un servo con te e vai
a cercare le asine».
4 Saul e il servo
partirono. Attraversarono la regione montuosa di Efraim e il territorio di
Salisa, ma non le trovarono. Si inoltrarono allora nella regione di Saalim ma
inutilmente. Non riuscirono a trovarle neppure nel territorio di Beniamino.
5 Quando giunsero nella regione di Zuf, Saul
disse al servo che lo accompagnava:
- Torniamo
indietro: temo che mio padre non pensi più alle asine, ma cominci a
preoccuparsi per noi.
6 Aspetta, - rispose il
servo; - in questa città c'è un uomo di Dio molto stimato: tutto
quel che egli dice si avvera sempre. Andiamo da lui: forse saprà
indicarci la via che dobbiamo seguire.
7 Sono
d'accordo, - rispose Saul al servo; - ma come presentarci a mani vuote? Non
abbiamo più pane nelle nostre borse, non abbiamo nessun dono da
offrirgli.
8 Guarda, - riprese il servo; - mi
trovo in mano un piccolo pezzo d'argento: lo darò all'uomo di Dio
perché ci indichi quale strada prendere.
9-11 Bene, - disse Saul; - andiamo. E
s'incamminarono verso la città dove viveva l'uomo di Dio. Mentre salivano
il pendio della città, incontrarono alcune ragazze che erano uscite ad
attingere acqua. Domandarono loro:
- E' in
città il veggente? (Così a quel tempo venivano chiamati i profeti,
e quando si voleva consultare il Signore si diceva: «Andiamo dal
veggente».)
12 Sì, c'è, -
risposero le ragazze; - è arrivato poco prima di voi. E' venuto oggi
nella nostra città, perché la popolazione offre un sacrificio nel
santuario sulla collina. Se vi sbrigherete
13 a
entrare in città, lo troverete prima che salga lassù per il
banchetto sacrificale. Nessuno comincerà a mangiare prima del suo arrivo,
perché deve benedire lui il sacrificio, e solo dopo gli invitati
cominciano a mangiare. Andate subito e lo troverete.
SAMUELE INCONTRA SAUL
14 Saul e il servo si
diressero verso la città. Stavano per entrarvi, quando incontrarono
Samuele che usciva per salire al santuario.
15
Il giorno prima il Signore aveva detto a Samuele:
16 «Domani a quest'ora ti manderò un
uomo della tribù di Beniamino. Lo consacrerai come capo del mio popolo,
Israele. Egli libererà il mio popolo dal dominio dei Filistei: ho visto
infatti la condizione del mio popolo e ho udito le sue invocazioni
d'aiuto».
17 Appena Samuele vide Saul, il
Signore gli rivelò: «Ecco l'uomo di cui ti ho parlato: lui
terrà unito il mio popolo».
18 Saul
si avvicinò a Samuele sulla porta della città e gli
chiese:
- Per favore, indicami dove abita il
veggente.
19 Sono io il veggente, - rispose
Samuele; - precedimi al santuario. Oggi mangerete con me, e domattina ti
lascerò andare dopo aver risposto a tutte le tue domande.
20 Quanto alle asine scomparse tre giorni fa,
non devi più preoccuparti: sono state ritrovate. Del resto, tutto quel
che c'è di prezioso in Israele appartiene a te e alla famiglia di tuo
padre.
21 Saul
rispose:
- Che cosa intendi dire? Io appartengo
alla più piccola famiglia della tribù di Beniamino, la più
piccola tribù d'Israele.
22 Ma Samuele
prese con sé Saul e il servo, li introdusse nella sala del banchetto e
diede loro il posto d'onore tra gli invitati, che erano una trentina.
23 Poi ordinò al
cuoco:
- Servi la porzione di carne che ti ho
comandato di tenere da parte.
24 Il cuoco
portò la coscia e la parte vicina e le pose davanti a Saul. Allora
Samuele disse a Saul:
- Ecco la porzione che era
stata messa da parte per te per questa circostanza. Così potrai dire:
«Sono io che ho invitato il popolo». Quel giorno, dunque, Saul
mangiò con Samuele.
25 Poi, dal
santuario, scesero in città. Samuele s'intrattenne con Saul sul terrazzo
della casa.
SAUL E' CONSACRATO RE DA SAMUELE
26 Il giorno dopo, al sorgere
del sole, Samuele chiamò Saul sulla
terrazza:
- Presto, alzati che voglio
salutarti.
Saul si alzò e uscì con
Samuele.
27 Quando arrivarono al limite della
città, Samuele disse a Saul:
- Ordina al
tuo servo di andare avanti.
Il servo
ubbidì e Samuele aggiunse: - Tu fermati un momento, e ti farò
conoscere la volontà di
Dio.
CAPITOLO
10
1 Allora Samuele prese l'ampolla dell'olio e
lo versò sul capo di Saul, lo abbracciò e gli disse: «Vedi,
il Signore ti ha consacrato come capo del suo popolo.
2 Oggi, partito di qui, arriverai a Zelzach al
confine del territorio di Beniamino. Lì incontrerai due uomini presso la
tomba di Rachele. Essi ti diranno:
"Le asine che
cerchi sono state ritrovate; tuo padre quindi non è più
preoccupato per esse, ma è in pena per voi e si domanda che cosa fare per
ritrovare suo figlio"».
3 Samuele
continuò: «Tu prosegui il cammino fino alla quercia di Tabor.
Là incontrerai tre uomini che salgono al santuario di Betel, uno con tre
capretti, l'altro con tre pani rotondi e il terzo con un otre di vino.
4 Ti saluteranno e ti offriranno due pani:
accettali.
5 Poi arriverai a Gabaa di Dio, dove
c'è una guarnigione dei Filistei. Appena entrato in città,
troverai un gruppo di profeti che scendono dal santuario preceduti da suonatori
di arpa e tamburello, flauto e cetra. Saranno in piena esaltazione profetica.
6 Allora lo spirito del Signore scenderà
su di te: sarai preso dallo stesso entusiasmo profetico e sarai trasformato in
un altro uomo.
7 Quando si saranno avverati
questi segni, agirai senza timore in ogni circostanza, perché il Signore
è con te.
8 Dovrai però precedermi
a Galgala, dove io ti raggiungerò più tardi per offrire vari
sacrifici. Mi aspetterai sette giorni: quando sarò arrivato ti
farò sapere quel che devi fare».
9
Appena Saul si voltò per lasciare Samuele, Dio lo trasformò
nell'animo, e si avverarono tutti i segni che Samuele aveva predetto.
10 Infatti, quando Saul e il suo servo
arrivarono a Gabaa, incontrarono un gruppo di profeti che veniva verso di loro.
Lo spirito di Dio si impadronì di Saul, ed egli si mise a danzare e a
gridare insieme ai profeti.
11 Tutti quelli che
lo conoscevano da tempo e lo videro fare il profeta in quel modo, si domandavano
l'un l'altro:
- Che cosa è successo al
figlio di Kis?
Perfino Saul si è messo a
fare il profeta?
12 Un abitante del luogo
disse:
- Ma chi è il capo di questi
profeti?
Da allora è diventato proverbiale
questo modo di dire: «Perfino Saul si è messo a fare il
profeta?».
13 Quando ebbe finito di danzare
e di gridare, Saul tornò al santuario sulla
collina.
14 Quando suo zio lo incontrò,
chiese: - Dove siete stati?
- A cercare le asine,
- rispose Saul, - ma, visto che non riuscivamo a trovarle, siamo andati a
consultare Samuele.
15 - E Samuele che cosa vi ha
detto? - riprese lo zio, - raccontami.
16 - Ci ha
assicurato che le asine erano state ritrovate, - gli rispose Saul. Ma delle
parole di Samuele a proposito del regno non disse
nulla.
SAUL È PROCLAMATO RE DAVANTI AL POPOLO
17 Samuele convocò il
popolo davanti al Signore, al santuario di Mizpa,
18 se fece questo discorso: «Così
dice il Signore Dio d'Israele: Io vi ho fatti uscire dall'Egitto, vi ho liberati
dal dominio degli Egiziani e da tutti i regni che vi
opprimevano».
19 Samuele continuò:
«Il vostro Dio è l'unico che vi salva da tutti i vostri mali e dalle
vostre angosce. Voi oggi, invece, lo rifiutate e gli chiedete di darvi un re. Se
è così, presentatevi dunque davanti al Signore, distinti per
tribù e per gruppi di famiglie».
20
Allora Samuele fece avvicinare per il sorteggio le tribù d'Israele, una
per una, e la sorte cadde su quella di Beniamino.
21 Poi fece avvicinare la tribù di
Beniamino, famiglia per famiglia, e la sorte cadde sulla famiglia di Matri.
Infine fece avvicinare gli uomini della famiglia di Matri e la sorte cadde su
Saul figlio di Kis. Lo cercarono, ma non riuscivano a trovano.
22 Allora interrogarono di nuovo il Signore e
gli chiesero:
- Dove si trova
Saul?
- E' là, - rispose il Signore, -
nascosto fra i bagagli.
23 Corsero a prenderlo di
là e lo presentarono al popolo: superava tutti dalla spalla in su.
24 Allora Samuele
disse:
- Avete visto chi ha scelto il Signore?
Non c'è nessuno come lui in tutto il
popolo.
Tutti acclamarono a gran
voce:
- Viva il
re!
25 Samuele spiegò quindi al popolo i
diritti e le prerogative del re, poi li scrisse in un libro e lo depose in un
luogo sacro, davanti al Signore. Quindi rimandò tutti alle loro
case.
26 Anche Saul se ne tornò a casa, a
Gabaa. Lo accompagnavano alcuni soldati a cui Dio aveva toccato il cuore.
27 Ma altri, che erano dei poco di buono,
dissero: «Sarebbe questo l'uomo che deve salvarci?». Lo disprezzarono
e non gli portarono doni.
CAPITOLO
11
SAUL COMBATTE GLI AMMONITI
1 Circa un mese dopo, Nacas,
re degli Ammoniti, assediò una città degli Israeliti, Iabes, nella
regione di Galaad. Allora gli abitanti di Iabes gli
proposero:
- Fa' un trattato di pace con noi, e
ti saremo sottomessi.
2 Nacas
rispose:
- D'accordo, farò un trattato, ma
soltanto a questa condizione: di cavare a ciascuno di voi l'occhio destro,
così tutto il popolo d'Israele sarà
umiliato.
3 I capi di Iabes
replicarono:
- Concedici sette giorni di tempo.
Manderemo messaggeri in tutto il territorio d'Israele e, se nessuno verrà
in nostro aiuto, ci arrenderemo.
4 I messaggeri
arrivarono a Gabaa, la città di Saul, e riferirono al popolo quel che
stava accadendo. Allora tutti levarono grida e lamenti.
5 Saul tornava in quel momento dai campi con i
buoi, domandò perché tutti piangessero, e gli riferirono le parole
dei messaggeri di Iabes.
6 Mentre egli
ascoltava, lo spirito del Signore si impossessò di lui. Saul, in preda a
un grande furore,
7 prese un paio di buoi e li
fece a pezzi, poi li mandò, per mezzo dei messaggeri, in tutto il
territorio d'Israele con questa minaccia: «Così finirà il
bestiame di quanti non seguiranno Saul e Samuele in battaglia». A questo
avvertimento del Signore, il popolo si spaventò e tutti si presentarono
compatti come un sol uomo.
8 Saul li
passò in rivista a Bezek: c'erano trecentomila uomini delle tribù
d'Israele e tremila della tribù di Giuda.
9 Poi mandò a dire agli abitanti di
Iabes: «Domani, prima di mezzogiorno, sarete salvi». I messaggeri
portarono la notizia a quelli di Iabes. Essi, pieni di gioia,
10 dissero a Nacas, re degli Ammoniti:
«Domani ci presenteremo davanti a voi, e farete di noi quel che
vorrete».
11 Ma, il mattino dopo, gli uomini
di Saul, divisi in tre squadre, penetrarono nell'accampamento degli Ammoniti e
fecero strage fino a mezzogiorno. I superstiti fuggirono sbandati: non ne
rimasero due insieme.
12 Allora il popolo disse a
Samuele:
- Dove sono adesso quelli che non
volevano Saul come re? Consegnateli a noi e li metteremo a
morte.
13 Ma Saul
rispose:
- Nessuno dev'essere messo a morte in un
giorno come questo: oggi il Signore ha salvato
Israele.
14 Intervenne quindi Samuele e disse al
popolo:
- Venite, andiamo a Galgala per
confermare il nostro re.
15 Tutto il popolo
andò a Galgala e là, nel santuario, proclamò re Saul. Poi
fecero un banchetto sacro davanti al Signore. Fu un momento di grande gioia per
Saul e per tutti gli uomini
d'Israele.
CAPITOLO
12
ULTIMO DISCORSO DI SAMUELE
1 Samuele disse a tutti gli
Israeliti: - Ho accolto tutte le vostre richieste e vi ho dato un re.
2 Ora avrete lui come guida. Io sono ormai
vecchio, ho i capelli bianchi e i miei figli sono adulti. Sono stato vostro capo
dagli anni della mia giovinezza fino a oggi.
3
Ora, se dovete accusarmi di qualcosa, fatelo davanti al Signore e al re che egli
si è scelto. Ho forse preso il bue o l'asino di qualcuno? Chi ha subito
torti o prepotenze da parte mia? Ho forse accettato regali da qualcuno, per
chiudere gli occhi di fronte alla giustizia? Se ho fatto questo, sono pronto a
riparare.
4 - No, - rispose il popolo, - tu non
ci hai fatto alcun torto, non sei stato prepotente e non hai mai accettato
regali da nessuno.
5 Samuele
riprese:
- Oggi il Signore e il re sono testimoni
che non avete trovato niente contro di me.
-
Sì, siamo testimoni, - risposero.
6
Samuele continuò:
- E' testimone il
Signore, lui che ha scelto Mosè e Aronne e ha fatto uscire i vostri padri
dalla terra d'Egitto.
7 Ora tocca a voi
sottoporvi alle mie accuse davanti al Signore. Voglio ricordarvi i grandi
benefici che egli ha compiuto per voi e per i vostri padri.
8 Dopo che Giacobbe era sceso in Egitto, i
vostri padri, oppressi, si rivolsero con implorazioni al Signore, ed egli
mandò Mosè e Aronne per liberarli dall'Egitto e condurli in questa
regione.
9 Ma essi dimenticarono il Signore loro
Dio; per questo egli li abbandonò nelle mani dei loro nemici, di Sisara,
capo dell'esercito di Azor, dei Filistei e del re di
Moab.
10 Gli Israeliti si rivolsero di nuovo al
Signore: «Abbiamo peccato, abbiamo abbandonato te, Signore, per servire gli
idoli di Baal e di Astarte. Ma ora liberaci dai nostri nemici e ti
serviremo».
11 Allora il Signore
mandò Ierub - Baal, Bedan, Iefte e, da ultimo, me. Così il Signore
vi ha liberati dai vostri nemici e avete potuto vivere sicuri.
12 Ma, quando avete visto Nacas, re di Ammon,
venire contro di voi, mi avete detto: «Noi vogliamo un re», mentre
è il Signore il vostro re.
13 Avete
voluto e chiesto un re: ebbene, il Signore ve l'ha dato.
14 Se sarete fedeli al Signore e lo servirete,
se ascolterete la sua voce e non vi opporrete alla sua volontà, allora il
Signore, vostro Dio, continuerà a guidare voi e il vostro re.
15 Ma, se non darete ascolto alla sua voce e vi
opporrete alla sua volontà, il Signore leverà la sua mano contro
di voi, come ha fatto con i vostri padri.
16 Ora
fate attenzione: il Signore sta per compiere un'azione grandiosa, la vedrete con
i vostri occhi.
17 Siamo nei giorni della
mietitura, quando non piove mai, ma io invocherò il Signore ed egli
manderà tuoni e pioggia. Questo vi farà comprendere che avete
commesso una grande colpa agli occhi del Signore quando avete chiesto per voi un
re.
18 Samuele invocò il Signore ed egli,
il giorno stesso, mandò tuoni e pioggia. Così tutto il popolo ebbe
grande timore del Signore e di Samuele.
19
Dissero dunque a Samuele:
- Prega il Signore tuo
Dio per noi, perché non moriamo: infatti abbiamo aggiunto un'altra colpa
a tutti i nostri peccati quando abbiamo chiesto per noi un re.
20 - Non abbiate paura, - rispose Samuele. -
Certo, il male che avete fatto è grande. Però non allontanatevi
dal Signore, ma servitelo con tutto il cuore.
21
Non allontanatevi da lui per andar dietro agli idoli vani: essi non possono
aiutarvi o salvarvi, sono cose vuote.
22 Il
Signore non abbandonerà certamente il suo popolo per fedeltà a se
stesso, perché è lui che ha voluto fare di voi il suo popolo.
23 Quanto a me, non smetterò di pregare
per voi e di istruirvi nella via del bene: non voglio peccare contro il Signore.
24 Riconoscete l'autorità del Signore,
servitelo fedelmente con tutto il cuore: avete visto quanti prodigi ha compiuto
per voi.
25 Ma, se vi ostinate a fare il male,
perirete, voi e il vostro re.
CAPITOLO
13
GUERRA CONTRO I FILISTEI. COLPA DI SAUL
2 Saul scelse tra gli
Israeliti tremila uomini: duemila andarono con lui a Micmas e sulle montagne di
Betel, mille stavano con suo figlio Gionata a Gabaa di Beniamino. Rimandò
gli altri a casa.
3 Gionata conquistò il
posto di guardia filisteo di Gabaa. I Filistei vennero a saperlo. Allora Saul
fece suonare la tromba per dare la notizia agli Ebrei in tutto il territorio.
4 Così in tutto Israele corse la voce:
«Saul ha conquistato il posto di guardia, e adesso tutti i Filistei sono
contro di noi». Il popolo fu convocato a Galgala per unirsi a Saul.
5 I Filistei, intanto, si erano radunati per far
guerra a Israele. Disponevano di tremila carri, seimila cavalieri e di truppe
numerose come i granelli di sabbia sulla riva del mare. Si accamparono a Micmas,
a oriente di Bet-Aven.
6 Quando gli Israeliti si
videro in pericolo, minacciati così da vicino, si nascosero nelle grotte,
nelle boscaglie, tra le rocce, nelle fosse e nelle cisterne.
7 Alcuni Ebrei attraversarono il Giordano e si
rifugiarono nei territori di Gad e di Galaad. Saul era rimasto a Galgala, tutto
il popolo che era con lui tremava dalla paura.
8
Attese sette giorni, il tempo stabilito da Samuele. Ma Samuele non arrivava e il
popolo cominciava ad abbandonare Saul.
9 Allora
egli ordinò di preparare gli animali per il sacrificio completo e il
banchetto sacro. E Saul stesso offrì il sacrificio.
10 Aveva appena finito di offrirlo, ed ecco
arrivare Samuele. Saul gli andò incontro per salutarlo,
11 ma Samuele gli
disse:
- Che cos'hai
fatto?
- Il popolo mi stava abbandonando, -
rispose Saul, - e tu non sei venuto nel giorno stabilito. Per di più i
Filistei si erano accampati a Micmas.
12 Allora
mi son detto: Adesso i Filistei scenderanno a Galgala per attaccarmi e io non mi
sono ancora assicurato il favore del Signore. Così mi sono fatto forza e
ho offerto il sacrificio.
13 Samuele
rispose:
- Hai fatto una pazzia: non hai
osservato la legge che il Signore, tuo Dio, ti aveva dato. Se tu avessi
ubbidito, il Signore avrebbe reso stabile per sempre il tuo regno su Israele.
14 Invece, il tuo regno non durerà,
perché non hai osservato quel che il Signore ti aveva comandato. Il
Signore si è già scelto un uomo come vuole lui e lo
costituirà a capo del suo popolo.
15
Samuele lasciò Galgala e se ne andò per la sua strada. Il resto
del popolo seguì Saul per congiungersi con i soldati accampati a Gabaa
nel territorio di Beniamino. Saul passò in rivista le truppe che gli
erano rimaste: erano circa seicento uomini.
16
Saul, suo figlio Gionata e i loro soldati erano accampati a Gabaa di Beniamino,
i Filistei, invece, a Micmas.
17 Un giorno i
Filistei fecero uscire dal campo una squadra d'assalto divisa in tre pattuglie:
la prima prese la via di Ofra verso la terra di Sual,
18 la seconda la via di Bet - Oron, la terza
prese la direzione del confine sulla via che sovrasta la valle di Zeboim (la
valle delle Iene) verso il deserto.
19 In quel
tempo non si trovava un fabbro in tutto il territorio di Israele, perché
i Filistei volevano impedire agli Ebrei di costruire spade e lance.
20 Così per poter affilare lame d'aratro,
zappe, scuri e falci, gli Ebrei erano costretti a rivolgersi ai Filistei,
21 che si facevano pagare profumatamente: due
terzi di un pezzo d'argento per affilare una lama d'aratro o una zappa o un
tridente o un pungolo.
22 Per questo, il giorno
della battaglia, nessuno dei soldati che stavano con Saul e Gionata era armato
di lancia o spada; se ne trovarono soltanto per il re e suo figlio.
23 Intanto un contingente di Filistei si
appostò al passo di Micmas.
CAPITOLO
14
GIONATA ATTACCA UN GRUPPO DI SOLDATI FILISTEI
1 Un giorno Gionata, figlio di
Saul, disse al suo scudiero: «vieni, andiamo dall'altra parte, verso la
postazione dei Filistei». E partì senza avvertire suo padre.
2 Saul si trovava presso il melograno di Migron,
poco fuori Gabaa, e con lui c'erano circa seicento uomini.
3 Il sacerdote che portava l'efod per
interrogare il Signore era Achia figlio di Achitub, nipote di Finees e pronipote
di Eli, che era stato sacerdote del Signore a Silo; suo zio era Icabod. Neppure
i soldati sapevano della partenza di Gionata.
4
Per raggiungere la posizione dei Filistei, Gionata si cercò un passaggio
tra due spuntoni di roccia chiamati Bozez e Sene.
5 Il primo è volto a nord di fronte a
Micmas, il secondo a sud di fronte a Gabaa.
6
Gionata disse al suo scudiero:
- Su, andiamo
verso quel gruppo di miscredenti filistei: forse il Signore ci aiuterà;
per lui non c'è alcuna differenza a dare la vittoria indipendentemente
dal numero.
7 Fa' quel che hai in mente, -
rispose lo scudiero, - e andiamo! Io sono d'accordo con
te.
8 Gionata
proseguì:
- Andiamo verso quegli uomini e
facciamoci vedere.
9 Se ci diranno:
«Fermatevi, aspettate che vi raggiungiamo», non andremo da loro ma
resteremo dove siamo.
10 Se invece ci diranno:
«Venite su», saliremo, perché è segno che il Signore li
ha messi in nostro potere.
11 Quindi, tutti e
due fecero in modo di essere visti dalla postazione nemica. i Filistei dissero
tra di loro: «Guardate! Gli Ebrei sbucano dalle caverne dove si erano
rintanati».
12 Poi, rivolti a Gionata e al
suo scudiero, gridarono: «Venite su: abbiamo una cosa da dirvi».
Gionata allora ordinò allo scudiero: «Tu vieni dietro a me,
perché il Signore li ha messi nelle mani
d'Israele».
13 Gionata si arrampicò
con mani e piedi, seguito dallo scudiero. I Filistei cominciarono a cadere sotto
i colpi, e lo scudiero, dietro di lui, li finiva.
14 In questa prima strage compiuta da Gionata e
dal suo scudiero persero la vita circa venti uomini, nello spazio ristretto di
pochi metri.
15 Il terrore si diffuse
nell'accampamento, nelle campagne e fra tutta la gente. Anche la guarnigione e i
corpi d'assalto erano terrorizzati. Tutto il paese tremò e fu preso da
una paura terribile.
I FILISTEI IN FUGA
16 A Gabaa di Beniamino, le
sentinelle di Saul erano in osservazione e videro una moltitudine che si
disperdeva in ogni direzione.
17 Allora Saul
ordinò agli uomini che erano con lui: «Controllate chi di noi si
è allontanato». Fecero l'appello: mancavano Gionata e il suo
scudiero.
18 Saul disse al sacerdote Achia:
«Porta qui l'arca di Dio». in quel tempo, infatti, gli Israeliti
avevano con sé l'arca di Dio.
19 Mentre
Saul parlava al sacerdote, il tumulto nell'accampamento filisteo aumentava
sempre di più. Allora Saul ordinò al sacerdote: «Lascia
perdere!».
20 Saul e i suoi uomini si
lanciarono, gridando, all'attacco. Ma si accorsero che i nemici si uccidevano
l'un l'altro in una confusione indescrivibile.
21 Tra i Filistei vi erano alcuni Ebrei che da
tempo erano loro sottomessi e li avevano seguiti in battaglia. Essi passarono
dalla parte degli Israeliti sotto il comando di Saul e Gionata.
22 Anche quegli Israeliti che si erano rifugiati
sulle montagne di Efraim, quando seppero che i Filistei erano in fuga, si
unirono nella lotta ai loro compagni,
23 e la
battaglia si estese fino a Bet - Aven. In quel giorno il Signore diede la
vittoria agli Israeliti.
IL POPOLO SALVA GIONATA
24 Gli Israeliti, in quel
giorno, erano sfiniti, perché Saul li aveva minacciati con queste parole:
«Sia maledetto chi mangerà qualcosa prima di sera, prima che io
abbia terminata la vendetta sui miei nemici». Per questo nessuno prese
cibo.
25 Tutti attraversarono un bosco nel quale
c'era del miele sul terreno.
26 Mentre
passavano, vedevano il miele colare, ma nessuno stese la mano per mangiarne:
tutti avevano timore della maledizione.
27
Gionata, però, non aveva udito quel che Saul aveva minacciato alla gente;
tese la lancia che aveva in mano, la intinse nel miele e se lo portò alla
bocca con la mano. Subito riprese le forze.
28
Ma uno dei soldati gli disse:
- Non sai che tuo
padre ci ha imposto, sotto pena di maledizione, di non mangiare niente per tutto
il giorno? E adesso tutti siamo sfiniti.
29
Gionata rispose:
- Mio padre vuoi rovinare tutti.
Non vedete come mi sono ripreso con un po' di questo miele?
30 Se i nostri avessero mangiato qualcosa del
bottino preso ai nemici, la sconfitta dei Filistei sarebbe stata ancora
maggiore.
31 In quel giorno i Filistei furono
sconfitti da Micmas fino ad Aialon. I soldati erano sfiniti;
32 Si gettarono sul bottino, presero agnelli,
buoi e vitelli, li uccisero sul posto e li mangiarono senza dissanguarli.
33 Qualcuno lo disse a Saul: - La gente sta
peccando contro il Signore: mangia anche il sangue!
Saul
esclamò:
Traditori! Preparatemi subito una
grossa pietra.
34 Poi
ordinò:
- Passate tra la gente e ordinate
che ciascuno mi porti qui il suo montone o il suo bue. Li macellerete su questa
pietra e poi li mangerete. Così non offenderete il Signore nutrendovi
anche di sangue.
Quella notte tutti portarono i
loro animali e li macellarono sulla pietra.
35
Fu quella la prima volta che Saul innalzò un altare al Signore.
36 Poi Saul
propose:
- Inseguiamo i Filistei questa notte,
non lasciamocene scappare nessuno e facciamo bottino fino
all'alba.
Tutti
risposero:
- Va bene, fa' come credi giusto. Ma
il sacerdote disse:
- Prima interroghiamo il
Signore.
37 Saul interrogò il
Signore:
- Devo inseguire i Filistei? Li metterai
in potere di noi Israeliti?
Quella volta Dio non
gli rispose.
38 Allora ordinò ai
comandanti del popolo:
- Venite qui tutti.
Cercate di scoprire quale peccato è stato commesso oggi.
39 Come è vero che il Signore vive e
dà la vittoria agli Israeliti, vi giuro che il colpevole sarà
condannato a morte, fosse pure mio figlio
Gionata.
Tutti tacevano,
40 e Saul
continuò:
- Voi mettetevi da una parte, io
e mio figlio Gionata ci metteremo dall'altra.
il
popolo approvò.
41 Saul interrogò
il Signore con questa richiesta:
- Dio d'Israele,
mostra chi è innocente. Fu tirata la sorte e il popolo risultò
innocente a differenza di Saul e Gionata.
42
Saul disse:
- Ora sorteggiate tra me e mio figlio
Gionata. Gionata risultò colpevole.
43
Saul gli chiese
che cosa aveva fatto, e Gionata
raccontò:
- Ho preso un po' di miele con
la punta della lancia. Sono pronto a morire.
44
Saul giurò:
- Il Signore mi punisca
severamente se non ti metterò a morte.
45
Ma il popolo disse a Saul:
- Perché deve
morire Gionata che ha dato agli Israeliti questa grande vittoria? Come è
vero che il Signore vive, non gli si deve torcere neppure un capello. Egli ha
agito con l'aiuto di Dio. Così il popolo salvò Gionata, ed egli
non fu messo a morte.
46 Saul smise di inseguire
i Filistei, ed essi tornarono nei loro territori.
UN BILANCIO DEL REGNO DI SAUL
47 Saul si assicurò la
sovranità sugli Israeliti e combatté contro tutti i nemici che li
circondavano: i Moabiti, gli Ammoniti e gli Edomiti, contro il regno di Zoba e
contro i Filistei. Ebbe successo in ogni sua impresa.
48 Compì azioni coraggiose, sconfisse gli
Amaleciti e così liberò gli Israeliti dai loro oppressori.
49 I figli di Saul furono: Gionata, Isbaal e
Malkisua; ebbe anche due figlie: Merab, la maggiore, e Mikal.
50 La moglie di Saul si chiamava Achinoam ed era
figlia di un certo Achimaaz. Il capo delle truppe si chiamava Abner ed era
figlio di Ner, zio di Saul.
51 Infatti, Ner
padre di Abner e Kis padre di Saul erano figli di Abiel.
52 Durante tutto il regno di Saul si
combatterono battaglie contro i Filistei. Saul prendeva al suo seguito ogni uomo
valoroso e in grado di combattere che
incontrava.
CAPITOLO
15
NUOVA INFEDELTÀ DI SAUL
1 Un giorno Samuele disse a
Saul: «il Signore ha mandato me per consacrarti re del suo popolo, Israele.
Ora, dunque, ascolta le parole del Signore.
2
Così dice il Signore degli eserciti d'Israele: Non ho dimenticato quel
che il popolo degli Amaleciti ha fatto a Israele, quando gli sbarrò la
strada mentre usciva dall'Egitto.
3 Ora va' e
colpisci gli Amaleciti: sterminerai tutto quel che appartiene loro. Non avere
pietà: uccidi uomini e donne, bambini e lattanti, buoi e pecore, cammelli
e asini».
4 Saul radunò l'esercito e
lo passò in rassegna a Telaim: erano duecentomila fanti più
diecimila della tribù di Giuda.
5 Saul
avanzò fino alla città di Amalek e preparò un'imboscata nel
letto di un torrente.
6 Inoltre disse ai Keniti:
«Non restate insieme con gli Amaleciti, separatevi da loro. Non voglio
farvi subire la stessa sorte, perché voi avete agito bene nei confronti
degli Israeliti quando uscirono dall'Egitto». I Keniti si separarono
così dagli Amaleciti.
7 Allora Saul
colpì il territorio degli Amaleciti da Avila fino a Sur, presso il
confine egiziano
8 Fece prigioniero Agag, re di
Amalek, mentre sterminò tutto il popolo uccidendolo con la spada.
9 Saul e i soldati risparmiarono non solo Agag,
ma anche le pecore e i buoi migliori, gli animali da ingrasso e gli agnelli: si
rifiutarono insomma di sterminare tutto il bestiame di valore, sterminarono
invece tutta la roba inutile e scadente.
DIO RESPINGE SAUL
10 Allora il Signore si
rivolse a Samuele:
11 «Mi pento; - disse, -
di aver scelto Saul come re, perché si è allontanato da me e non
ha seguito i miei ordini». Samuele restò turbato e per tutta la
notte continuò a implorare il Signore.
12
Il giorno dopo, la mattina presto, partì per andare a trovare Saul. Gli
dissero: «Saul è andato ai villaggio di Carmel, si è fatto
costruire un monumento ed è ripartito per
Galgala».
13 Samuele io raggiunse e Saul gli
disse:
- il Signore ti benedica. Ho fatto tutto
quel che aveva ordinato il Signore.
14 - Ma, -
domandò Samuele, - come mai allora sento pecore belare e buoi
muggire?
15 Saul
rispose:
Sono stati i soldati a risparmiare le
pecore e i buoi migliori degli Amaleciti. Li hanno condotti qui per offrirli in
sacrificio al Signore tuo Dio; il resto però l'abbiamo sterminato.
16 - Ora basta! - disse Samuele, - adesso ti
annunzio io quel che il Signore mi ha fatto sapere questa
notte.
- Parla, - disse
Saul.
17 Samuele
riprese:
- Tu ora sei il capo delle tribù
d'Israele, anche se tu stesso ti consideri una persona senza importanza. Il
Signore ti ha consacrato re d'Israel
18 e ti ha
mandato con l'incarico di distruggere questi Amaleciti peccatori con una guerra
totale di sterminio.
19 Perché, dunque,
non hai ascoltato la voce dei Signore e ti sei gettato a fare bottino? In questo
modo sei andato contro la sua volontà.
20
- Ma io ho ubbidito alla parola dei Signore, - replicò Saul; - ho
eseguito l'incarico con cui mi aveva mandato: ho sterminato gli Amaleciti e ho
fatto prigioniero il loro re Agag.
21 I soldati
hanno trattenuto dal bottino pecore e buoi, la parte migliore di quel che si
doveva sterminare, ma soltanto per offrirli in sacrificio al Signore tuo Dio a
Galgala.
22 Samuele
esclamò:
- Gradisce forse il Signore le
offerte e i sacrifici più dell'ubbidienza alla sua parola? Meglio dei
sacrificio è ubbidire: essere docili a lui vale più che offrire
animali di pregio.
23 La disubbidienza è
grave come ricorrere a indovini, come ribellarsi, come la peggiore idolatria. Tu
hai respinto la parola del Signore, il Signore ti respinge come
re.
24 - Ho peccato, - disse Saul a Samuele; - ho
disubbidito all'ordine dei Signore e alle tue parole, ho avuto paura dei soldati
e ho ascoltato le loro richieste.
25 Ma ora ti
prego, perdona il mio peccato e torna a me e io potrò di nuovo adorare il
Signore.
26 Ma Samuele gli
rispose:
- No, non tornerò a te,
poiché tu hai respinto la parola dei Signore, e il Signore ti ha respinto
come re d'Israele.
27 Samuele si voltò per
andarsene, ma Saul gli afferrò il mantello e un pezzo si strappò.
28 Allora Samuele gli
disse:
- Così oggi il Signore ha strappato
via da te il regno d'Israele per darIo a un altro migliore di te.
29 Egli, "La Gloria d'Israele", non è
come gli uomini: non mente e non ritorna sulle sue decisioni.
30 Saul
riprese:
- Ho peccato, è vero, ma ora ti
supplico: trattami con onore di fronte al popolo d'Israele e ai suoi capi, torna
a me perché possa adorare il Signore tuo
Dio.
31 Samuele andò con lui, e Saul
adorò il Signore.
32 Poi Samuele
ordinò di condurgli Agag, il re degli Amaleciti. Egli venne avanti
tranquillamente perché pensava: «Certamente il pericolo di morte
è passato».
33 Ma Samuele gli disse:
«La tua spada ha tolto i figli a molte donne, ora anche tua madre
sarà una donna privata dei figlio». E lo uccise davanti ai santuario
di Galgala.
34 Samuele tornò quindi a
Rama, mentre Saul risalì a Gabaa a casa sua.
35 Samuele non vide più Saul fino ai
giorno della sua morte ed era molto addolorato per lui: il Signore si era
pentito di aver fatto regnare Saul su Israele.
SAUL E DAVIDE
CAPITOLO
16
DIO SCEGLIE DAVIDE COME NUOVO RE
1 Il Signore disse a Samuele:
- Fino a quando continuerai a piangere per Saul? Io l'ho respinto e non
potrà più essere re d'Israele. Ora riempi d'olio il tuo recipiente
di corno, e mettiti in cammino. Ti mando a Betlemme, alla casa di lesse,
perché mi sono scelto un re tra i suoi
figli.
2 Samuele
domandò:
- Come posso partire? Saul lo
verrà a sapere e mi
ucciderà.
Rispose il
Signore:
- Prendi con te un vitello: dirai che
sei andato per offrire un sacrificio ai Signore
3
e inviterai lesse al sacrificio. Ti indicherò io quei che dovrai fare:
consacrerai re l'uomo che ti indicherò.
4
Samuele fece quel che il Signore gli aveva ordinato. Quando arrivò a
Betlemme, i capi della città gli andarono incontro e, ansiosi, gli
chiesero:
- E' di buon augurio la tua
venuta?
5 - Sì, è di buon augurio,
- rispose: - sono venuto per offrire un sacrificio al Signore. Purificatevi per
il sacrificio e poi venite con me.
Fece lui
stesso il rito di purificazione per lesse e i suoi figli e li invitò al
sacrificio.
6 Quando essi arrivarono, Samuele
vide Eliab e disse tra sé: «Ecco davanti al Signore il re da lui
scelto».
7 Ma il Signore gli disse:
«Non lasciarti influenzare dal suo aspetto o dalla sua altezza, non
è lui che ho in mente. Quel che vede l'uomo non conta: l'uomo guarda
l'apparenza, ma il Signore guarda il
cuore».
8 Iesse chiamò quindi suo
figlio Abinadab e lo presentò a Samuele, ma questi
disse:
- No, non è lui che il Signore ha
scelto.
9 Iesse presentò Samma, e Samuele
disse:
- No, non è lui che il Signore ha
scelto.
10 Così lesse presentò a
Samuele i suoi sette figli, ma Samuele gli
disse:
- Il Signore non ha scelto nessuno di
loro.
11 Poi
aggiunse:
- Sono tutti qui i tuoi
figli?
- No, - rispose lesse, - rimane ancora il
più piccolo: è andato al pascolo.
-
Mandalo a cercare, - ordinò Samuele. - Non ci metteremo a tavola prima
del suo arrivo.
12 Iesse mandò a
prenderlo: era giovane e con un bel colorito, due begli occhi e di piacevole
aspetto. Il Signore disse a Samuele: «E' lui: consacralo
re».
13 E Samuele prese il recipiente di
corno pieno d'olio e lo versò sulla testa di Davide per consacrarlo, di
fronte ai suoi fratelli. Lo spirito del Signore scese su Davide e, da quel
giorno, fu sempre con lui. Samuele infine tornò a
Rama.
DAVIDE AL SERVIZIO DI SAUL
14 Lo spirito del Signore
aveva abbandonato Saul. Ora egli era tormentato da uno spirito maligno mandato
dal Signore.
15 Allora i suoi servi gli
dissero:
- Vedi, Dio ha inviato uno spirito
maligno a tormentarti.
16 Noi siamo a tua
disposizione: basta che tu ci dia un ordine, e noi cercheremo un uomo che sappia
suonare la cetra. Così, quando lo spirito cattivo ti investirà,
egli suonerà la cetra e tu ne avrai
sollievo.
17 - D'accordo, - rispose Saul; -
cercatemi un buon suonatore e portatemelo qui.
18
Uno dei servi disse:
- Ne conosco uno: è
figlio di lesse, di Betlemme, sa suonare ed è anche un bravo soldato,
è saggio nel parlare e di bell'aspetto. E il Signore è con
lui.
19 Allora Saul mandò a lesse questo
messaggio: «Fa' venire da me tuo figlio Davide, quello che pascola il
gregge».
20 Iesse prese un asino, lo
caricò di pane, di un otre di vino e di un capretto e disse a suo figlio
Davide di portare tutto a Saul.
21 Così
Davide arrivò da Saul ed entrò al suo servizio. Saul lo
apprezzò sempre più e Davide diventò il suo scudiero.
22 Infine Saul mandò a dire a lesse:
«Desidero che Davide rimanga al mio servizio perché ne sono
completamente soddisfatto».
23 Quando lo
spirito maligno inviato da Dio investiva Saul, Davide prendeva la cetra e
suonava. Saul ne aveva sollievo, si calmava e lo spirito cattivo si allontanava
da lui.
CAPITOLO
17
GOLIA SFIDA GLI ISRAELITI
1 I Filistei raccolsero di
nuovo le loro truppe per un'azione di guerra. Si radunarono a Soco di Giuda e si
accamparono tra Soco e Azeka a Efes - Dammim.
2
Anche Saul e gli Israeliti radunarono l'esercito, si accamparono nella valle dei
Terebinto e si schierarono di fronte ai Filistei per la battaglia.
3 Israeliti e Filistei si trovavano sulle
opposte alture della vallata.
4 Un giorno, dal
campo dei Filistei si fece avanti un guerriero per sfida. Si chiamava Golia,
veniva dalla città di Gat ed era alto quasi tre metri.
5 Portava un elmo di bronzo ed era rivestito di
una corazza a scaglie, anch'essa di bronzo, pesante più di cinquanta
chili.
6 Si proteggeva con gambali di bronzo e
portava sulle spalle un giavellotto pure di bronzo.
7 Inoltre era armato di un'enorme lancia: l'asta
di legno era grossa come la sbarra di un telaio, e la punta di ferro pesava
più di sei chili. Lo precedeva il suo scudiero.
8 Si fermò davanti allo schieramento
israelita e gridò: «Perché vi siete preparati a combattere?
io sono un Filisteo e voi schiavi di Saul: scegliete uno tra di voi e accetti la
mia sfida.
9 Se sarà capace di battersi
con me e vincermi noi diventeremo vostri schiavi, se invece sarò io il
più forte e lo vincerò diventerete nostri schiavi e ci servirete.
10 Israeliti, - concluse, - questa è la
mia sfida: mandate avanti un uomo e ci
batteremo».
11 Saul e tutti i soldati,
all'udire le parole del Filisteo, rimasero atterriti.
DAVIDE ALL'ACCAMPAMENTO DI SAUL
12 Davide era figlio di lesse,
il quale apparteneva ai gruppo di famiglie di Efrata e abitava a Betlemme di
Giuda. lesse aveva otto figli e, al tempo di Saul, era tra le persone più
rispettate.
13 I suoi tre figli maggiori, Eliab,
Abinadab e Samma, erano andati in guerra con Saul.
14 Davide allora era ancora giovane; mentre i
tre fratelli maggiori erano sempre con Saul,
15
lui andava e veniva per poter curare anche il gregge di suo padre a Betlemme.
16 Intanto il guerriero filisteo si faceva
avanti ogni mattina e ogni sera, per quaranta giorni di seguito.
17 Uno di quei giorni lesse disse a Davide:
«Prendi questo sacco di grano tostato e questi dieci pani e portali in
fretta all'accampamento per i tuoi fratelli.
18
Prendi anche questi dieci formaggi che offrirai al comandante. Informati se i
tuoi fratelli stanno bene e portami un segno di conferma da parte loro.
19 Li troverai con Saul e con tutto l'esercito
d'Israele nella valle del Terebinto dove sono in guerra con i
Filistei».
20 Il giorno dopo, di buon
mattino, Davide affidò il gregge al guardiano e partì con il suo
carico come lesse gli aveva ordinato. Arrivò al campo proprio quando le
truppe uscivano per prendere posizione e lanciavano il grido di guerra.
21 Israeliti e Filistei erano schierati di
fronte in ordine di battaglia.
22 Davide
consegnò il suo carico al custode dei bagagli e corse allo schieramento;
raggiunse i suoi fratelli e s'informò della loro salute.
23 Stava parlando con loro quando Golia, il
Filisteo di Gat, si fece avanti dalle schiere dei Filistei per ripetere la
solita sfida e Davide lo udì.
24 Quando
videro Golia, tutti gli Israeliti indietreggiarono perché ne erano
terrorizzati
25 e dicevano: - Vedete quell'uomo?
Si fa avanti così per sfidare Israele. Ma, se qualcuno riuscirà a
ucciderlo, il re lo colmerà di ricchezze, gli darà in sposa sua
figlia e concederà privilegi alla sua famiglia.
26 Davide domandò ai soldati che erano
vicino a lui: - Quale sarà la ricompensa per l'uomo che vincerà
questo Filisteo e riscatterà l'onore d'Israele? E chi è poi questo
Filisteo miscredente che osa sfidare gli eserciti del Dio vivente?
27 Gli risposero ripetendo le promesse del re.
28 Ma suo fratello maggiore, Eliab, lo
sentì parlare con i soldati, si adirò e gli
disse:
- Perché sei venuto qui? A chi hai
lasciato il nostro piccolo gregge nel deserto? Conosco bene il tuo orgoglio e le
tue ambizioni: certamente sei venuto per vedere la
battaglia.
29 - Che ho fatto di male? -
replicò Davide; - ho detto soltanto due
parole.
30 Si allontanò dal fratello e si
rivolse a un altro soldato, pose la stessa domanda e ottenne la stessa risposta.
31 I discorsi di Davide, intanto, si erano
diffusi nell'accampamento e giunsero alle orecchie di Saul. Subito egli fece
chiamare
32 Davide, il quale disse al
re:
- Non perdiamoci d'animo per quell'uomo.
Andrò io a combattere contro quel
Filisteo.
33 Ma Saul gli
rispose:
- Tu non sei in grado di combattere
contro quel Filisteo: sei ancora un ragazzo, mentre lui è un guerriero di
lunga esperienza.
34 Ma Davide
replicò:
- Quando ero a guardia del gregge
di mio padre, veniva a volte un leone o un orso a portar via una pecora.
35 Allora io lo inseguivo, lo colpivo e gli
strappavo la preda di bocca. Se poi cercava di attaccarmi lo afferravo per i
peli della gola e l'uccidevo.
36 Sì, ho
abbattuto leoni e orsi e adesso farò fare la stessa fine a questo
Filisteo miscredente, perché ha insultato gli eserciti del Dio
vivente.
37 E
aggiunse:
- Il Signore mi ha salvato dagli
artigli del leone e dell'orso, lui mi libererà anche dalla mano di questo
Filisteo.
Allora Saul disse a
Davide:
- Va' e il Signore sia con
te!
38 Saul fece indossare a Davide il suo abito
da guerra, gli mise in testa l'elmo di bronzo e addosso la corazza.
39 Davide si legò ai fianchi la spada e
provò a camminare, ma non ci riusciva perché non era abituato.
Allora disse a Saul:
- Così non riesco a
camminare: non sono abituato. E si tolse tutto.
40 Prese il suo bastone e si scelse dal torrente
cinque pietre ben levigate, le mise dentro la tasca della sua sacca da pastore,
poi, con la fionda in mano, si diresse verso il
Filisteo.
DAVIDE UCCIDE GOLIA
41 Anche il Filisteo si
avvicinava sempre più a Davide, preceduto dallo scudiero.
42 Squadrò Davide e ne provò
disprezzo, perché era molto giovane, di bel colorito e di bell'aspetto.
43 Gli
gridò:
- Mi hai preso per un cane per
venirmi incontro con un bastone?
Poi lo maledisse
in nome di tutti i suoi dèi.
44 -
Avvicinati, - proseguì; - darò la tua carne in pasto agli uccelli
del cielo e alle bestie selvatiche.
45 - Tu, -
gli rispose Davide, - vieni contro di me con spada, lancia e giavellotto, ma io
vengo contro di te nel nome del Signore degli eserciti, il Dio delle schiere
d'Israele che tu hai insultato.
46 Oggi stesso
il Signore ti darà in mio potere, io ti ucciderò e ti
taglierò la testa. Oggi stesso getterò i cadaveri dei soldati
filistei in pasto agli uccelli del cielo e alle bestie selvatiche. Così
tutti sapranno che Israele ha un Dio,
47 tutta
questa gente saprà che il Signore non ha bisogno di spada e di lancia per
vincere. Il Signore decide le sorti della guerra e vi consegnerà
certamente in nostro potere.
48 Il Filisteo
riprese ad avanzare. Davide corse a mettersi in posizione contro di lui,
49 infilò la mano nella sacca, ne
tirò fuori una pietra e lo colpì in fronte. La pietra si
conficcò nella fronte del Filisteo ed egli cadde con la faccia a terra.
50 Così Davide trionfò su quel
guerriero con una fionda e una pietra, lo colpì e l'uccise senza avere
una spada.
51 Con un balzo fu sopra al Filisteo,
estrasse la spada dal fodero e gli tagliò la testa. Quando i Filistei
videro che il loro campione era morto, fuggirono.
52 Allora gli uomini d'Israele e di Giuda
lanciarono il grido di guerra e inseguirono i Filistei fino all'imboccatura
della valle e fino alle porte di Accaron. Molti di loro caddero sulla via fino a
Saaraim, fino a Gat e ad Accaron.
53 Dopo un
furioso inseguimento dei Filistei, gli Israeliti tornarono indietro a
saccheggiare il loro accampamento.
54 Davide
prese la testa del Filisteo e la portò a Gerusalemme, mentre tenne per
sé le armi e le depose nella sua tenda.
Davide affronta e uccide Golia
DAVIDE VIENE PRESENTATO A SAUL
55 Saul aveva osservato Davide
mentre avanzava contro il Filisteo e aveva chiesto ad Abner, il capo
dell'esercito:
- Abner, di chi è figlio
quel giovane? - Non lo so, - aveva risposto Abner.
56 - Informati, - ordinò allora il
re.
57 Quando Davide tornò al campo dopo
l'uccisione del Filisteo, Abner lo condusse da Saul. Davide aveva ancora in mano
la testa del Filisteo.
58 - Di chi sei figlio? -
gli chiese Saul.
- Del tuo servo lesse di
Betlemme, - rispose Davide.
CAPITOLO
18
GIONATA DIVENTA AMICO DI DAVIDE
1 Davide terminò di
parlare con Saul. Da quel momento Gionata, figlio di Saul, si sentì
legato a Davide da una grande amicizia, lo amò più di un fratello.
2 Da quel giorno Saul tenne Davide presso di
sé e non lo lasciò tornare dai suoi.
3 Gionata strinse un patto di amicizia con
Davide, perché lo amava più di un fratello.
4 Gli regalò il mantello che indossava e
anche il vestito, la spada, l'arco e la cintura.
5 Davide aveva sempre successo nelle spedizioni
che Saul gli affidava. Allora Saul lo mise a capo dei suoi guerrieri, e questo
fece piacere sia ai soldati sia agli ufficiali di
Saul.
SAUL TENTA DI UCCIDERE DAVIDE
6 Quando le truppe tornarono
dalla battaglia contro i Filistei nella quale Davide aveva ucciso Golia, da
tutti i villaggi degli Israeliti le donne uscirono incontro ai soldati dei re
Saul. Cantavano e danzavano, suonavano timpani e tamburelli e acclamavano con
gioia.
7 Danzando, si alternavano nel coro e
cantavano:
«Saul ha ucciso mille nemici e
Davide dieci volte mille!».
8 Questa canzone
non piacque a Saul, anzi ne fu molto irritato: «Esaltano Davide dieci volte
più di me! - si lamentava; - ora manca solo che gli diano il
regno».
9 Da allora Saul cominciò a
essere geloso di Davide.
10 Il mattino dopo, uno
spirito maligno mandato da Dio s'impadronì di Saul ed egli
cominciò ad agitarsi in casa sua. Come ogni giorno, Davide suonava la
cetra e Saul teneva in mano la lancia.
11
Improvvisamente Saul scagliò la lancia pensando: «Voglio inchiodarlo
al muro». Per due volte Davide schivò il colpo.
12 Saul ebbe paura di Davide, perché il
Signore io proteggeva mentre stava abbandonando lui.
13 Allora allontanò Davide da sé;
gli diede il comando di un'unità militare di mille nomini, e Davide
guidò le loro azioni di guerra.
14
Riuscì bene in ogni situazione, perché il Signore era con lui.
15 Vedendo i grandi successi di Davide, Saul
ebbe ancora più paura di lui.
16 Ma tutta
la gente d'Israele e di Giuda amava Davide perché li guidava in
guerra.
Saul vuol trafiggere Davide
DAVIDE SPOSA MIKAL, FIGLIA DI SAUL
17 Saul pensò:
«Farò in modo che siano i Filistei a uccidere Davide invece di farlo
io stesso». Allora disse a Davide:
- Ti
darò in sposa Merab, la mia figlia maggiore, tu però dimostrami di
essere un guerriero al mio servizio, pronto a combattere le battaglie del
Signore.
18 Davide
rispose:
- Io non sono degno di diventare il
genero dei re, anche perché la mia famiglia non è importante in
Israele.
19 Di fatto, quando fu il momento di
dare in sposa a Davide Merab figlia di Saul, essa fu data invece a un altro, un
certo Adriel del villaggio di Mecola.
20 Intanto
un'altra figlia di Saul, Mikal, s'innamorò di Davide e lo disse a suo
padre. Saul fu contento di questo
21 e
pensò tra sé: «Offrirò Mikal come sposa a Davide: me
ne servirò come di una trappola per farlo cadere in mano ai
Filistei». Poi disse a Davide: - Hai una seconda occasione per diventare
mio genero.
22 Intanto ordinò ai suoi
ministri di dire in confidenza a Davide: «Il re ti vuol bene e anche noi ti
siamo affezionati: accetta di diventare suo
genero».
23 I ministri di Saul parlarono con
Davide, ma egli rispose:
- Vi sembra una cosa da
poco diventare genero del re? Io sono povero, un uomo da
niente.
24 I ministri di Saul riferirono al re la
risposta di Davide.
25 Egli disse
loro:
- Andate a dire a Davide che io non
pretendo il tradizionale pagamento in uso per le nozze, voglio solo la prova
dell'uccisione di cento Filistei, voglio una vendetta contro i miei nemici. In
realtà Saul progettava di far uccidere Davide dai Filistei.
26 I ministri riferirono a Davide la proposta,
ed egli fu d'accordo di diventare genero del re a quella condizione. Prima
ancora della data fissata
27 Davide con i suoi
uomini fece una spedizione contro i Filistei e ne uccise duecento. Davide diede
a Saul la prova della loro morte per diventare suo genero, e Saul gli dovette
dare in moglie sua figlia Mikal.
28 Saul si rese
conto chiaramente che il Signore era con Davide e che Mikal l'amava.
29 Così ebbe ancora più paura di
Davide e divenne definitivamente suo nemico.
30
I capi dei Filistei organizzarono attacchi contro gli Israeliti, e ogni volta
Davide aveva più successo di tutti gli ufficiali di Saul; così la
sua fama cresceva sempre
più.
CAPITOLO
19
GIONATA PRENDE LE DIFESE DI DAVIDE
1 Saul manifestò il suo
progetto di far morire Davide a suo figlio Gionata e a tutti i suoi ministri. Ma
Gionata era molto affezionato a Davide
2 e lo
avvisò: «Mio padre Saul cerca di farti morire. Domattina sta' in
guardia, trovati un nascondiglio e non farti vedere.
3 Io accompagnerò mio padre nel campo
dove tu sei nascosto e starò al suo fianco. Gli parlerò di te e
poi ti farò sapere come vanno le
cose».
4 Gionata parlò bene di Davide
a suo padre e concluse: «Tu che sei il re non devi agire male con il tuo
servitore Davide, perché egli non ti ha fatto del male, anzi ti ha sempre
fatto del bene.
5 Egli ha rischiato la vita
quando ha affrontato quel Filisteo, così il Signore ha dato una grande
vittoria agli Israeliti. Tu stesso allora l'hai visto e te ne sei rallegrato.
Perché vuoi far morire Davide senza un motivo? Perché macchiarti
di sangue innocente?».
6 Saul
ascoltò il consiglio di Gionata e giurò: «Com'è vero
che il Signore vive, Davide non morirà!».
7 Gionata andò allora a cercare Davide e
gli riferì quel colloquio. Poi condusse di nuovo Davide presso Saul, ed
egli tornò al suo servizio come prima.
MIKAL SALVA LA VITA DI DAVIDE
8 Ricominciò la guerra,
e Davide uscì all'attacco contro i Filistei. Li sconfisse duramente, e i
Filistei si diedero alla fuga.
9 Ma uno spirito
maligno, mandato dal Signore, s'impadronì di Saul. Egli era in casa con
in mano la lancia, mentre Davide suonava la cetra.
10 Con un colpo di lancia Saul cercò di
inchiodare Davide contro il muro. La lancia colpì il muro, perché
Davide riuscì a scansarsi e a fuggire sano e salvo quella notte stessa.
11 Saul mandò alcuni uomini a far la
guardia alla casa di Davide con l'intenzione di farlo morire la mattina dopo.
Mikal, sua moglie, avvisò Davide: «Se non riesci a metterti in salvo
stanotte, domattina ti uccideranno».
12
Mikal fece scendere Davide giù dalla finestra, così egli
fuggì e si salvò.
13 Poi essa
prese la statua di un idolo che aveva in casa e la mise nel letto, pose una
zanzariera di pelo di capra sul guanciale e coprì tutto con una coperta.
14 Quando gli uomini di Saul vennero a prendere
Davide, Mikal disse che era malato.
15 Saul
allora li rimandò a controllare di persona e ordinò:
«Portatemi qui Davide in ogni modo, anche sul suo letto, e io lo
ucciderò».
16 Gli uomini di Saul
trovarono nel letto la statua e sul guanciale la zanzariera.
17 Allora Saul interrogò
Mikal:
- Perché mi hai ingannato in questo
modo? Perché hai fatto scappare il mio nemico? Ora si è messo in
salvo!
- Se non lo lasciavo andare, - rispose
Mikal, - mi avrebbe ucciso.
DAVIDE, SAUL E SAMUELE A RAMA
18 Dopo essersi messo in salvo
con la fuga, Davide andò a Rama e raccontò a Samuele tutto quel
che Saul gli aveva fatto. Poi Samuele e Davide andarono a stabilirsi a Naiot.
19 Saul fu informato che Davide si trovava a
Naiot presso Rama
20 e mandò alcuni uomini
a catturarlo. Essi incontrarono i profeti, tutti in gruppo, guidati da Samuele
che stava in piedi davanti a loro. Essi erano in stato di eccitazione profetica.
Lo spirito di Dio invase gli uomini di Saul, e anch'essi si misero a fare come
quei profeti.
21 Quando Saul venne a saperlo
mandò altri nomini, ma anche a quelli capitò la stessa cosa.
Mandò un terzo gruppo, ma anche questi si misero a fare come i profeti.
22 Allora partì lui stesso per Rama, si
fermò alla cisterna grande di Secu e chiese alla
gente:
- Dove si trovano Samuele e
Davide?
- A Naiot presso Rama, - gli
risposero.
23 Saul si avviò verso Naiot di
Rama, ma lo spirito di Dio invase anche lui e continuò il cammino in
preda all'eccitazione profetica fin quando giunse a Naiot di Rama.
24 Lì si tolse i vestiti e si
comportò anche lui come gli altri profeti davanti a Samuele. Alla fine si
buttò a terra e rimase là, nudo, tutto il giorno e tutta la notte.
Allora nacque il detto: «Perfino Saul si è messo a fare il
profeta?».
CAPITOLO
20
GIONATA AIUTA DAVIDE A FUGGIRE
1 Dopo questo fatto Davide
fuggì da Naiot di Rama e andò a parlare a
Gionata:
- Che cosa ho fatto? - gli chiese, - che
offesa, che colpa ho verso tuo padre? Perché vuole la mia
morte?
2 Gionata gli
rispose:
- Tu non morirai, te l'assicuro. Mio
padre non fa nulla senza dirmelo, né tanto né poco. Perché
avrebbe dovuto tenermi nascosto proprio questo? Non è
possibile.
3 Davide replicò con
forza:
- Tuo padre sa molto bene che tu vuoi
aiutarmi: per questo ha deciso che non devi saper nulla perché ne
soffriresti. Ma ti assicuro: com'è vero che il Signore vive e tu sei
vivo, tra me e la morte c'è solo un
passo.
4 - Che cosa mi suggerisci di fare? - gli
chiese Gionata.
5 - Domani, - continuò
Davide, - è la festa della luna nuova e io dovrei sedere a pranzo con il
re. Invece, d'accordo con te, starò lontano, nascosto in campagna fino a
dopodomani sera.
6 Probabilmente tuo padre mi
cercherà e tu gli dirai: «Davide mi ha pregato di poter andare a
Betlemme, la sua città, perché tutta la sua famiglia celebra il
sacrificio annuale».
7 Se dirà che va
bene, allora potrò stare tranquillo; se invece s'infurierà contro
di me, allora sappi che ha deciso la mia fine.
8
In questo caso ti prego di trattarmi con lealtà, perché mi hai
legato a te con un patto davanti al Signore. Se sono colpevole, uccidimi tu
stesso; perché consegnarmi a tuo padre?
9
- Non pensare neppure una cosa simile, - rispose Gionata; - se saprò con
certezza che mio padre ha deciso di farti morire, certamente
t'informerò.
10 - Se tuo padre ti
darà una cattiva risposta, chi mi avvertirà? - chiese
Davide.
11 Allora Gionata propose a Davide di
uscire nei campi, e tutt'e due andarono in campagna.
12 Qui Gionata disse a Davide: «Ti assicuro
per il Signore, Dio d'Israele: dopodomani a quest'ora avrò indagato le
intenzioni di mio padre. Se sono favorevoli a te, ti manderò qualcuno e
te lo farò sapere.
13 Invece, nel caso
che mio padre decida di farti del male, il Signore mi punisca severamente se non
te lo farò sapere e se poi non ti lascerò partire: tu potrai
andartene sano e salvo. E il Signore sia con te come è stato con mio
padre.
14 E tu, fin che sarò in vita, usa
con me la bontà che il Signore esige. Dopo che sarò morto,
15 usa ancora la stessa bontà verso la
mia famiglia per sempre, anche quando il Signore eliminerà dalla faccia
della terra, l'uno dopo l'altro, tutti i tuoi
nemici».
16 Questo è l'impegno che
Gionata impose a Davide e ai suoi discendenti dicendo: «Il Signore ne
chieda conto ai discendenti di Davide se non
l'osserveranno».
17 Gionata fece giurare
nuovamente Davide in nome della sua amicizia; egli l'amava più che un
fratello.
18 Poi disse a Davide: «Domani,
alla festa della luna nuova, tu non sarai presente e il tuo posto vuoto
sarà certamente notato.
19 Ma tu aspetta
dopodomani, poi incamminati verso sud e va' a nasconderti nello stesso posto
dell'altra volta, fermati dietro al mucchio di pietre.
20 Io verrò e tirerò tre frecce in
quella direzione come se tirassi al bersaglio.
21 Poi manderò il mio servo a cercare le
frecce. Se gli dirò: "Le frecce sono più indietro: vieni qui a
raccoglierle", vuol dire che tu sei salvo e puoi venir fuori, ti giuro che non
correrai rischi.
22 Se invece griderò al
servo: "Le frecce sono più avanti", allora tu preparati a scappare,
perché il Signore ti manda lontano.
23
Quanto alla promessa che ci siamo fatti l'un l'altro, il Signore sarà
testimone tra noi per sempre».
24 Davide
andò nei suo nascondiglio in campagna. Il re Saul andò al pranzo
per la festa della luna nuova.
25 Prese posto
vicino alla parete come al solito, al suo fianco sedeva Abner e Gionata era di
fronte; il posto di Davide era vuoto.
26 Quel
giorno Saul non disse nulla perché pensava: sarà successo a Davide
qualche inconveniente e non sarà in stato di purità come è
prescritto, certamente è assente per questo.
27 Il giorno dopo, il secondo dopo la luna
nuova, il posto di Davide era ancora vuoto. Saul chiese a suo figlio Gionata:
- Perché il figlio di lesse non è
venuto a pranzo né ieri né oggi?
28
Gionata rispose:
- Davide mi ha pregato di
lasciarlo andare a Betlemme.
29 Mi ha detto che
la sua famiglia celebrava il sacrificio annuale, e suo fratello gli aveva
ordinato di essere presente. Mi ha pregato di fargli questo favore, di lasciarlo
andare dai suoi parenti. Per questo non è venuto al banchetto del
re.
30 Saul s'infuriò contro
Gionata:
- Bastardo! Lo sapevo che tu sei
d'accordo con quel figlio di lesse; maledetto te e la donna che t'ha fatto!
31 Finché il figlio di lesse è al
mondo, ogni giorno che egli vive, tu e il tuo regno siete in pericolo. Manda
subito a prenderlo e portalo qui perché deve
morire.
32 Gionata rispose a suo padre
Saul:
- Perché dovrebbe morire? Che cosa
ha fatto?
33 Saul afferrò la lancia per
colpire suo figlio. A questo punto Gionata fu sicuro che suo padre aveva deciso
la morte di Davide.
34 Gionata si alzò da
tavola indignato e non mangiò nulla per tutto il giorno, il secondo delle
feste per la luna nuova. Era addolorato per Davide perché suo padre
l'offendeva.
35 Il mattino dopo Gionata
uscì verso la campagna per informare Davide. Aveva preso con sé un
servo giovanissimo.
36 Gli
ordinò:
- Corri a cercare le frecce che
tirerò. Il ragazzo si mise a correre e Gionata tirò una freccia
più lontano.
37 Quando il ragazzo giunse
vicino al punto dov'era caduta la freccia, Gionata
gridò:
38 - La freccia è più
lontana di dove sei! Corri più in là, - continuò Gionata, -
svelto, non fermarti!
Il ragazzo raccolse la
freccia e tornò presso Gionata.
39 Egli
era all'oscuro di tutto; solo Gionata e Davide sapevano il significato di quelle
parole.
40 Gionata affidò le sue armi al
ragazzo e gli ordinò di riportarle in città.
41 Il ragazzo partì. Allora Davide
uscì fuori di dietro il mucchio di pietre e si inchinò con la
faccia a terra per tre volte. Poi i due amici si abbracciarono e piansero.
42 Gionata salutò Davide: «Ora va'
in pace. Noi rimaniamo legati dal giuramento che abbiamo fatto nel nome del
Signore: il Signore sia per sempre tra me e te, tra i tuoi e i miei
figli».
CAPITOLO
21
DAVIDE E IL SACERDOTE ACHIMELECH
1 Dopo che Gionata fu tornato
in città,
2 Davide andò a Nob dal
sacerdote Achimelech. Quest'ultimo fu molto sorpreso di vederlo e gli
chiese:
- Come mai sei qui da solo, senza un
compagno?
3 - Devo eseguire un ordine del re, -
rispose Davide; - nessuno deve sapere che incarico mi ha dato, così egli
ha stabilito. Ai miei uomini ho detto di aspettarmi in un certo posto.
4 Piuttosto, tu hai qualcosa da mangiare? Dammi
cinque pani o quel che hai.
5 - Non ho pane
ordinario, - rispose il sacerdote Achimelech; - ma solo pani sacri. Posso
darteli per i tuoi uomini, se essi non hanno avuto di recente rapporti con
donne.
6 Davide gli
rispose:
- Con donne non ci fu permesso andare
dall'altro ieri, quando sono partito. I miei uomini sono in armi e seguono le
regole di purità. Anche se il mio incarico è di altro genere,
rispettiamo la purità dei soldati in armi.
7 Allora il sacerdote diede a Davide i pani
sacri perché non ne aveva altri. Erano i pani offerti al Signore che
erano stati ritirati dalla tavola per essere sostituiti con altri freschi.
8 Nel santuario c'era quel giorno un uomo al
servizio di Saul, che compiva un suo dovere religioso. Si chiamava Doeg e veniva
da Edom, era il più bravo dei pastori di
Saul.
9 Davide disse ancora ad
Achimelech:
- Per caso, non hai sottomano una
lancia o una spada? Non ho fatto in tempo ad andare a prendere la mia spada o
un'arma, perché l'ordine del re era
urgentissimo.
10 Il sacerdote
rispose:
- C'è solo la spada di Golia, il
Filisteo che tu hai ucciso nella valle del Terebinto. E' dietro l'efod
sacerdotale, avvolta in un mantello. Se ti va bene, prendila: è l'unica
arma che abbiamo qui.
- Dammela, - disse Davide,
- non c'è spada migliore di quella.
DAVIDE E I FILISTEI DI GAT
11 Quello stesso giorno Davide
proseguì la sua fuga lontano da Saul e andò da Achis, re della
città filistea di Gat.
12 Un giorno i
ministri dissero al re: «Quest'uomo non è forse Davide? Egli
è come un re nella sua terra: è per lui che le donne
cantavano:
"Saul ha ucciso mille nemici e Davide
dieci volte mille!"».
13 Quei discorsi
preoccuparono Davide, ed egli cominciò ad aver molta paura di Achis re di
Gat.
14 Allora adottò in pubblico un
comportamento strano e cominciò ad agire davanti a loro come un pazzo: si
mise a fare strani segni sulle porte della città e si lasciava colare la
saliva sulla barba.
15 Il re Achis disse ai suoi
ministri: «Vedete anche voi che quest'uomo è pazzo: perché
l'avete lasciato venir qui?
16 Pazzi ce ne sono
già abbastanza senza far venire costui a fare stravaganze davanti a me.
Non dovrò tenermelo in casa,
spero!».
CAPITOLO
22
DAVIDE SI METTE A CAPO DI UNA BANDA ARMATA
1 Davide se ne andò e
si rifugiò nella caverna di Adullam. Quando i suoi fratelli e parenti
seppero che era là andarono a raggiungerlo.
2 Circa altre quattrocento persone oppresse,
indebitate o scontente si rifugiarono presso di lui, e Davide si mise a capo di
loro.
3 Da Adullam Davide andò a Mizpa
nel paese di Moab, e chiese al re di Moab: «Permetti a mio padre e a mia
madre di stabilirsi qui fino a quando saprò che cosa Dio farà di
me».
4 Così Davide affidò i
suoi genitori al re di Moab, ed essi abitarono con lui finché Davide
rimase nel suo nascondiglio.
5 Un giorno, il
profeta Gad disse a Davide: «Non restare in questo nascondiglio, va' nel
territorio di Giuda». Davide partì e si recò nella foresta di
Cheret.
SAUL FA UCCIDERE I SACERDOTI A NOB
6 Saul fu informato che Davide
e i suoi uomini erano stati visti. Un giorno Saul si trovava a Gabaa sulla
collina, sotto un grande albero con tutti i suoi ufficiali. Egli teneva in mano
la lancia
7 e disse: «Voi che state attorno
a me, uomini della tribù di Beniamino, ascoltatemi! Pensate che quel
figlio di lesse vi darà campi e vigne? Pensate che quel Davide vi
metterà a capo di unità militari di mille e di cento soldati?
8 E allora, perché complottate contro di
me? Nessuno di voi mi ha avvertito che mio figlio ha fatto un patto con quel
figlio di lesse, nessuno di voi si è preoccupato di me e nessuno mi ha
fatto sapere che in questo momento mio figlio ha spinto Davide, un mio
servitore, a complottare contro di me».
9
Tra gli ufficiali di Saul si trovava Doeg l'Edomita, che intervenne: «Un
giorno, - disse, - ho visto il figlio di lesse a Nob, presso il sacerdote
Achimelech figlio di Achitub.
10 Achimelech ha
interrogato il Signore per conoscere la volontà su Davide, poi gli ha
dato da mangiare e gli ha consegnato la spada di Golia il
Filisteo».
11 Il re Saul mandò a
prendere il sacerdote Achimelech figlio di Achitub e tutti i suoi parenti
sacerdoti a Nob. Essi vennero a presentarsi al re,
12 e Saul
disse:
Figlio di Achitub, ascoltami bene! -
Sì, mio re, rispose.
13 - Perché tu
e il figlio di lesse avete complottato contro di me? riprese Saul. - Tu gli hai
dato del pane e una spada; hai anche interrogato Dio per spingere quell'uomo a
sollevarsi contro di me e ora ad attentare alla mia
vita.
14 Achimelech rispose al
re:
- Ma Davide non è l'ufficiale
più fedele al re? E' tuo genero, è il capo della tua guardia del
corpo, è la persona più importante al tuo seguito.
15 Non è la prima volta che interrogo il
Signore per lui. Per quanto riguarda me, tuo servitore, e la mia famiglia, non
pensare a nessun complotto. Di questa faccenda io non so
niente.
16 Gli rispose il
re:
- Sei condannato a morte, Achimelech, tu e la
tua famiglia.
17 Saul ordinò alle guardie
che stavano al suo fianco:
- Circondateli e
uccideteli! Questi sacerdoti del Signore sono d'accordo con Davide: sapevano che
Davide fuggiva e non mi hanno avvisato.
Ma gli
ufficiali di Saul si rifiutarono di colpire con le loro mani i sacerdoti del
Signore.
18 Allora Saul si rivolse a Doeg,
l'Edomita:
- Va' tu, e colpisci quei
sacerdoti!
Doeg si fece avanti e colpì a
morte i sacerdoti. Uccise in quel giorno ottantacinque uomini rivestiti
dell'efod sacerdotale.
19 A Nob, la città
di quei sacerdoti, Saul fece uccidere uomini e donne, bambini e lattanti, e
anche buoi, asini e pecore.
20 Si salvò
soltanto Ebiatar, figlio del sacerdote Achimelech e nipote di Achitub. Egli
fuggì e raggiunse Davide.
21 Gli
raccontò che Saul aveva ucciso i sacerdoti del Signore.
22 Davide disse a Ebiatar: «Quel giorno
Doeg, l'Edomita, era presente: dovevo saperlo che avrebbe riferito tutto a Saul.
Così sono stato la causa della morte della tua famiglia.
23 Ora rimani con me e non aver paura: il tuo
nemico è anche il mio e tu sei sotto la mia
protezione».
CAPITOLO 23
DAVIDE LIBERA LA CITTÀ DI KEILA
1 Un giorno Davide fu
informato che i Filistei avevano assalito la città di Keila e
saccheggiavano il grano nelle fattorie.
2 Davide
interrogò il Signore:
- Devo attaccare i
Filistei? Li vincerò?
- Sì, -
rispose il Signore; va' ad attaccarli. Tu libererai
Keila.
3 Ma gli uomini di Davide gli
dissero:
- Noi abbiamo già paura qui, nel
paese di Giuda: a Keila, davanti alle schiere dei Filistei, sarà ancora
peggio.
4 Allora Davide interrogò di nuovo
il Signore ed ebbe questa risposta:
- Va' presto
a Keila: io ti darò la vittoria sui
Filistei.
5 Davide andò con i suoi uomini
a Keila, combattè i Filistei, li sconfisse duramente, s'impadronì
del loro bestiame e liberò gli abitanti della città.
6 Il sacerdote Ebiatar, figlio di Achimelech,
quando si era rifugiato presso Davide a KeilIa, aveva portato con sé
l'efod che serve per interrogare il Signore.
7
Quando Saul venne a sapere che Davide era andato a Keila, pensò:
«Dio l'ha messo nelle mie mani: entrando in una città con porte
sbarrate, si è messo in trappola da
solo».
8 Saul chiamò alla guerra
tutto il popolo, per andare ad assediare Davide e i suoi uomini a Keila.
9 Davide, quando venne a sapere che Saul aveva
un piano contro di lui, disse al sacerdote
Ebiatar:
- Porta qui l'efod
sacerdotale.
10 Poi Davide
pregò:
- Signore, Dio d'Israele, io sono
il tuo servo. Ho saputo che Saul ha intenzione di marciare contro la
città di Keila e di distruggerla per causa mia.
11 O Signore, Dio d'Israele, è vero che
Saul marcerà contro Keila come ho sentito dire? I capi di Keila mi
consegneranno nelle sue mani? Rispondi alle domande del tuo
servo.
Il Signore gli
rispose:
- Sì, Saul
verrà.
12 Domandò
Davide:
- E i capi di Keila consegneranno me e i
miei uomini nelle mani di Saul?
- Sì, lo
faranno, - rispose il Signore.
13 Allora Davide e
i suoi uomini, circa seicento persone, uscirono da Keila e si misero in marcia
senza una meta precisa. Saul venne a sapere che Davide era fuggito da Keila e
rinunziò alla spedizione.
DAVIDE SI RIFUGIA SULLE MONTAGNE
14 Davide andò nel
deserto di Zif, e rimase sulle montagne in zone inaccessibili. Saul continuava a
cercarlo giorno dopo giorno, ma Dio non lo mise in suo potere.
15 Davide sapeva che Saul lo cercava per
ucciderlo e rimase nel deserto di Zif nella località di Corsa.
16 Un giorno arrivò là Gionata,
figlio di Saul, e incoraggiò Davide ad aver fiducia in Dio.
17 Gli disse: «Non temere: mio padre non
riuscirà a prenderti. Tu diventerai re d'Israele e io sarò il tuo
aiutante. Anche mio padre Saul sa che le cose andranno
così».
18 Essi strinsero un patto
davanti al Signore, poi Gionata tornò a casa sua e Davide rimase a
Corsa.
SAUL INSEGUE DAVIDE
19 Alcuni abitanti di Zif
andarono a Gabaa e dissero a Saul:
- Non sai che
Davide è nascosto dalle nostre parti? E' tra le rocce di Corsa, sulla
collina di Cachila a sud della steppa.
20 Se lo
desideri, o re, vieni quando vuoi: penseremo noi a consegnartelo.
21 - Il Signore vi benedica, - rispose Saul, -
perché avete avuto compassione di me.
22
Però andate a informarvi meglio, individuate bene i movimenti e
controllate chi l'ha visto e dove, perché dicono che è molto
furbo.
23 Cercate di scoprire tutti i
nascondigli dove si rifugia, poi tornate da me con indicazioni precise. Allora
verrò con voi: se è nella zona, frugherò in tutti i posti
del territorio di Giuda per trovarlo.
24 Quegli
uomini partirono e tornarono a Zif prima che vi andasse Saul. Intanto Davide e i
suoi uomini erano andati nella pianura del deserto di Maon, a sud della steppa.
25 Saul cominciò le ricerche con i suoi
uomini, ma Davide ne fu informato e andò a rifugiarsi a Sela (la Roccia)
e rimase così nel deserto di Maon. Saul lo seppe e lo inseguì in
quella zona.
26 Egli avanzava su un lato della
montagna, mentre Davide e i suoi uomini, sull'altro versante, cercavano di
sfuggirgli. A un certo punto, Saul e i suoi uomini stavano per accerchiare
Davide e il suo gruppo e prenderli,
27 ma un
messaggero raggiunse Saul e gli disse: «Vieni subito: i Filistei hanno
invaso il nostro territorio».
28 Così
Saul smise di inseguire Davide e andò ad affrontare i Filistei. Per
questo quella località fu chiamata la Roccia della
Separazione.
CAPITOLO
24
DAVIDE RISPARMIA LA VITA DI SAUL
1 Davide abbandonò quel
luogo e andò nel deserto roccioso di Engaddi.
2 Di ritorno dall'inseguimento dei Filistei,
Saul fu informato che Davide si trovava in quella zona.
3 Prese con sé tremila soldati scelti fra
tutti gli Israeliti e andò alla ricerca di Davide e dei suoi uomini nella
zona di fronte alla Roccia dei Caprioli.
4
Giunse ai recinti dei greggi che si trovavano lungo la strada. Là c'era
una caverna, e Saul vi entrò per i suoi bisogni: proprio in fondo a
quella caverna erano nascosti Davide e i suoi uomini.
5 Essi suggerirono a
Davide:
- Come ti ha promesso, oggi il Signore
mette il tuo nemico nelle tue mani perché tu ne faccia quel che
vuoi.
Davide andò a tagliare, senza farsi
scoprire, un lembo del mantello di Saul,
6 ma
subito si sentì turbato per quel che aveva
fatto
7 e disse ai suoi
uomini:
- Il Signore mi impedisca di fare quel
che voi dite contro il mio re. Mi aiuti a non alzare mai la mano contro l'uomo
che egli ha consacrato re.
8 Con queste parole
Davide frenò i suoi uomini e non permise che assalissero Saul. Poi Saul
si alzò, uscì dalla caverna e andò sulla strada.
9 Anche Davide venne fuori dalla caverna e
gridò dietro a Saul:
- O re, mio
signore!
Saul si voltò. Davide si
inchinò con la faccia fino a terra
10 e
continuò:
- Perché ascolti chi dice
che io voglio la tua rovina?
11 Oggi hai visto
con i tuoi stessi occhi che il Signore ti aveva messo in mio potere, là
nella caverna. I miei uomini dicevano di ucciderti, ma io ti ho risparmiato la
vita, perché non voglio alzare la mano contro di te, mio re, consacrato
dal Signore.
12 Guarda che cosa ho in mano: il
lembo del tuo mantello, o mio re. Là nella caverna ho tagliato il tuo
mantello, ma non ti ho ucciso. Riconosci che non ho intenzione di ribellarmi o
di farti del male. Io non ho fatto nulla contro di te, tu invece cerchi di
togliermi la vita.
13 Giudichi il Signore tra me
e te, vendichi lui la mia innocenza, ma io non alzerò mai la mano contro
di te.
14 Come dice un antico proverbio:
«Il male viene dai malvagi»: non sarò io a far del male a te.
15 Contro chi stai combattendo, o re d'Israele?
chi insegui? una pulce come me, un poveraccio!
16 Il Signore sia giudice tra noi due: decida
lui, mi esamini, mi giudichi e mi faccia giustizia nei tuoi confronti.
17 Quando Davide ebbe finito di dire queste
parole, Saul esclamò: «Sei proprio tu che hai parlato, Davide,
figlio mio?» e scoppiò in pianto.
18
Poi continuò: «Tu, Davide, sei giusto perché mi hai trattato
con benevolenza; io invece ho torto perché ti ho voluto male.
19 Oggi hai dimostrato la tua bontà verso
di me, perché il Signore mi aveva messo in tuo potere e tu non mi hai
ucciso.
20 Nessuno, se incontra un nemico, lo
lascia andare tranquillo per la sua strada. Il Signore ti ricompensi per quel
che oggi hai fatto a me.
21 Ora so che tu
diventerai il re, e il regno d'Israele sarà stabile in mano tua.
22 Perciò giurami, nel nome del Signore,
che non farai scomparire la mia famiglia uccidendo i miei
discendenti».
23 Davide giurò e Saul
tornò a casa sua, mentre Davide e i suoi uomini salirono nel loro
nascondiglio.
CAPITOLO
25
LA MORTE DI SAMUELE
1 In quel tempo morì
Samuele. Tutti gli Israeliti si radunarono per il lutto e seppellirono Samuele
presso la sua casa a Rama.
NABAL SI RIFIUTA DI AIUTARE DAVIDE
Davide si recò nel
deserto di Paran.
2-3 A Maon abitava un ricco,
proprietario di tremila pecore e mille capre: si chiamava Nabal ed era
discendente di Caleb. Sua moglie si chiamava Abigail ed era una donna bella
d'aspetto e di buon senso, mentre Nabal era un uomo duro e cattivo. I suoi
possedimenti erano a Carmel, ed egli si trovava là per la tosatura delle
pecore.
4 Davide, che era nel deserto, seppe che
Nabal faceva la tosatura delle pecore
5 e
mandò là dieci dei suoi uomini con questi ordini: «Salite a
Carmel. Andate da Nabal e domandategli a mio nome se tutto va bene.
6 Gli direte: Buon anno! Auguri a te, per la tua
famiglia e per i tuoi beni.
7 Davide ha saputo
che stai facendo la tosatura delle pecore. I tuoi pastori sono stati a Carmel
dove eravamo anche noi: non abbiamo mai dato loro alcun fastidio, non hanno mai
avuto alcun danno.
8 Domanda ai tuoi uomini e te
lo confermeranno. Ora siamo qui in un giorno di festa: trattaci bene, regala a
noi e al tuo amico Davide quel che puoi».
9
Gli uomini di Davide andarono, fecero a Nabal questo discorso e rimasero in
attesa.
10 Ma Nabal rispose loro: «Chi
è Davide? Il figlio di lesse? Non lo conosco! In questi tempi ci sono in
giro troppi servi scappati ai loro padroni.
11
Dovrei dare il mio pane, l'acqua e la carne preparati per i miei tosatori a
gente che non so di dove venga?».
12 Gli
uomini di Davide presero la strada del ritorno e riferirono la risposta di
Nabal.
13 Allora Davide ordinò ai suoi
uomini: «Ognuno prenda la spada!». Tutti ubbidirono. Anche Davide
prese la sua spada e quattrocento uomini partirono con lui, mentre gli altri
duecento rimasero a guardia dei bagagli.
ABIGAIL AIUTA DAVIDE
14 Intanto un servo aveva
raccontato tutto ad Abigail, la moglie di Nabal: «Davide ha mandato alcuni
messaggeri dal deserto a fare gli auguri al nostro padrone, ma lui li ha
trattati male.
15 Eppure gli uomini di Davide
erano stati molto buoni con noi: nessun fastidio e nessun danno per tutto il
tempo che siamo stati con loro quando eravamo al pascolo.
16 Anzi, sono stati per noi una difesa, giorno e
notte, per tutto il tempo che siamo stati a pascolare il gregge vicino a loro.
17 Pensaci tu e vedi che cosa fare, altrimenti
andrà a finir male per il padrone e per tutti noi. Ma a lui non si
può parlare perché non capisce
niente».
18 Abigail prese in fretta duecento
pagnotte, due otri di vino, cinque pecore pronte da cucinare, un grosso sacco di
grano tostato, cento grappoli di uva passa e duecento schiacciate di fichi
secchi. Caricò tutto su alcuni asini
19 e
ordinò ai servi: «Voi andate avanti e io vi seguirò». A
suo marito non disse niente.
20 Lei, in groppa
al suo asino, scendeva per il fianco della collina e, a un certo punto, si
trovò di fronte Davide e i suoi uomini che venivano avanti.
21 Davide stava dicendo: «Nel deserto, ho
custodito per niente la roba di quell'individuo: non ha avuto nessun danno alle
sue proprietà e ora mi rende male per bene.
22 Che Dio mi punisca mille volte se
lascerò in vita fino a domattina un solo maschio della sua
famiglia».
23 Appena vide Davide, Abigail
smontò in fretta dall'asino e si inchinò davanti a lui con la
faccia a terra.
24 Si buttò ai suoi piedi
e disse:
- La colpa è mia! Lascia che ti
parli chiaramente, o mio signore, e abbi la bontà di ascoltarmi.
25 Non far caso, o mio signore, al comportamento
di quel poco di buono. E' proprio come il suo nome: si chiama Nabal (Stupido) ed
è davvero uno stupido. E' colpa mia se io, la tua serva, non ho visto gli
uomini che avevi mandato.
26 Ma, com'è
vero che il Signore vive e tu sei vivo, il Signore stesso ti ha impedito di
compiere un omicidio e di farti giustizia da te. I tuoi nemici e quelli che ti
vogliono male abbiano la stessa sorte di Nabal.
27 E ora da' agli uomini che ti accompagnano
questi doni che io, tua serva, ti ho portato.
28
Perdona la mia colpa. Il Signore, - ne sono certa, - ti assicurerà sempre
una discendenza, perché tu combatti le sue battaglie e in te non si
troverà nulla di male per tutti i giorni della tua vita.
29 C'è chi si è messo a inseguirti
e cerca la tua morte, ma la tua vita è custodita gelosamente in mano al
Signore tuo Dio. Egli invece eliminerà la vita dei tuoi nemici, come si
getta lontano un sasso con la fionda.
30 Quando
il Signore compirà tutto il bene che ti ha promesso, ti metterà a
capo d'Israele.
31 Allora tu non sarai turbato
nel tuo cuore e non avrai il rimorso di aver versato sangue innocente o di
esserti fatto giustizia da solo. Il Signore ti concederà ogni bene e tu
ricordati di me, tua serva.
32 Davide rispose ad
Abigail:
- Sia benedetto il Signore, Dio
d'Israele, che oggi ti ha mandato a incontrarmi.
33 E benedetta anche tu, perché con il
tuo buon senso mi hai impedito di uccidere e di farmi giustizia da solo.
34 Com'è vero che il Signore, Dio
d'Israele, vive e mi ha impedito di farti del male, ti assicuro che, se tu non
fossi giunta in tempo a incontrarmi, oggi non sarebbe rimasto in vita nessun
maschio della famiglia di Nabal.
35 Poi Davide
prese dalle mani di Abigail i doni che lei gli aveva portato e le
disse:
- Torna in pace a casa tua: come vedi ho
ascoltato le tue parole e ti ho trattata bene.
NABAL MUORE E DAVIDE SPOSA ABIGAIL
36 Abigail tornò a
casa. Nabal stava banchettando come un re, era euforico e completamente ubriaco.
Abigail non gli disse niente fino al giorno dopo.
37 Al mattino, finita la sbornia di Nabal, la
moglie gli raccontò ogni cosa. Nabal ebbe un colpo al cuore e rimase
immobile come un sasso.
38 Dieci giorni dopo il
Signore colpì Nabal ed egli morì.
39 Davide seppe della morte di Nabal e disse:
«Sia benedetto il Signore: egli ha fatto giustizia di Nabal che mi aveva
maltrattato. Ha trattenuto me, suo servo, dal fare il male ed è
intervenuto a ripagare Nabal della sua malvagità». Poi mandò
a dire ad Abigail che era disposto a prenderla in moglie.
40 I messaggeri di Davide andarono a Carmel e
dissero ad Abigail: - Davide ci manda a dirti che ti vuole
sposare.
41 Abigail si inchinò con la
faccia a terra e rispose:
- Io sono pronta a
essere la serva di Davide e a lavare i piedi dei suoi
servi.
42 Abigail si preparò subito,
salì sul suo asino e, accompagnata dalle sue cinque giovani serve,
seguì i messaggeri di Davide e divenne sua sposa.
43 Davide aveva già sposato Achinoam
della città di Izreel e con Abigail le sue mogli furono due.
44 Infatti la moglie che Davide aveva avuto
prima, Mikal figlia di Saul, era stata data dal padre a un certo Palti, figlio
di Lais, che abitava a Gallim.
CAPITOLO
26
DAVIDE RISPARMIA LA VITA A SAUL NEL DESERTO DI ZIF
1 Gli abitanti di Zif andarono
a Gabaa a dire a Saul: «Non sai che Davide è nascosto sulle colline
di Cachila a sud della steppa?».
2 Saul
partì con tremila soldati scelti dell'esercito d'Israele e andò
verso il deserto di Zif per cercare Davide.
3 Si
accampò sulle colline di Cachila, a sud della steppa, vicino alla strada.
Davide si trovava nel deserto e seppe che Saul era venuto in quella zona sulle
sue tracce,
4 mandò alcune spie e fu
informato che Saul era arrivato.
5 Allora Davide
si avvicinò al luogo dove c'era l'accampamento di Saul e si
accertò del posto dove dormivano Saul e il capo del suo esercito, Abner
figlio di Ner. Il posto di Saul era al centro dell'accampamento mentre i soldati
dormivano tutt'attorno.
6 Davide domandò
ad Achimelech, l'Ittita, e ad Abisai, figlio di Seruia e fratello di
Ioab:
- Chi vuol venire con me da Saul, fino
all'accampamento?
- Vengo io, - rispose
Abisai.
7 I due raggiunsero le truppe di Saul di
notte; Saul era coricato nella zona centrale e dormiva. Vicino al suo capo era
piantata in terra la sua lancia, attorno a lui erano coricati Abner e la truppa.
8 Abisai disse a
Davide:
- Oggi Dio mette nelle tue mani il tuo
nemico. Lasciami andare: lo inchioderò al suolo con un sol colpo di
lancia, non ci sarà bisogno di un secondo
colpo.
9 - No, - gli rispose Davide, - non
ucciderlo: nessuno ha il diritto di colpire il re consacrato dal Signore.
10 E aggiunse:
-
Sarà il Signore a colpirlo, te l'assicuro, o nel suo letto, quando
verrà la sua ora, o in battaglia.
11 Ma
il Signore mi impedisca di alzare la mano contro il re che lui ha consacrato.
Piuttosto, prendi la lancia vicino al suo capo e la sua brocca d'acqua e andiamo
via.
12 Davide portò via la lancia e la
brocca d'acqua vicino al capo di Saul e se ne andò con il suo compagno.
Nessuno si svegliò, nessuno si accorse o sospettò di nulla: tutti
dormivano perché il Signore aveva mandato su di loro un sonno profondo.
13 Davide passò sul lato opposto della
valle e si fermò su un colle: c'era una grande distanza tra lui e
l'accampamento.
14 Gridò ad Abner figlio
di Ner e ai soldati di Saul:
- Ehi, Abner, non
rispondi?
- Chi è che disturba il re? -
rispose Abner.
15 - Abner, - continuò
Davide, - che uomo sei? Saresti tu il miglior soldato tra gli Israeliti?
Perché non hai fatto la guardia al tuo re? Qualcuno è venuto
lì per ucciderlo.
16 Non ti sei
comportato bene. Com'è vero che il Signore vive, voi meritate tutti la
morte, perché non avete fatto la guardia al vostro padrone, al re
consacrato dal Signore. Abner, guarda dov'è la lancia e la brocca d'acqua
che erano presso il capo del tuo re.
17 Saul
riconobbe la voce di Davide e disse:
- Sei tu,
Davide, figlio mio?
- Sono io, mio re, - rispose
Davide, e continuo: -
18 Perché, mio
signore, continui a inseguirmi? Che cosa ho fatto? Che male ho commesso?
19 Ascolta la parola del tuo servo, o re! Se
è il Signore a spingerti contro di me, speriamo che accetti l'offerta di
un sacrifico. Se sono gli uomini, essi siano maledetti davanti al Signore,
perché mi escludono dalla terra che il Signore ci ha dato, mi mandano via
e mi costringono a servire altre divinità.
20 Non vorrei essere ucciso in una terra lontana
dal Signore, o re d'Israele, per il fatto che tu sei venuto a inseguire questa
piccola pulce, come si va a caccia di una pernice sui monti.
21 Saul rispose a
Davide:
- Ho sbagliato! Torna con me, Davide,
figlio mio. Non ti farò più alcun male, perché oggi tu hai
avuto riguardo per la mia vita. Ho agito come un pazzo, ho sbagliato tutto.
22 Davide disse: - Qui, c'è la tua
lancia, o re. Un soldato venga a prenderla.
23
Il Signore ripaghi ciascuno di noi secondo la nostra giustizia e lealtà.
Oggi egli ti aveva messo nelle mie mani, ma io non ho voluto colpire il re da
lui consacrato.
24 Oggi io ho considerato
preziosa la tua vita, e il Signore consideri preziosa la mia; mi liberi da ogni
disgrazia.
25 Saul rispose a
Davide:
- Sii benedetto, Davide figlio mio, tu
farai grandi cose e avrai successo. Davide andò per la sua strada e Saul
tornò a casa sua.
CAPITOLO 27
DAVIDE SI RIFUGIA PRESSO I FILISTEI
1 Davide pensò:
«Un giorno o l'altro finirò ucciso da Saul. Non mi resta che
rifugiarmi nella terra dei Filistei. Così Saul rinunzierà a
cercarmi entro i confini d'Israele e io mi sarò liberato dal suo
inseguimento».
2 Così Davide, con i
seicento uomini che erano con lui, passò il confine e andò da
Achis, figlio di Maoch, re di Gat.
3 Tutti si
stabilirono presso Achis a Gat: i seicento uomini con le loro famiglie e Davide
con le due mogli, Achinoam proveniente da Izreel e Abigail, che era stata la
moglie di Nabal, proveniente da Carmel.
4 Saul
ricevette la notizia che Davide era fuggito a Gat e smise di cercarlo.
5 Davide propose ad Achis: «Se hai fiducia
in me, assegnami una residenza in una cittadina dei dintorni e andrò ad
abitare là: non è il caso che io rimanga qui con te nella
città reale».
6 Achis gli
assegnò quel giorno stesso la località di Ziklag. Per questo
Ziklag appartiene anche oggi ai re di Giuda.
7
Davide rimase nella terra dei Filistei un anno e quattro mesi.
8 Davide e i suoi uomini facevano razzie contro
i Ghesuriti, i Ghirziti e gli Amaleciti, popolazioni che abitavano il territorio
che va da Telam verso Sur e fino all'Egitto.
9
Davide devastava quei territori, non lasciava in vita né uomini,
né donne, e s'impadroniva di pecore, buoi, asini, cammelli e vestiti. Poi
tornava e si presentava al re Achis.
10 Il re
domandava:
- Dove avete fatto razzia questa
volta?
- Nel territorio meridionale - rispondeva
Davide - o in quello di Giuda o in quello degli Ieracmeeliti o in quello dei
Keniti.
11 Davide non portava vivi a Gat come
prigionieri né uomini, né donne, per evitare che qualcuno dicesse
quel che lui aveva veramente fatto. Egli si comportò in questo modo per
tutto il tempo che rimase nella terra dei Filistei.
12 Achis aveva fiducia di Davide, perché
pensava: «Ormai si è attirato l'odio dei suoi connazionali, gli
Israeliti, e sarà sempre mio servo
fedele».
CAPITOLO
28
I FILISTEI PREPARANO LA GUERRA CONTRO GLI ISRAELITI
1 In quel tempo i Filistei
radunarono le loro truppe per andare a combattere gli Israeliti. Achis disse a
Davide:
- E' chiaro che tu e i tuoi uomini dovete
venire a combattere per me.
2 - E tu vedrai quel
che io farò, - rispose Davide: - sono il tuo servo, o
re.
- D'accordo, - concluse Achis, - ti nomino a
vita mia guardia del corpo.
SAUL CONSULTA UN'INDOVINA
3 Quando era morto Samuele,
gli Israeliti avevano celebrato il lutto e l'avevano sepolto a Rama, la sua
città. Da allora Saul aveva proibito in tutto il territorio degli
Israeliti le pratiche per consultare i morti.
4
I Filistei, intanto, si prepararono a combattere e posero il campo a Sunem.
Allora Saul radunò tutto l'esercito d'Israele e si accampò sul
monte Gelboe.
5 Quando vide l'accampamento
filisteo, Saul si spaventò e tremò come una foglia.
6 Interrogò il Signore, ma non ebbe
risposta: non un sogno, non un'indicazione dagli urim, nessuna parola dai
profeti.
7 Allora Saul disse ai suoi
servi:
- Cercate dove si trova una donna che
interroga i morti e andrò a consultarla.
-
Ce n'è una a Endor, - gli risposero.
8
Saul si cambiò i vestiti, per non farsi riconoscere, e con due dei suoi
uomini andò dall'indovina di notte. Le
disse:
- Fa' le tue pratiche e fa' venire il
morto che ti dirò.
9 Gli disse la
donna:
- Sai bene quel che ha disposto Saul: ha
proibito in tutto il paese le pratiche per consultare i morti. E se il tuo fosse
un tranello per farmi morire?
10 Ma Saul le
giurò nel nome del Signore:
- Com'è
vero che il Signore vive, ti assicuro che non correrai alcun rischio per
questo.
11 Allora la donna gli
chiese:
- Chi devo far
venire?
- Samuele, - rispose Saul.
12 Appena Samuele apparve alla donna, essa diede
un forte grido ed esclamò:
- Perché
mi hai ingannata? Tu sei Saul!
13 - Non aver
paura, - le disse il re; - dimmi piuttosto cosa
vedi.
- Vedo uno spirito che viene fuori dalla
terra, - rispose la donna.
14 E
Saul:
- Che aspetto
ha?
Rispose:
- E'
vecchio, sta salendo... ha indosso un
mantello...
Saul capì che era Samuele e si
buttò con la faccia a terra.
15 E Samuele
parlò a Saul:
- Perché mi hai
disturbato per farmi salire da te?
- Sono
disperato, - rispose Saul. - I Filistei mi attaccano, e Dio si è
allontanato da me.
Non mi risponde più
né per bocca dei profeti né in sogno. Per questo ho invocato te:
che debbo fare? Dimmelo!
16 Samuele gli
rispose:
- A che serve interrogare me, quando il
Signore si è allontanato da te e ti è diventato nemico?
17 Egli ha compiuto quel che aveva annunziato
per mezzo mio: ha strappato il regno dalle tue mani e lo dà a un altro, a
Davide.
18 Tu hai disubbidito agli ordini del
Signore, non hai eseguito la sua sentenza contro gli Amaleciti. Per questo egli
oggi ti tratta così.
19 Il Signore
metterà te e tutti gli Israeliti in potere dei Filistei. Domani, tu e i
tuoi figli sarete con me, e tutto l'accampamento degli Israeliti sarà in
mano dei Filistei.
20 Terrorizzato dalle parole
di Samuele, Saul cadde a terra lungo disteso. Era privo di forze anche
perché non aveva mangiato da un giorno e una notte.
21 L'indovina si avvicinò a Saul, lo vide
tutto spaventato e gli disse:
- Io ti ho ubbidito
e ho rischiato la mia vita. Per servirti ho fatto quel che mi avevi chiesto.
22 Ora, ubbidisci anche tu a me: ti
porterò un po' di pane, mangia e avrai forza per continuare la tua
strada.
23 Saul
rifiutò:
- Non mangio niente, - disse. Ma
i suoi uomini e la donna insistettero e Saul li ascoltò, si alzò
da terra e si sedette sul letto.
24 La donna
aveva in casa un vitello da ingrassare; subito lo uccise, prese un po' di
farina, la impastò e fece cuocere pane non lievitato.
25 Portò questi cibi a Saul e ai suoi
uomini, ed essi mangiarono. Quella notte stessa
ripartirono.
CAPITOLO
29
I FILISTEI RIFIUTANO L'AIUTO DI DAVIDE
1 I Filistei, intanto, avevano
radunato le loro truppe ad Afek, mentre gli Israeliti si erano accampati presso
la città di Izreel vicino alla sorgente.
2 I capi dei Filistei marciarono alla testa
delle unità militari di cento e mille uomini, Davide e i suoi passarono
per ultimi insieme al re Achis.
3 I capi dei
Filistei chiesero:
- Che cosa fanno quegli Ebrei?
Rispose Achis:
- Non lo sapete? Questo è
Davide, che era aiutante di Saul, re d'Israele. E' con me da un anno o due e, da
quando ha abbandonato il suo paese fino ad oggi, non ho mai avuto motivo di
lamentarmi di lui.
4 Ma tutti i capi dei Filistei
si infuriarono contro Achis e gli ordinarono:
-
Mandalo via. Torni alla città che gli hai assegnato. Non deve venire con
noi in battaglia e poi diventare nostro avversario. Potrebbe riconquistarsi il
favore del suo padrone di prima a spese della vita dei nostri uomini.
5 E' quel Davide al quale cantavano tra le
danze: «Saul ha ucciso mille nemici e Davide dieci volte
mille!».
6 Allora il re Achis chiamò
Davide e gli disse:
- Com'è vero che il
Signore vive, tu sei un uomo leale. Io ero contento che tu mi accompagnassi
nella battaglia, perché non ho mai trovato nulla di male in te da quando
sei venuto da me fino a oggi, ma gli altri capi filistei non ti vedono di buon
occhio.
7 Quindi torna in pace per non creare
fastidi agli altri capi.
8 Davide rispose ad
Achis:
- Che cosa ho fatto? Che motivi hai
trovato, dal giorno che sono venuto al tuo servizio fino a oggi, per impedirmi
di venire a combattere contro i tuoi nemici, o
re?
- 9 Lo so, - gli rispose Achis; - per me tu
sei stimabile come un inviato di Dio, ma gli altri capi filistei mi hanno
ordinato di non portarti in battaglia con noi.
10 Perciò domattina, al sorgere del sole,
tu e gli uomini che sono con te dovete alzarvi e
partire.
11 Il mattino dopo Davide e i suoi
uomini partirono presto per la terra dei Filistei mentre le truppe filistee
proseguirono verso Izreel.
CAPITOLO
30
ZIKLAG E' INCENDIATA DAGLI AMALECITI
1 Davide e i suoi uomini
arrivarono a Ziklag due giorni dopo. Intanto gli Amaleciti avevano fatto razzie
nelle regioni meridionali e anche a Ziklag. Avevano preso la città e
l'avevano incendiata.
2 Non avevano ucciso
nessuno, ma avevano fatto prigioniere le donne e quanti avevano trovato in
città, senza distinzione. Li avevano presi e avevano continuato il loro
cammino.
3 Quando Davide arrivò con i
suoi uomini, trovò la città bruciata e seppe che le donne erano
state prese prigioniere con figli e figlie.
4
Davide e il gruppo che era con lui gridarono e piansero finché ebbero
fiato.
5 Erano state portate via anche le due
mogli di Davide: Achinoam da Izreel e Abigail che era stata la moglie di Nabal
da Carmel.
6 Davide venne a trovarsi in grave
difficoltà. I suoi uomini, infatti, parlavano di ammazzarlo a colpi di
pietra: erano tutti fuori di sé per il pensiero dei loro figli. Ma Davide
ritrovò coraggio nel Signore suo Dio.
7
Chiamò il sacerdote Ebiatar, figlio di Achimelech, e gli
disse:
- Per favore, porta qui
l'efod.
Ebiatar
ubbidì
8 e Davide interrogò il
Signore:
- Se inseguo quella banda di razziatori,
riuscirò a prenderli?
- Sì, -
rispose il Signore, - riuscirai a raggiungerli e a liberare i prigionieri.
9 Davide partì con seicento uomini,
mentre gli altri rimasero a Ziklag. Quando giunsero al torrente di Besor,
10 Davide continuò l'inseguimento con
quattrocento uomini, gli altri duecento si fermarono perché erano troppo
stanchi per attraversare il torrente.
11 Nella
campagna trovarono un Egiziano e lo condussero a Davide. Gli diedero pane,
acqua,
12 una schiacciata di fichi secchi e due
grappoli d'uva passa. L'Egiziano mangiò e si riprese: era stato senza
mangiare né bere per tre giorni e tre notti.
13 Davide gli
domandò:
- Di dove sei? Chi è il
tuo padrone?
L'uomo
rispose:
- Sono un giovane egiziano, schiavo di
un Amalecita. Il mio padrone mi ha abbandonato tre giorni fa perché mi
sono ammalato.
14 Eravamo andati a far razzie
nelle terre meridionali dei Cretei, di Giuda e di Caleb e avevamo incendiato la
città di Ziklag.
15 Davide gli
chiese:
- Puoi condurci da quella
gente?
- Sì, - rispose, - se mi giuri in
nome di Dio che non mi ucciderai e non mi riconsegnerai al mio
padrone.
DAVIDE VINCE GLI AMALECITI
16 L'Egiziano condusse Davide
dov'erano gli Amaleciti. Erano sparpagliati sul terreno, stavano mangiando e
bevendo, facevano festa con l'enorme bottino che avevano fatto nella terra dei
Filistei e di Giuda
17 Davide li attaccò
dall'alba fino alla sera del giorno dopo. Tra tutti si salvarono solo
quattrocento giovani che erano fuggiti in groppa ai cammelli.
18 Davide liberò tutte le persone che gli
Amaleciti avevano catturato, comprese le sue due mogli.
19 Tutti i prigionieri furono salvi, piccoli e
grandi, ragazzi e ragazze. Davide ricuperò anche tutto il bottino che gli
Amaleciti avevano preso.
20 S'impadronì
delle pecore e dei buoi. Quelli che li conducevano davanti a lui dicevano:
«Questo è il bottino di Davide!».
21 Raggiunse i duecento uomini che aveva
lasciato al torrente di Besor perché erano troppo stanchi per seguirlo.
Essi vennero incontro a lui e ai suoi uomini e Davide, quando fu loro vicino, li
salutò.
22 Tra quelli che erano andati
con Davide c'erano alcuni uomini malvagi e meschini. Essi
dissero:
- Questi non sono venuti con noi: non
dobbiamo dar loro niente del bottino ricuperato. Si prendano le loro mogli e i
figli e se ne vadano.
23 Ma Davide
disse:
- Non fate così, amici, con quel
che il Signore ci ha dato. Egli ci ha protetti e ha messo in nostro potere
quella banda di nemici.
24 Il vostro parere non
è da seguire. Tanto spetta a chi va all'assalto quanto a chi resta a
custodire i bagagli: a ciascuno sarà data una parte.
25 Da quel giorno Davide fece diventare
quest'uso una norma per gli Israeliti fino a oggi.
26 Quando fu tornato a Ziklag, Davide
mandò una parte del bottino anche ai capi delle località di Giuda,
suoi compatrioti, con questo messaggio: «Vi mando in dono una parte del
bottino preso ai nemici del Signore».
27-31
Il dono fu mandato agli abitanti delle seguenti
località:
Betuel,
Rama nel Negheb,
Iattir,
Arad,
Sifmot,
Estemoa,
Racal,
le
città degli Ieracmeeliti,
le città
dei Keniti,
Corma,
Bor - Asan,
Atach,
Ebron.
Inoltre
Davide mandò qualcosa a tutte le località in cui era passato con i
suoi uomini.
CAPITOLO 31
LA MORTE DI SAUL
1 Infine i Filistei
attaccarono battaglia. Gli Israeliti furono messi in fuga e molti rimasero
uccisi sul monte Gelbo e.
2 Filistei inseguirono
Saul e i suoi figli e colpirono a morte Gionata, Abinadab e Malkisua, figli di
Saul.
3 La lotta si accese attorno a Saul: egli
fu scoperto dagli arcieri e, quando li vide, fu preso dal panico.
4 Disse al soldato che gli portava le armi:
«Prendi la spada e colpiscimi tu, prima che vengano quei miscredenti
Filistei a colpirmi e oltraggiarmi». Ma il soldato ebbe paura e non volle
colpirlo. Allora Saul prese la spada e vi si buttò sopra.
5 Quando vide che Saul era morto, il soldato si
buttò anche lui sulla sua spada e morì accanto a lui.
6 Così morirono Saul, i suoi tre figli e
il soldato che gli portava le armi, tutti insieme in un sol giorno.
7 Gli Israeliti che erano sul fianco opposto
della valle e quelli che erano al di là del Giordano seppero che Saul e i
suoi figli erano morti e che l'esercito era in fuga. Abbandonarono le loro
città e fuggirono anch'essi. Allora vennero i Filistei e si stabilirono
al loro posto.
8 Il giorno dopo i Filistei
andarono a saccheggiare i cadaveri. Trovarono Saul e i suoi tre figli a terra
sul monte Gelboe.
9 Spogliarono Saul delle armi
e gli tagliarono la testa. La mandarono in giro con le armi in tutto il loro
territorio, per darne la bella notizia nei templi dei loro idoli e a tutta la
gente.
10 Poi deposero le armi nel tempio di
Astarte e appesero il cadavere di Saul alle mura della città di Betsean.
11 Gli abitanti di Iabes di Galaad vennero a
sapere quel che i Filistei avevano fatto a Saul.
12 I più coraggiosi di loro marciarono
per tutta una notte e andarono a ricuperare il cadavere di Saul e dei suoi figli
dalle mura di Betsean. Li portarono a Iabes e li bruciarono.
13 Poi seppellirono le ossa sotto un grande
albero, il tamarisco di Iabes, e fecero lutto con un digiuno di sette
giorni.
Morte di Saul